Dal Vangelo secondo Matteo

Matteo 22, 15-21

15 Allora i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come coglierlo in fallo nei suoi discorsi. 16 Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. 17 Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?”. 18 Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: “Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? 19 Mostratemi la moneta del tributo”. Ed essi gli presentarono un denaro. 20 Egli domandò loro: “Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?”. 21 Gli risposero: “Di Cesare”. Allora disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”

Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, ​sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it).
Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.

Separazione tra Fede e politica?

“Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” (Lc 20,25): tale detto di Gesù è sempre stata letto come il suo riconoscimento dell’autorità dello Stato, nell’ottica di una separazione tra Fede e politica. Ma la replica di Gesù agli scribi e ai farisei che lo interrogano non pare così irenica: ad analizzarla in profondità, ci prospetta un Gesù potentemente rivoluzionario, che scardina il cuore dell’Impero. Non per niente l’accusa che gli verrà fatta davanti a Pilato sarà proprio di disobbedienza fiscale: “Impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re»” (Lc 23,1-2).

L’uomo immagine di Dio

Gesù, prima di rispondere al quesito che gli viene posto, chiede di vedere la moneta. “E’ evidente che Gesù faccia diretto riferimento a Gen 1,27 (ndr: l’umanità immagine di Dio) quando chiede a chi appartiene l’immagine della moneta…. Gesù, partendo dalla domanda dei farisei sulle tasse, riporta le cose all’ordine primordiale, «al principio»: ritornate ad essere l’immagine di creature di Dio e non le scimmie dei «cesarotti» di turno… Voi siete immagine di Dio e ve ne siete dimenticati. Restituite a Dio la sua creatura e il segno vivente della sua presenza nel mondo: e date a Dio quello che gli appartiene: voi stessi” (P. Farinella).

Uno slogan sovversivo

“La novità di Gesù sta nella seconda parte della risposta, con la quale riprende quello che i suoi interlocutori avevano omesso o dimenticato: Dio” (P. Farinella). “Gesù non parla assolutamente di separazione tra «Stato e Chiesa»… L’opposizione che Gesù pone tra Cesare e Dio è di natura religiosa, non politica: si tratta di scegliere tra il Dio creatore e Cesare imperatore” (P. Farinella). Come dice Ortensio da Spinetoli, “l’affermazione: «Date a Dio quel che è di Dio» ha un risvolto rivoluzionario… Poteva essere una parola d’ordine, uno slogan che mobilitava l’intera nazione, come qualsiasi altro popolo oppresso…. La terra e ciò che essa contiene è del Signore e la dona in modo equanime a tutti e non ai vari Cesari che si arrogano poteri sostitutivi”.

Servire Dio nei fratelli

Tutti noi, fatti a immagine e somiglianza di Dio, apparteniamo solo a lui. Afferma Paolo: “Voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Cor 3,22-23)”. Ogni volta che un Fratello o una Consorella delle Misericordie fa un servizio a qualche bisognoso, serve direttamente Dio, di cui il povero è immagine vivente.

Buona Misericordia a tutti!

Carlo Miglietta

Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.