Ascensione del Signore A
16 Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro fissato.17 Quando lo videro, gli si prostrarono innanzi; alcuni però dubitavano.18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.
Mt 28, 16-20
Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it).
Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Il concetto di missione è forse oggi più che mai in crisi: perché evangelizzare? Forse che Dio non salva tutti? E allora non è meglio limitarsi a un dialogo interreligioso? E non è più urgente la promozione umana, in un mondo in cui miliardi di persone soffrono la fame e vedono calpestati i loro diritti fondamentali?
La missione della Chiesa
Eppure il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ribadito: “La Chiesa peregrinante è per sua natura missionaria” (Ad gentes, n. 2); ed ha invitato “ciascuna comunità… ad allargare la vasta trama della sua carità fino ai confini della terra, dimostrando per quelli che sono lontani la stessa sollecitudine che ha per coloro che sono i suoi propri membri” (id., n. 37).
Già durante la sua vita Gesù aveva mandato i suoi innanzi a sé (Lc 10,1) a predicare il Vangelo e a guarire (Lc 9,1): “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi” (Gv 20,21). I discepoli sono gli operai mandati dal padrone alla sua messe (Mt 9,38; Gv 4,38), i servi inviati dal re a condurre gli invitati alle nozze del Figlio (Mt 22,3).
Finito il tempo di Gesù inizia il tempo della Chiesa. Il progetto missionario di Luca esprime la graduale espansione del Vangelo: “Voi mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1,8). Paolo, il grande missionario, è chiamato ad annunciare il Vangelo ai pagani (Gal 1,16), ad estenderlo da Israele alle nazioni (Rm 9-11).
A fine secolo Giovanni fa una sintesi poderosa, nel suo Vangelo, del tema della missione. Nel Prologo (Gv 1), egli presenta il Figlio come il Verbo (dabar – logos) del Padre: “In principio era la Parola”: se il Figlio è Parola, sono a lui connaturati la trasmissione e l’inculturazione! E questa Parola è per tutte le genti: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”. Simbolo dell’universalità della salvezza sono la donna samaritana di Sicar, figura di tutti coloro che cercano Dio (Gv 4), il funzionario regio esempio di fede (Gv 4,46-54), l’iscrizione sulla croce in ebraico, latino e greco (Gv 19,20), la preghiera “sacerdotale” di Gv 17, che meglio sarebbe definire “missionaria” (“Conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”: Gv 17,3).
“Andate e fate discepole tutte le nazioni”
La missione dei cristiani è esplicitata dalla Parola di Gesù: “Andate e fate discepole tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,18-20).
Alcune osservazioni su questo mandato: mentre la missione di Gesù era essenzialmente limitata alle pecore perdute della casa di Israele (Mt 15,24), la missione della Chiesa è universale.
C’è un comando: “Fate discepole (Matheùsate) tutte le genti”. “Fate discepoli” secondo il senso ebraico equivale a: “Fate membri della famiglia del Maestro”. Si noti bene: “Matheùsate” è aoristo, che esprime dinamismo operativo, ed equivale quindi a: “Non cessate mai di fare membri della famiglia di Dio”.
Si esprimono quindi le modalità di questa chiamata con tre participi (tradotti come gerundi in italiano): “Andando”, l’aspetto propriamente missionario, l’uscita in cammino per raggiungere quelle che Papa Francesco chiama “le periferie”; “Immergendole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, cioè innanzitutto facendo fare a tutti gli uomini l’esperienza della Tenerezza di Dio; “Insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”, l’aspetto catechetico.
Lo scopo è quindi fare discepoli, cioè amici, familiari di Cristo, fare aderire alla sua persona. Gesù non è uno dei tanti maestri spirituali, è il Rivelatore del Padre, è il Figlio, il Signore! Gesù non è l’annunciatore di una dottrina, è il “Dio con noi” fino alla fine del mondo (Mt 28,20)!
Un’evangelizzazione per contagio
L’esperienza del Risorto non è qualcosa di personale, di intimistico: è gioia da traboccare agli altri, è entusiasmo che diventa contagioso. Il primo, vero, insostituibile compito del cristiano è la trasmissione della fede. La fede normalmente nasce dalla “tradizione”, cioè dal racconto che viene trasferito a tutti: afferma Paolo: “Come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, senza uno che lo annunzi?” (Rm 10,14).
Perché siamo così tiepidi e timorosi nell’essere missionari? Perché forse non abbiamo incontrato personalmente il Risorto, non ci siamo fatti cambiare la vita da lui, per poter dire come Paolo: “È apparso anche a me!” (1 Cor 15,8). Il profeta è l’uomo afferrato dalla Parola di Dio, invaso, posseduto da essa: Geremia parlerà addirittura di seduzione (Ger 20,7); la Parola diventa in lui un fuoco ardente, che brucia nelle ossa, incontenibile (Ger 20,9). Saremo trasmettitori della Parola nella misura in cui ne saremo conquistati, innamorati. Il vero problema dell’annuncio di Gesù è il nostro amore per lui!
Tutti missionari
Ha scritto Papa Francesco nella “Evangelii gaudium”: “L’intimità della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante… Fedele al modello del Maestro, è vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno” (n. 24).
Tutti abbiamo questa vocazione: preti, suore e laici. Per tutti vale l’ammonimento di Paolo: “E’ un dovere per me predicare il vangelo: guai a me se non predicassi il vangelo!” (1 Cor 9,16); tutti dobbiamo annunziare la Parola “in ogni occasione, opportuna e non opportuna” (2 Tm 4,2). E se preti e consacrati lo fanno “istituzionalmente”, ai laici dice il Concilio: “Ogni laico deve essere un testimone della resurrezione e della vita del Signore Gesù e un segno del Dio vivo al cospetto del mondo” (LG 38); “I laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per mezzo loro… Grava quindi su tutti i laici il glorioso peso di lavorare affinché il divino disegno di salvezza raggiunga ogni giorno più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra. Sia perciò loro aperta qualunque via (ndr: !!!) affinché… anch’essi attivamente partecipino all’opera salvifica della Chiesa” (LG 33); “In questo ufficio appare di grande valore quello stato di vita che è santificato da uno speciale sacramento, cioè la vita matrimoniale a familiare. Là si ha l’esercizio ed una eccellente scuola di apostolato dei laici… La famiglia cristiana proclama ad alta voce e le virtù presenti del Regno di Dio e la speranza della vita beata… I laici quindi, anche quando sono occupati in cure temporali, possono e devono esercitare una preziosa azione per l’evangelizzazione del mondo….; bisogna che tutti cooperino alla dilatazione e all’incremento del Regno di Cristo nel mondo” (LG 35).
Una Chiesa sempre in uscita
Ha detto Papa Francesco: “La Chiesa deve essere come Dio, sempre in uscita; e quando la Chiesa non è in uscita, si ammala di tanti mali che abbiamo nella Chiesa. E perché queste malattie nella Chiesa? Perché non è in uscita. È vero che quando uno esce c’è il pericolo di un incidente. Ma è meglio una Chiesa incidentata, per uscire, per annunziare il Vangelo, che una Chiesa ammalata da chiusura. Dio esce sempre, perché è Padre, perché ama. La Chiesa deve fare lo stesso: sempre in uscita”.
Buona Misericordia a tutti!
Vangelo di Domenica 21 Maggio: Matteo 28, 16-20
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it).
Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Il concetto di missione è forse oggi più che mai in crisi: perché evangelizzare? Forse che Dio non salva tutti? E allora non è meglio limitarsi a un dialogo interreligioso? E non è più urgente la promozione umana, in un mondo in cui miliardi di persone soffrono la fame e vedono calpestati i loro diritti fondamentali?
La missione della Chiesa
Eppure il Concilio Ecumenico Vaticano II ha ribadito: “La Chiesa peregrinante è per sua natura missionaria” (Ad gentes, n. 2); ed ha invitato “ciascuna comunità… ad allargare la vasta trama della sua carità fino ai confini della terra, dimostrando per quelli che sono lontani la stessa sollecitudine che ha per coloro che sono i suoi propri membri” (id., n. 37).
Già durante la sua vita Gesù aveva mandato i suoi innanzi a sé (Lc 10,1) a predicare il Vangelo e a guarire (Lc 9,1): “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi” (Gv 20,21). I discepoli sono gli operai mandati dal padrone alla sua messe (Mt 9,38; Gv 4,38), i servi inviati dal re a condurre gli invitati alle nozze del Figlio (Mt 22,3).
Finito il tempo di Gesù inizia il tempo della Chiesa. Il progetto missionario di Luca esprime la graduale espansione del Vangelo: “Voi mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1,8). Paolo, il grande missionario, è chiamato ad annunciare il Vangelo ai pagani (Gal 1,16), ad estenderlo da Israele alle nazioni (Rm 9-11).
A fine secolo Giovanni fa una sintesi poderosa, nel suo Vangelo, del tema della missione. Nel Prologo (Gv 1), egli presenta il Figlio come il Verbo (dabar – logos) del Padre: “In principio era la Parola”: se il Figlio è Parola, sono a lui connaturati la trasmissione e l’inculturazione! E questa Parola è per tutte le genti: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”. Simbolo dell’universalità della salvezza sono la donna samaritana di Sicar, figura di tutti coloro che cercano Dio (Gv 4), il funzionario regio esempio di fede (Gv 4,46-54), l’iscrizione sulla croce in ebraico, latino e greco (Gv 19,20), la preghiera “sacerdotale” di Gv 17, che meglio sarebbe definire “missionaria” (“Conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo”: Gv 17,3).
“Andate e fate discepole tutte le nazioni”
La missione dei cristiani è esplicitata dalla Parola di Gesù: “Andate e fate discepole tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,18-20).
Alcune osservazioni su questo mandato: mentre la missione di Gesù era essenzialmente limitata alle pecore perdute della casa di Israele (Mt 15,24), la missione della Chiesa è universale.
C’è un comando: “Fate discepole (Matheùsate) tutte le genti”. “Fate discepoli” secondo il senso ebraico equivale a: “Fate membri della famiglia del Maestro”. Si noti bene: “Matheùsate” è aoristo, che esprime dinamismo operativo, ed equivale quindi a: “Non cessate mai di fare membri della famiglia di Dio”.
Si esprimono quindi le modalità di questa chiamata con tre participi (tradotti come gerundi in italiano): “Andando”, l’aspetto propriamente missionario, l’uscita in cammino per raggiungere quelle che Papa Francesco chiama “le periferie”; “Immergendole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, cioè innanzitutto facendo fare a tutti gli uomini l’esperienza della Tenerezza di Dio; “Insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato”, l’aspetto catechetico.
Lo scopo è quindi fare discepoli, cioè amici, familiari di Cristo, fare aderire alla sua persona. Gesù non è uno dei tanti maestri spirituali, è il Rivelatore del Padre, è il Figlio, il Signore! Gesù non è l’annunciatore di una dottrina, è il “Dio con noi” fino alla fine del mondo (Mt 28,20)!
Un’evangelizzazione per contagio
L’esperienza del Risorto non è qualcosa di personale, di intimistico: è gioia da traboccare agli altri, è entusiasmo che diventa contagioso. Il primo, vero, insostituibile compito del cristiano è la trasmissione della fede. La fede normalmente nasce dalla “tradizione”, cioè dal racconto che viene trasferito a tutti: afferma Paolo: “Come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, senza uno che lo annunzi?” (Rm 10,14).
Perché siamo così tiepidi e timorosi nell’essere missionari? Perché forse non abbiamo incontrato personalmente il Risorto, non ci siamo fatti cambiare la vita da lui, per poter dire come Paolo: “È apparso anche a me!” (1 Cor 15,8). Il profeta è l’uomo afferrato dalla Parola di Dio, invaso, posseduto da essa: Geremia parlerà addirittura di seduzione (Ger 20,7); la Parola diventa in lui un fuoco ardente, che brucia nelle ossa, incontenibile (Ger 20,9). Saremo trasmettitori della Parola nella misura in cui ne saremo conquistati, innamorati. Il vero problema dell’annuncio di Gesù è il nostro amore per lui!
Tutti missionari
Ha scritto Papa Francesco nella “Evangelii gaudium”: “L’intimità della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante… Fedele al modello del Maestro, è vitale che oggi la Chiesa esca ad annunciare il Vangelo a tutti, in tutti i luoghi, in tutte le occasioni, senza indugio, senza repulsioni e senza paura. La gioia del Vangelo è per tutto il popolo, non può escludere nessuno” (n. 24).
Tutti abbiamo questa vocazione: preti, suore e laici. Per tutti vale l’ammonimento di Paolo: “E’ un dovere per me predicare il vangelo: guai a me se non predicassi il vangelo!” (1 Cor 9,16); tutti dobbiamo annunziare la Parola “in ogni occasione, opportuna e non opportuna” (2 Tm 4,2). E se preti e consacrati lo fanno “istituzionalmente”, ai laici dice il Concilio: “Ogni laico deve essere un testimone della resurrezione e della vita del Signore Gesù e un segno del Dio vivo al cospetto del mondo” (LG 38); “I laici sono soprattutto chiamati a rendere presente e operosa la Chiesa in quei luoghi e in quelle circostanze in cui essa non può diventare sale della terra se non per mezzo loro… Grava quindi su tutti i laici il glorioso peso di lavorare affinché il divino disegno di salvezza raggiunga ogni giorno più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra. Sia perciò loro aperta qualunque via (ndr: !!!) affinché… anch’essi attivamente partecipino all’opera salvifica della Chiesa” (LG 33); “In questo ufficio appare di grande valore quello stato di vita che è santificato da uno speciale sacramento, cioè la vita matrimoniale a familiare. Là si ha l’esercizio ed una eccellente scuola di apostolato dei laici… La famiglia cristiana proclama ad alta voce e le virtù presenti del Regno di Dio e la speranza della vita beata… I laici quindi, anche quando sono occupati in cure temporali, possono e devono esercitare una preziosa azione per l’evangelizzazione del mondo….; bisogna che tutti cooperino alla dilatazione e all’incremento del Regno di Cristo nel mondo” (LG 35).
Una Chiesa sempre in uscita
Ha detto Papa Francesco: “La Chiesa deve essere come Dio, sempre in uscita; e quando la Chiesa non è in uscita, si ammala di tanti mali che abbiamo nella Chiesa. E perché queste malattie nella Chiesa? Perché non è in uscita. È vero che quando uno esce c’è il pericolo di un incidente. Ma è meglio una Chiesa incidentata, per uscire, per annunziare il Vangelo, che una Chiesa ammalata da chiusura. Dio esce sempre, perché è Padre, perché ama. La Chiesa deve fare lo stesso: sempre in uscita”.
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Per approfondire
Vangelo di Domenica 14 Maggio: Giovanni 14, 15-21
Vangelo di Domenica 07 Maggio: Giovanni 14, 1-12
Santo del giorno 19 maggio: Maria Bernanda
Papa Francesco rende grazie per l’amicizia della Chiesa copta ortodossa per la Chiesa Cattolica
Haiti: ancora nessuna notizia di Padre Jean-Yves, il missionario clarettiano rapito il 10 marzo
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Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 23 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 27-38
Vangelo di domenica 16 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di domenica 09 febbraio: V Domenica C: Luca 5, 1-11
Vangelo di domenica 02 febbraio: Presentazione del Signore C: Luca 2, 22-40
Vangelo di domenica 26 gennaio III Domenica C: Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di domenica 19 gennaio: Giovanni 2,1-11
Vangelo di domenica 12 gennaio: Luca 3,15-22
Vangelo di lunedì 06 gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di domenica 05 gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di mercoledì 1 gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di domenica 29 dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di mercoledì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di domenica 22 dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di domenica 15 dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di domenica 08 dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di domenica 01 dicembre: Luca 21, 25-28.34-36
Vangelo di domenica 24 novembre: Giovanni 18, 33b-37
Vangelo di domenica 17 novembre: Marco 13,24-32
Vangelo di domenica 10 novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di venerdì 1 novembre: Matteo 5,1-12
Vangelo di domenica 03 novembre: Marco 12, 28b-34
Vangelo di domenica 27 ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di domenica 20 ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di domenica 13 ottobre: Marco 10, 17-30
Vangelo di domenica 06 ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di domenica 29 settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di domenica 22 settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di domenica 15 settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di domenica 08 settembre: Marco 7, 31-35
Vangelo di domenica 01 settembre: Marco 7, 1-8. 14-15. 21-23
Vangelo di domenica 25 agosto: Giovanni 6, 60-69
Vangelo di Giovedì 15 agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di domenica 18 agosto: Giovanni 6, 51-58
Vangelo di Domenica 11 agosto: Giovanni 6, 41-51
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Vangelo di Domenica 14 luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 07 luglio: Marco 6, 1-6
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Vangelo di Domenica 16 giugno: Marco 4, 26-34
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Vangelo di Domenica 02 giugno: Marco 14, 12-26; 16, 22-26
Vangelo di Domenica 26 maggio: Matteo 28, 16-20
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Vangelo di Domenica 12 maggio: Marco 16, 15-20
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Vangelo di Domenica 28 aprile: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 21 aprile: Giovanni 10, 11-18
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Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
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Vangelo di Domenica 17 marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 10 marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 03 marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 25 febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 18 febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 11 febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 04 febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 28 gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 21 gennaio: Marco 1, 14-20
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Vangelo di Lunedì 01 gennaio: Luca 2, 16-21
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Vangelo di Lunedì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
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Vangelo di Venerdì 8 dicembre: Luca 1, 26-38
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Vangelo di Domenica 26 novembre: Matteo 25, 31-46
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Vangelo di Domenica 10 Luglio: Luca 10, 25-37
Vangelo di Domenica 3 Luglio: Luca 10, 1-20
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Vangelo di Domenica 15 Maggio: Giovanni 13, 31-35
Vangelo di Domenica 8 Maggio: Giovanni 10, 27-30
Vangelo di Domenica 1 Maggio: Giovanni 21, 1-23
Vangelo di Domenica 24 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Domenica 17 Aprile: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di Domenica 10 Aprile: Luca 22, 14-23, 56
Vangelo di Domenica 3 Aprile: Giovanni 8, 1-11
Vangelo di Domenica 27 Marzo: Luca 15 ,1-3.11-32
Vangelo di Domenica 20 Marzo: Luca 13, 1-9
Vangelo di Domenica 13 Marzo: Luca 9, 28-36
Vangelo di Domenica 6 Marzo: Luca 4, 1-13
Vangelo di Domenica 27 Febbraio: Luca 6, 39-45
Vangelo di Domenica 20 Febbraio: Luca 6, 27-38
Vangelo di Domenica 13 Febbraio: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di Domenica 6 Febbraio: Luca 5, 1-11
Vangelo di Domenica 30 Gennaio Luca 4, 21-30
Vangelo di Domenica 23 Gennaio Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di Domenica 16 Gennaio: Giovanni 2, 1-11
Vangelo di Domenica 9 Gennaio Luca 3, 15-16.21-22
Vangelo di Giovedì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 2 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Sabato 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 26 Dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di Sabato 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 19 Dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di Domenica 12 Dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di Mercoledì 8 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 5 Dicembre: Luca 3, 1-6
Vangelo di Domenica 28 Novembre: Luca 21, 25-28. 34-36
Vangelo di Domenica 21 Novembre: Giovanni 13, 33-37
Vangelo di Domenica 14 Novembre: Marco 13, 24-32
Vangelo di Domenica 7 Novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di Lunedì 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 31 Ottobre: Marco 12, 28-34
Vangelo di Domenica 24 Ottobre: Marco 10, 46-52
Vangelo di Domenica 17 Ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Marco 10, 17-31
Vangelo di Domenica 3 Ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di Domenica 26 Settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di Domenica 19 Settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di Domenica 12 Settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di Domenica 5 Settembre: Marco 7, 31-37
Vangelo di Domenica 29 Agosto: Marco 7, 1-8.14-15.21-23
Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre