Dal Vangelo secondo Giovanni

Giovanni 16, 12-15

12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13 Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, ​sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it).
Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.

Una Chiesa guidata dallo Spirito

Luca negli Atti menziona ventun volte “lo Spirito il Santo”, con l’articolo in greco (“tò pnèuma tò àghion”), sedici volte parla dello “Spirito Santo”, senza articolo, nove volte si parla dello “Spirito”, senza aggettivo; due volte si dice: “lo Spirito del Signore” e una volta “lo Spirito di Gesù”. Almeno venti volte si dice che i cristiani sono “pieni di Spirito Santo”. “In poche parole, si ricava l’impressione che l’inizio e l’espansione del movimento cristiano stiano sotto il segno dello Spirito Santo” (R. Fabris).

Il racconto della Pentecoste (At 2,1-40) sottolinea come lo Spirito trasformi una comunità chiusa e pavida in una Chiesa evangelizzatrice, capace di parlare e di essere capita da uomini di tutte le razze. Inoltre la Chiesa diventa la comunità escatologica tutta di profeti promessa ad Israele: “Vi darò un cuore nuovo, e metterò dentro di voi uno Spirito nuovo” (Ez 36,26-27; cfr Is 44,3-4; Gl 3,1-2).

La Chiesa è sempre guidata e retta dallo Spirito: “La Chiesa… cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo” (At 9,31 Questa presenza continua dello Spirito permette agli apostoli di affermare di fronte al sinedrio: “Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a coloro che si sottomettono a lui” (At 5,32); o di dire, insieme agli anziani, dopo il primo “Concilio di Gerusalemme”: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi” (At 15,28).

“Il dono dello Spirito per sé non è legato a nessuna struttura o istituzione umana, neppure al rito del battesimo (At 10,44-48)” (R. Fabris). La stessa struttura “gerarchica” della prima Chiesa è opera dello Spirito: Paolo ricorda ai presbiteri di Efeso che “lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue” (At 20,28).

“Nella Chiesa delle origini la presenza dello Spirito santo era una presenza intima alla Chiesa, direttiva, decisionale, che forniva la forza divina necessaria all’evangelizzazione ma che era anche sorgente di prodigi e guarigioni… La Chiesa cristiana delle origini si distingue per il suo cristocentrismo e per il suo pneumatocentrismo, cioè sulla consapevolezza di essere fondata sugli eventi pasquali di Gesù Cristo morto e risorto, e sulla discesa e presenza continuata e attiva dello Spirito Santo, ricevuto dal Risorto… Lo Spirito e il Cristo costituiscono, dunque, i due soggetti trascendenti della Chiesa del Nuovo Testamento, soggetti che la comunità non ha mai perso di vista perché consapevole che se questo accadesse la Chiesa perderebbe la sua stessa identità. È questo veramente un dato basilare dell’ecclesiologia biblica: la consapevolezza della Chiesa neotestamentaria di non appartenere, in maniera radicale, a nessun passato religioso e culturale, ma di procedere direttamente da un’azione molteplice e sconvolgente di Dio, compiuta in Gesù Cristo e nello Spirito Santo” (S. T. Stancati).

Afferma Papa Francesco: “Nel Credo, subito dopo aver professato la fede nello Spirito Santo, diciamo: «Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica». C’è un profondo legame tra queste due realtà di fede: è lo Spirito Santo, infatti, che dà vita alla Chiesa, guida i suoi passi. Senza la presenza e l’azione incessante dello Spirito Santo, la Chiesa non potrebbe vivere e non potrebbe realizzare il compito che Gesù risorto le ha affidato di andare e fare discepoli tutti i popoli (cfr Mt 28,18)… Chi è il vero motore dell’evangelizzazione nella nostra vita e nella Chiesa? Paolo VI scriveva con chiarezza: «È lui, lo Spirito Santo che, oggi come agli inizi della Chiesa, opera in ogni evangelizzatore che si lasci possedere e condurre da Lui»… Per evangelizzare, allora, è necessario ancora una volta aprirsi all’orizzonte dello Spirito di Dio, senza avere timore di che cosa ci chieda e dove ci guidi”.

Gesù non ci ha detto tutto

“Gesù (Gv 16,12-15) è consapevole di aver narrato, spiegato (exeghésato: Gv 1,18) Dio ai discepoli…, ma sa anche che avrebbe potuto dire molte cose in più. Gesù sa che c’è una progressiva iniziazione alla conoscenza di Dio, una crescita di questa stessa conoscenza, che non può essere data una volta per tutte. Il discepolo impara a conoscere il Signore ogni giorno della sua vita, «di inizio in inizio, per inizi che non hanno mai fine» (Gregorio di Nissa). La vita del discepolo deve essere vissuta per una comprensione sempre più grande, e tutto ciò che una persona vive (incontri, realtà, ecc.), attraverso l’energia dello Spirito santo apre una via, approfondisce la conoscenza, rivela un senso. Ognuno di noi lo sperimenta: più andiamo avanti nella vita personale e nella risposta alla chiamata del Signore nella storia, più lo conosciamo! Il Vangelo è sempre lo stesso, “Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre” (Eb 13,8), non cambia, ma noi lo conosciamo meglio proprio vivendo la nostra storia e la storia del mondo. Per questo Gesù confessa di non aver detto tutto: ha detto l’essenziale riguardo a Dio, quello che basta alla salvezza, ma la conoscenza è infinita. Ora Gesù è nel Regno con il Padre… Nuovi eventi e realtà sono illuminati e compresi proprio grazie alla presenza dello Spirito santo” (E. Bianchi).

Lo Spirito vi guiderà a tutta la verità

La dottrina della Chiesa è quindi in continua evoluzione fino alla fine dei tempi. Questo perché “ogni scriba divenuto discepolo del Regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13,52). Infatti la Chiesa ha ricevuto il dono dello Spirito che la guida in maniera dinamica a una comprensione sempre più piena del mistero di Dio. Lo Spirito ci guida quindi progressivamente, giorno dopo giorno, alla “verità tutta intera” (Gv 16,13).

Una teologia in divenire

“Gesù assicura che «quando verrà lui, lo Spirito della verità… vi annuncerà… le cose future»… Lo Spirito spinge al futuro. Lo Spirito non ripete le cose del passato… Che cosa significa questo? Che la tensione della comunità cristiana ai sempre nuovi bisogni dell’umanità, farà scoprire nuove capacità di risposta. In queste nuove risposte ai bisogni dell’umanità emerge lo Spirito della verità. Questa è la dinamica della vita del cristiano, quindi, sempre teso verso il nuovo, sempre pronto a dare nuove risposte, non le risposte antiche. Non si possono dare ai bisogni di oggi risposte antiche, ma formulare, inventare, creare, nuove risposte per i bisogni dell’umanità” (A. Maggi).

Scriveva Ortensio da Spinetoli: “L’evangelizzazione non è la standardizzazione dei testi neotestamentari, ma la loro rilettura, reinterpretazione, trasposizione alle situazioni nuove in cui l’uomo è chiamato a vivere e alla maturità spirituale a cui è pervenuto. Importa sempre ricordare ciò che Gesù ha detto e fatto, ma ancor più ciò che direbbe e farebbe se, per aiutarlo a risolvere i suoi problemi, si rivolgesse all’uomo di oggi, inquadrato in situazioni sociali e culturali ben diverse dalle sue. E siccome egli non ha più la possibilità di intervenire spetta ai suoi seguaci l’arduo compito di attualizzare nel tempo il suo messaggio. La parola di Dio non è lettera morta ma viva e, come la vita, capace di crescita e di adattamento (Eb 4,12)”.

Buona Misericordia a tutti!

Carlo Miglietta

Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.