Il Pontificato di Papa Francesco – Parte 1

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29 Aprile 2025

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Il pontificato di Papa Francesco ricordato nel Rogito e durante la Messa esequiale

La vita di Papa Francesco è stata ricordata venerdì sera durante la sigillatura della bara nella Basilica di San Pietro, venerdì 25 aprile. Come da tradizione, un “Rogito” o Atto, che riassume la sua vita e il suo pontificato, è stato sigillato all’interno di un cilindro di metallo e posto nella bara.

Prima della Messa di Requiem, la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato il testo integrale dell’Atto, scritto in latino. Quella che segue è una traduzione in inglese dell’Atto, pubblicata da Vatican News.

ATTO PER IL PIOCE PASSAGGIO

DI SUA SANTITÀ FRANCESCO

MORTE, INTERMEDIO ED ENTOMBAMENTO

DI FRANCESCO DI SANTA MEMORIA

 Con noi, pellegrini della speranza, guida e compagno di viaggio verso la grande meta a cui siamo chiamati – il Paradiso – il 21 aprile dell’Anno Santo 2025, alle 7.35 del mattino, mentre la luce della Pasqua illuminava il secondo giorno dell’Ottavario, il lunedì di Pasqua, l’amato Pastore della Chiesa, Francesco, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Comunità cristiana, specialmente i poveri, ha reso lode a Dio per il dono del suo servizio reso con coraggio e fedeltà al Vangelo e alla mistica Sposa di Cristo.

Francesco è stato il 266° Papa. Il suo ricordo rimane nel cuore della Chiesa e di tutta l’umanità

Jorge Mario Bergoglio, eletto Papa il 13 marzo 2013, è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, da immigrati piemontesi: il padre Mario era un contabile impiegato presso le ferrovie, mentre la madre, Regina Sivori, si occupava della casa e dell’educazione dei cinque figli. Dopo aver conseguito il diploma di tecnico chimico, scelse la strada del sacerdozio, entrando prima nel seminario diocesano e, l’11 marzo 1958, passando al noviziato della Compagnia di Gesù. Ha proseguito gli studi umanistici in Cile e, tornato nel 1963 in Argentina, si è laureato in filosofia presso il Collegio San Giuseppe di San Miguel. È stato professore di letteratura e psicologia presso i collegi dell’Immacolata Concezione a Santa Fé e del Salvatore a Buenos Aires.

Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 13 dicembre 1969 dall’arcivescovo Ramón José Castellano e il 22 aprile 1973 ha emesso la professione perpetua nei Gesuiti. Dopo essere stato maestro dei novizi a Villa Barilari a San Miguel, professore nella facoltà di teologia, consultore della provincia argentina della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio, il 31 luglio 1973 è stato nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Dopo il 1986 ha trascorso diversi anni in Germania per completare la sua tesi di dottorato e, una volta tornato in Argentina, il cardinale Antonio Quarracino lo ha nominato suo stretto collaboratore. Il 20 maggio 1992 Papa Giovanni Paolo II lo ha nominato Vescovo titolare di Auca e Vescovo ausiliare di Buenos Aires. Ha scelto come motto episcopale Miserando atque eligendo e ha inserito nel suo stemma il cristogramma IHS, simbolo della Compagnia di Gesù.

Il 3 giugno 1997 è stato promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires e alla morte del cardinale Quarracino gli è succeduto il 28 febbraio 1998 come arcivescovo, primate d’Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese e gran cancelliere dell’Università Cattolica. Giovanni Paolo II lo ha creato cardinale nel concistoro del 21 febbraio 2001, assegnandogli il titolo di San Roberto Bellarmino. Nell’ottobre dello stesso anno è stato relatore generale aggiunto alla X Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

Era un pastore semplice e molto amato nella sua arcidiocesi, che viaggiava ovunque, anche in metropolitana e in autobus. Viveva in un appartamento e si preparava la cena da solo, perché si sentiva uno del popolo.

Tra i cardinali riuniti in conclave dopo le dimissioni di Benedetto XVI, è stato eletto Papa il 13 marzo 2013 e ha preso il nome di Francesco, perché, seguendo l’esempio di San Francesco d’Assisi, desiderava soprattutto prendersi cura dei più poveri del mondo. Dalla Loggia delle Benedizioni si è affacciato e ha pronunciato le seguenti parole:

“Fratelli e sorelle, buonasera! E ora, riprendiamo questo cammino – Vescovo e Popolo. Questo viaggio della Chiesa di Roma che presiede nella carità a tutte le Chiese. Un cammino di fraternità, di amore, di fiducia tra noi”.

E, chinando il capo, ha detto:

“Vi chiedo di pregare il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo che chiede la benedizione per il suo Vescovo”.

Il 19 marzo, solennità di San Giuseppe, iniziò ufficialmente il suo ministero

Sempre attento agli ultimi e a chi è scartato dalla società, Francesco al momento dell’elezione ha scelto di vivere alla Domus Sanctae Marthae, perché non poteva fare a meno del contatto con la gente, e fin dal primo Giovedì Santo ha voluto celebrare la Messa della Cena del Signore fuori dal Vaticano, visitando carceri, centri di accoglienza per disabili o tossicodipendenti. Esortava i sacerdoti ad essere sempre pronti ad amministrare il sacramento della misericordia, ad avere il coraggio di lasciare le sacrestie per andare alla ricerca delle pecorelle smarrite e a tenere aperte le porte delle chiese per accogliere chi desidera incontrare il Volto di Dio Padre.

Ha esercitato il ministero petrino con instancabile dedizione a favore del dialogo con i musulmani e i rappresentanti di altre religioni, talvolta invitandoli a incontri di preghiera e firmando dichiarazioni congiunte per la concordia tra i fedeli di diverse fedi, come il Documento sulla Fraternità Umana firmato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi con il leader sunnita al-Tayyeb. Il suo amore per i poveri, gli anziani e i bambini lo ha portato a inaugurare le Giornate mondiali dei poveri, dei nonni e dei bambini. Ha anche istituito la Domenica della Parola di Dio.

Più di ogni altro predecessore ampliò il Collegio cardinalizio, convocando dieci concistori in cui creò 163 cardinali – 33 elettori e 30 non elettori – provenienti da 73 nazioni, 23 delle quali non avevano mai avuto un cardinale. Convocò cinque sessioni del Sinodo dei Vescovi: tre assemblee generali ordinarie sulla famiglia, sui giovani e sulla sinodalità; un’assemblea straordinaria sempre sulla famiglia e una sessione speciale per la regione Pan-Amazzonia.

Spesso la sua voce si è levata in difesa degli innocenti. Allo scoppio della pandemia di Covid-19, la sera del 27 marzo 2020 pregò da solo in Piazza San Pietro, il cui colonnato abbracciava simbolicamente Roma e il mondo, per l’umanità spaventata e colpita dalla sconosciuta epidemia. Gli ultimi anni del suo pontificato furono segnati da numerosi appelli alla pace, contro la Terza Guerra Mondiale a pezzi che si stava svolgendo in vari Paesi – soprattutto in Ucraina – così come in Palestina, Israele, Libano e Myanmar.

Dopo il ricovero del 4 luglio 2021, durato dieci giorni per un intervento chirurgico al Policlinico Agostino Gemelli, il 14 febbraio 2025 Francesco torna nello stesso ospedale per una degenza di 38 giorni a causa di una polmonite bilaterale. Tornato in Vaticano, trascorre le ultime settimane a Casa Santa Marta, dedicandosi fino alla fine, con la stessa passione, al suo ministero petrino, anche se non completamente guarito. Il giorno di Pasqua del 20 aprile 2025 apparve per l’ultima volta sulla loggia della Basilica di San Pietro per impartire la solenne benedizione Urbi et Orbi.

Il magistero dottrinale di Papa Francesco è stato estremamente ricco

Testimone di uno stile sobrio e umile, fondato sull’apertura missionaria, sul coraggio apostolico e sulla misericordia, attento a evitare le insidie dell’autoreferenzialità e della mondanità spirituale nella Chiesa, il Pontefice ha esposto il suo programma apostolico nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013). Tra i suoi documenti principali vi sono quattro encicliche: Lumen fidei (29 giugno 2013), sulla fede in Dio; Laudato si’ (24 maggio 2015), sull’ecologia e la responsabilità dell’umanità nella crisi climatica; Fratelli tutti (3 ottobre 2020), sulla fraternità umana e l’amicizia sociale; e Dilexit nos (24 ottobre 2024), sulla devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù.

Promulgò sette esortazioni apostoliche, trentanove costituzioni apostoliche, numerose lettere apostoliche – molte delle quali motu proprio – tra cui due bolle di indizione di Anni Santi, oltre alle catechesi presentate nelle udienze generali e ai discorsi pronunciati in tutto il mondo. Dopo aver istituito le Segreterie per la Comunicazione e per l’Economia e i Dicasteri per i Laici, la Famiglia e la Vita e per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale, ha riformato la Curia Romana emanando la costituzione apostolica Praedicate Evangelium (19 marzo 2022). Ha modificato il processo canonico per le cause di nullità del matrimonio nel CCEO e nel CIC (Mitis et misericors Iesus e Mitis Iudex Dominus Iesus) e ha inasprito la legislazione sui crimini commessi dal clero contro i minori o le persone vulnerabili (Vos estis lux mundi).

Francesco ha lasciato a tutti una meravigliosa testimonianza di umanità, di vita santa e di paternità universale.

 

CORPUS FRANCISCI P.M.

VIXIT ANNOS LXXXVIII, MENSES IV DIES IV.

ECCLESIAE UNIVERSAE PRAEFUIT

ANNOS XII MENSES I DIES VIII

Semper in Christo vivas, Pater Sancte!

CORPO DI FRANCESCO P.P.

VISSE 88 ANNI, 4 MESI, 4 GIORNI

PRESIEDETTE LA CHIESA UNIVERSALE

PER 12 ANNI, 1 MESE, 8 GIORNI.

“Possa tu vivere sempre in Cristo, Santo Padre!”.

(I testimoni delle liturgie e della sepoltura…)

 

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