Dal Vangelo secondo Marco

Marco 1, 21-28

21 Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22 Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. 23 Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24 «Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». 25 E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell’uomo». 26 E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27 Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». 28 La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.

Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, ​sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it).
Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.

Questo brano di Vangelo è il racconto di una giornata tipo di Gesù (1,21-28). Gesù entra nella città di Pietro, a Cafarnao, sul lago di Tiberiade. Qui insegna con exousìa, cioè con autorità: tutti coglievano come Gesù insegnasse con autorità, e non come gli scribi.

Subito Gesù esplicita il suo potere con un esorcismo. Certamente l’attività di esorcista, cioè di cacciare i demoni, è un’attività storica nella vita di Gesù. Nel Vangelo di Marco, che è un Vangelo breve, di soli 16 capitoli, vengono raccontati ben 4 esorcismi. Gesù viene accusato al cap. 3 di essere in combutta con Belzebù, cioè con il principe dei demoni, e anche un’opera giudaica, il Talmud Babilonese, quindi contraria a Gesù Cristo, dirà che Gesù è stato accusato di magia per esorcismo.

Nel mondo giudaico contemporaneo a Gesù era credenza che il demonio fosse l’origine della malattia, della morte, del peccato. Il demonio cerca di intimorire Gesù e proclama: “Io so chi sei tu: sei il Figlio di Dio!”. Si dice che in Marco i veri teologi siano i demoni, cioè sono coloro che rivelano proprio sempre chi è Gesù. I discepoli invece non lo capiscono, mentre i demoni intuiscono sempre tutto.

Ma Gesù “gli intimò”: il verbo epitiman tecnicamente significa anche “esorcizzare”. Nei rituali pagani c’erano dei riti magici, nel Vangelo mai. C’è la minaccia, l’ordine dell’esorcista e infine la reazione e l’effetto sull’indemoniato.

La tradizione monoteistica non ammetteva altre presenze di fronte a Dio: lo stesso serpente di Genesi 3,1 altro non era che la più astuta delle bestie selvatiche fatte dal Signore. Nei Vangeli, a differenza della mentalità circostante, c’è un’estrema sobrietà sul demonio: è il modo con cui si esprime, secondo la cultura di allora, il male fisico e la malattia.

I demoni sono però presentati come esseri intelligenti, che tentano Gesù, che parlano con lui, che ne confessano la divinità. Ma il grande annuncio del Vangelo è che Gesù è venuto a portare i demoni a rovina (Mc 1,24): egli è “il più forte” (Lc 11,22) che viene a distruggere il loro potere, e ciò è segno “che è giunto a voi il regno di Dio” (Lc 11,14-22).

Il diavolo ormai non ci fa più paura: questa forza malefica è completamente vinta, sottomessa alla Signoria del Signore, nel cui nome è cacciato e vinto, e tale capacità verrà data ai discepoli, i quali constatano la caduta definitiva di Satana (Lc 10,18-19).

Gesù viene quindi a sconfiggere il male, a liberare il mondo dalle potenze che lo schiavizzano, Gesù viene a guarire le nostre divisioni, tutte, quindi la nostra schizofrenia, le nostre ansie, le nostre depressioni. Dobbiamo riprendere questo senso di Cristo come guaritore oggi. Perché è inutile che io dica: “Signore, sei la mia gioia!”, e poi esco fuori e sono più musone degli altri. O: “Signore, sei la mia speranza!”, e poi sono sempre pessimista e coloro tutto di nero. O: “Signore, sei la mia pace!”, e poi mi riempio di ansiolitici perché non riesco ad andare avanti.

La santità è calare ciò che crediamo in un vissuto esperienziale: allora veramente Cristo animerà nei meandri dei nostri cuori un festa senza fine.

II male è uno spirito maligno, spirito padronale, spirito di autoaffermazione, spirito di egoismo, spirito di dominio, spirito del massimo profitto. Questo spirito di dominio e potere si incarna, in campo economico, nello sfruttamento e nell’oppressione; in campo sociale nel privilegio di alcune classi, di alcune caste, nell’imperialismo, nel colonialismo, nel razzismo, nelle guerre, nella violenza, nella corruzione; in campo politico nell’uso sfrenato del potere; in quello culturale nelle ideologie; in quello individuale nell’egoismo, nella superbia, nella concupiscenza della carne. Chi segue Cristo, è liberato da questi spiriti del male, perché Gesù li ha vinti una volta per tutte.

Di fronte a questi esorcismi di Gesù, la gente si stupiva, restava sbalordita (vv. 27-28). Colui che vuole accettare Dio deve stupirsi, avere la capacità di meravigliarsi, ed è per questo che Gesù dice che ai saggi e ai potenti di questo mondo il Regno di Dio è precluso, mentre invece è riservato ai bambini, ai piccoli (Mt 11,25): perché il bambino sa incantarsi, sa stupirsi. Noi abbiamo perso la capacità di meravigliarci, siamo tutti tristi e scontrosi: invece il Vangelo ci dice che dobbiamo emozionarci, ogni giorno guardare le cose belle che Dio continuamente fa, scoprire i prodigi che avvengono nella storia.

Anche la Scrittura non è quel libro noioso che ci sorbiamo sempre dai preti alla domenica. E’ un Libro da leggere con sorpresa, nella meraviglia e nella preghiera. Se sappiamo stupirci di fronte a queste cose, se sappiamo meravigliarci, se sappiamo esultare, lasciarci impressionare dal grande evento che è Cristo, allora veramente la Scrittura, sua Parola potente, diventa per noi notizia di libertà.

Buona Misericordia a tutti!

Carlo Miglietta

Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.