Separazione tra Fede e politica?
“Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Lc 20,25): tale detto di Gesù è sempre stata letto come il suo riconoscimento dell’autorità dello Stato, nell’ottica di una separazione tra Fede e politica. Ma la replica di Gesù agli scribi e ai farisei che lo interrogano non pare così irenica: ad analizzarla in profondità, ci prospetta un Gesù potentemente rivoluzionario, che scardina il cuore dell’Impero. Non per niente l’accusa che gli verrà fatta davanti a Pilato sarà proprio di disobbedienza fiscale: “Impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re»” (Lc 23,1-2).
L’uomo immagine di Dio
Gesù, prima di rispondere al quesito che gli viene posto, chiede di vedere la moneta. “E’ evidente che Gesù faccia diretto riferimento a Gen 1,27 (ndr: l’umanità immagine di Dio) quando chiede a chi appartiene l’immagine della moneta…. Gesù, partendo dalla domanda dei farisei sulle tasse, riporta le cose all’ordine primordiale, «al principio»: ritornate ad essere l’immagine di creature di Dio e non le scimmie dei «cesarotti» di turno… Voi siete immagine di Dio e ve ne siete dimenticati. Restituite a Dio la sua creatura e il segno vivente della sua presenza nel mondo: e date a Dio quello che gli appartiene: voi stessi” (P. Farinella).
Uno slogan sovversivo
“La novità di Gesù sta nella seconda parte della risposta, con la quale riprende quello che i suoi interlocutori avevano omesso o dimenticato: Dio” (P. Farinella). “Gesù non parla assolutamente di separazione tra «Stato e Chiesa»… L’opposizione che Gesù pone tra Cesare e Dio è di natura religiosa, non politica: si tratta di scegliere tra il Dio creatore e Cesare imperatore” (P. Farinella). Come dice Ortensio da Spinetoli, “l’affermazione: «Date a Dio quel che è di Dio» ha un risvolto rivoluzionario… Poteva essere una parola d’ordine, uno slogan che mobilitava l’intera nazione, come qualsiasi altro popolo oppresso…. La terra e ciò che essa contiene è del Signore e la dona in modo equanime a tutti e non ai vari Cesari che si arrogano poteri sostitutivi”.
Servire Dio nei fratelli
Tutti noi, fatti a immagine e somiglianza di Dio, apparteniamo solo a lui. Afferma Paolo: “Voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Cor 3,22-23)”. Ogni volta che un Fratello o una Consorella delle Misericordie fa un servizio a qualche bisognoso, serve direttamente Dio, di cui il povero è immagine vivente.
Buona Misericordia a tutti!
Carlo Miglietta
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.