
Conclave
Perché si chiama CONCLAVE?
La parola deriva dal latino cum-clave e significa “chiuso a chiave”.
Nei giorni del Conclave, che inizia tra il quindicesimo e il ventesimo giorno dalla morte del Papa, ci sono regole molto ferree, tra cui il divieto assoluto di contatti con l’esterno. Proibiti l’uso dei telefoni e la lettura dei giornali, per evitare qualsiasi influenza o interferenza nella scelta.
Da dove ha origine la parola Conclave?
Risale al 1270, quando si doveva eleggere il successore di papa Clemente IV e la sede papale era a Viterbo.
Gli abitanti, stanchi delle indecisioni dei cardinali che fecero durare i lavori quasi tre anni (dal 12 novembre 1268), li chiusero a chiave nella sala grande del palazzo papale e ne scoperchiarono il tetto. Fu il conclave più lungo della storia: il nuovo pontefice, papa Gregorio X, venne eletto, infatti, il 1° settembre 1271.
Qual è la frase che dà inizio al Conclave?
“Extra omnes”: fuori tutti. È la frase con cui, subito dopo il giuramento in latino, inizia l’isolamento dei cardinali elettori dal resto del mondo all’interno della Cappella Sistina.
A pronunciarla è il maestro delle celebrazioni liturgiche. Da questo momento, le porte della Cappella Sistina vengono chiuse e le finestre sigillate.
Seme di Misericordia
Di là, più tardi, parlerò un linguaggio nuovo; nel silenzio ascolterò, e darò le risposte dell’amore. Già, rivivo, con te, o Signore, la tenerezza di Amore, la tua sete di misericordia.
Padre Francesco Zambotti
Tenda di Cristo
San Giuseppe Lavoratore Oggi: Modello di Misericordia operosa e Dignità del lavoro cristiano
San Giuseppe Lavoratore ci parla oggi con il silenzio delle mani operose e il cuore giusto. Uomo di misericordia concreta, ci insegna a servire Dio attraverso il lavoro onesto e l’aiuto al prossimo. Nelle opere di misericordia quotidiane, riscopriamo la santità nascosta nella fedeltà, nella giustizia e nella carità.
VANGELO DI OGGI
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,54-58
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?».
Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua».
E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Commenti al Vangelo di oggi
Commento al Vangelo di Padre Giordano Favillini
Il padre ama il figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Le vicende umane, la storia del mondo è fatta dagli uomini, ma tutto si svolge sotto il potere di Gesù. Rimane libero l’uomo nel suo libero arbitrio, ma chi non riconosce l’autorità di Gesù non edifica ma distrugge.

Il Giubileo: oggi
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Mostra Luigi Caflisch