Dal Vangelo secondo Luca

Luca 4, 21-30

“21Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». 22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: «Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!»». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno.29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù.30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino” (Lc 4,21-30).

Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, ​sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it).
Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.

TU NON SEI UN DIO MUTO…

O Dio, abbiamo bisogno di risposte: la nostra vita ha un fine? Perché lottare, perché essere buoni? Perché il dolore, che tutti ci attanaglia? E perché la morte, che distrugge le nostre speranze e i nostri amori? Vaghiamo, oggi più che mai, con dubbi inquietanti e rabbie mal represse, tra angoscianti silenzi e frastuoni di responsi… E cerchiamo da guru e maestri, indovini e santoni, negli oroscopi o nelle nuove filosofie, la risposta…

Ma tu non sei un Dio muto: da sempre hai parlato, mandando al mondo ieri come oggi i tuoi profeti (da “pro-phaino”, parlo a nome di un altro), tuoi messaggeri (Ag 1,13), da te chiamati (“nabi”) per gridare i tuoi messaggi al mondo (Es 7,1-2; 4,16; Ger 15,19), ma prima di tutto veggenti (“hozeh”), contemplanti il tuo mistero d’amore, uomini di Dio (1 Sam 9,8-10) e dello Spirito (Os 9,7).

Tu non sei un Dio muto: e tramite questi tuoi servi (Ger 7,25; Is 52,13-53,12), che tu che scegli ed invii (Is 6; Ger 1; Ez 1-3; Am 7; Os 2…), sempre ci parli; essi sono schiavi della tua Parola, che li seduce, che diventa fuoco incontenibile che brucia dentro di essi (Ger, 20,7-9): così diventano tua bocca, facendo sempre più tacere le loro parole per far risuonare soltanto la Parola, fino a diventare “agnello afono” (Is 53,7). E per noi essi diventano le sentinelle (Is 52,8), i custodi (Is 21,11-12), i pastori (Zc 10,2-3), i potenti intercessori e mediatori (Es 32; 1 Sam 8.12; Ger 15.18…), anche se, oggi come ieri, sempre li osteggiamo, li perseguitiamo ed uccidiamo (Ger 20; Is 8,17; Ez 3,14-15; 1 Re 18-19…).

Tu non sei un Dio muto: e nella pienezza dei tempi (Dt 18,9-22) ci mandi tuo Figlio stesso, Gesù, come tuo profeta ultimo e definitivo, esegesi finale di tutte le profezie, tua totale Rivelazione (Lc 6,4). Luca ce lo presenta profeta (9,8.19) pervaso dal tuo Spirito (4,1. 14. 18; 10,21); la sua Parola è tua Parola (4,43; 7,19-23; 8,1; 16,16), ripiena della tua potenza (“exousìa”: 20,1-8). Come tutti i profeti, non l’abbiamo accolto (4,24); come i profeti, l’abbiamo ucciso a Gerusalemme (13,33). Ma la sua morte è il fondamento della “nuova alleanza nel suo sangue, che viene versato per noi” (22,20). Perché egli è anche l’unico Salvatore (“soter”: 1,78-79; 2,11.30-32), colui in cui tu ci hai definitivamente visitato (7,16; 19,44), che porta la tua Pace (“Shalom”), riconciliazione festosa e piena con Dio e tra gli uomini (2,14; 19,38.42), la liberazione da ogni male, dalla malattia, dalla paura, dalla morte, dalla menzogna, dalla violenza, dall’ingiustizia (4,18-19; 7,22), dal peccato (5,20-32; 15,1-2; 7,47-49; 19,10; 15); riscatto universale, senza distinzioni culturali, sessuali, etniche o religiose (13,29; 23,39-43), ma soprattutto per i più poveri, i disgraziati, gli esclusi, gli oppressi (4,16-21: cfr Is 61, 1-2; 13,22-30; 14,15-24); redenzione che supera la storia (21,28; 23,41) e che instaura per sempre in mezzo a noi il tuo Regno (17,21). Perché Gesù è il Signore (2,11…) e il tuo Unigenito, in cui tu ti sei compiaciuto (1,35; 2,49; 3,21-22; 9,35…).

Tu non sei un Dio muto: ormai in Gesù la tua stessa Parola, il tuo stesso Verbo (Gv 1,1) si è fatto carne e in ha posto la tua Presenza in mezzo a noi (Gv 1,14). Gesù è la tua risposta definitiva agli uomini: in lui ogni domanda trova ormai soluzione, ogni desiderio appagamento, ogni angoscia conforto, ogni sofferenza guarigione, la morte resurrezione. Tu non sei un Dio muto!

Buona Misericordia a tutti!

Carlo Miglietta

Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.