Quel che ha contato nella mia vita (I parte)

Don Vito Vacca, fidei donum della diocesi di Roma, condivide con noi le sue riflessioni sul comandamento di Gesù e le opere di misericordia
Anna ormai ha ottant’anni e si sente sola. È venuta a sfogarsi: “Ho sbagliato tutto nella vita. Sono sola, e i miei figli non attendono altro che l’eredità! Per loro non conta altro che i soldi”.
La domanda è diretta a tutti: cosa conta nella vita? “Per me contano i soldi, la sicurezza, la salute e che mi lascino in pace!”. Discorso usuale, comprensibile e valevole per tutti!
Ma io? Devo arrivare a 80 anni per rendermi conto di ciò che conta nella vita? Eppure Gesù era stato chiaro: aveva affermato esplicitamente che tutta la legge consiste nell’amare Dio e il prossimo. E se quel “ascolta Israele” fosse davvero la gioia che tanto cerchiamo? Forse non l’abbiamo mai preso sul serio!
Teoricamente, lo sapevo già prima, da molto tempo, ma ora mi rendo conto che quel bellissimo insegnamento evangelico era rimasto nella mia mente e nelle mie intenzioni, ma non era calato nella vita vissuta. Del resto la parola “carità”, nella lingua corrente “amore”, corre sulla lingua di tutti gli uomini ma la realtà diffusa è menefreghismo, lotte e odio.
Nel tempo del materialismo odierno conta di più quel che mangiamo oggi, senza renderci conto che nella pratica siamo tutti dominati da impulsi e portati a fare quel che non vorremmo fare! È curioso, per esempio, come tutti gli uomini vogliono la pace e tutti fanno la guerra. Gesù ha persino parlato di amare i nemici mentre noi parliamo di guerra giusta. Non ci si è resi conto che tutti pensano di fare la guerra giusta? Ucraina non ha diritto di difendere i propri confini? E Russia non ha diritto a premunirsi nei confronti di Nato che si espande nell’est? E Palestina non ha diritto di esistere? E Israele non ha diritto ad essere riconosciuto? E Sudan, con le sue tribù, Haiti, e Myanmar, Nigeria, Mali, Libia eccetera …
Nella vita di ogni giorno siamo spinti dall’istinto di conservazione, dalla paura e da interessi e doveri pratici, dal successo e dal bisogno di riscontri, dal desiderio di essere stimati ed amati, e dimentichiamo la parola “ascolta Israele!”. Ascoltare Dio è l’ultima nostra preoccupazione!
Eppure basterebbe fermarsi e pensare alle parole di Gesù. Il più grande dei comandamenti non è quello di pregare o assistere alla messa, predicare e fare elemosina, ma incredibilmente è: “Ascolta, Israele! Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti” (Matteo 22,37).
Conosciamo tutti questo comandamento, ma viverlo richiede una determinazione che spesso non abbiamo, che siamo laici o religiosi.
Almeno in me succede così. Vedi se succede anche a te!
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Don Vito Vacca, fidei donum della diocesi di Roma, condivide con noi le sue riflessioni sul comandamento di Gesù e le opere di misericordia
Anna ormai ha ottant’anni e si sente sola. È venuta a sfogarsi: “Ho sbagliato tutto nella vita. Sono sola, e i miei figli non attendono altro che l’eredità! Per loro non conta altro che i soldi”.
La domanda è diretta a tutti: cosa conta nella vita? “Per me contano i soldi, la sicurezza, la salute e che mi lascino in pace!”. Discorso usuale, comprensibile e valevole per tutti!
Ma io? Devo arrivare a 80 anni per rendermi conto di ciò che conta nella vita? Eppure Gesù era stato chiaro: aveva affermato esplicitamente che tutta la legge consiste nell’amare Dio e il prossimo. E se quel “ascolta Israele” fosse davvero la gioia che tanto cerchiamo? Forse non l’abbiamo mai preso sul serio!
Teoricamente, lo sapevo già prima, da molto tempo, ma ora mi rendo conto che quel bellissimo insegnamento evangelico era rimasto nella mia mente e nelle mie intenzioni, ma non era calato nella vita vissuta. Del resto la parola “carità”, nella lingua corrente “amore”, corre sulla lingua di tutti gli uomini ma la realtà diffusa è menefreghismo, lotte e odio.
Nel tempo del materialismo odierno conta di più quel che mangiamo oggi, senza renderci conto che nella pratica siamo tutti dominati da impulsi e portati a fare quel che non vorremmo fare! È curioso, per esempio, come tutti gli uomini vogliono la pace e tutti fanno la guerra. Gesù ha persino parlato di amare i nemici mentre noi parliamo di guerra giusta. Non ci si è resi conto che tutti pensano di fare la guerra giusta? Ucraina non ha diritto di difendere i propri confini? E Russia non ha diritto a premunirsi nei confronti di Nato che si espande nell’est? E Palestina non ha diritto di esistere? E Israele non ha diritto ad essere riconosciuto? E Sudan, con le sue tribù, Haiti, e Myanmar, Nigeria, Mali, Libia eccetera …
Nella vita di ogni giorno siamo spinti dall’istinto di conservazione, dalla paura e da interessi e doveri pratici, dal successo e dal bisogno di riscontri, dal desiderio di essere stimati ed amati, e dimentichiamo la parola “ascolta Israele!”. Ascoltare Dio è l’ultima nostra preoccupazione!
Eppure basterebbe fermarsi e pensare alle parole di Gesù. Il più grande dei comandamenti non è quello di pregare o assistere alla messa, predicare e fare elemosina, ma incredibilmente è: “Ascolta, Israele! Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti” (Matteo 22,37).
Conosciamo tutti questo comandamento, ma viverlo richiede una determinazione che spesso non abbiamo, che siamo laici o religiosi.
Almeno in me succede così. Vedi se succede anche a te!
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