I sogni di un missionario… PAZIENTARE

il: 

6 Agosto 2025

di: 

pazienza

Che cosa sogna un missionario? In questa nuova rubrica, ce lo racconterà padre Oliviero Ferro, missionario saveriano

Siamo abituati a vedere i missionari e le missionarie come persone “di azione”, concrete, che fanno i fatti. Perché, di fronte alla povertà e a tante situazioni drammatiche, sanno tenere i piedi per terra.

Tuttavia, prima di agire, loro sognano in grande. La loro stessa vocazione è il sogno di Dio che si realizza nel mondo; è il segno di un pensiero che sa darsi le ali per volare lontano e farsi vicino.

Partire, sperare, crescere, imparare, donare…
Sono solo alcuni dei sogni dei missionari. Sono i desideri di infinito che hanno nel cuore, e che traducono in amore, servizio e condivisione nella vita dei fratelli incontrati.

Dai sogni alle opere, appunto.

Quante volte mi veniva da perdere la pazienza.

Noi Europei vogliamo le cose fatte subito e bene. Non tolleriamo i ritardi, le scuse o quant’altro. Ma quando devi lavorare con i fratelli dell’Africa, devi armarti di pazienza (e anche loro lo fanno nei tuoi confronti).

C’ è un proverbio che dice “pole pole, ndiyo mwendo” (piano piano è il modo di camminare) e un altro “haraka haraka, haina baraka” (la fretta non è benedetta). E così ti devi rassegnare, cioè incominciare a capire che in un modo diverso e che se vuoi restarci, devi cominciare a ragionare in un modo diverso.

Probabilmente hanno ragione loro. Noi viviamo nella fretta. Loro riflettono un po’ di più.

E quindi sogna di avere pazienza e poi comincia ad avere pazienza.

È un po’ come quando cominci ad imparare la lingua locale. Vorresti parlare subito, ma capisci che ci vuole pazienza. Loro ti aiutano ad esercitarla e alla fine, se non la perdi, riesci ad esprimerti meglio.

Una volta, mia madre ha visto due nostri operai che tagliavano un tronco di legno. Li vedeva che lavoravano con calma. Le era venuta voglia di dire di accelerare un po’ le operazioni. L’hanno guardata come per dirle che poi non c’era proprio fretta.  Morale della favola: alla sera non avevano ancora terminato. Lo avrebbero fatto il giorno dopo.

Quando chiedi qualcosa, ti dicono di sì, che hanno capito. Ma poi la realizzazione sarà dilazionata nel tempo.
Cosa vuoi farci? Anche loro hanno tanta pazienza con noi. In conclusione: non basta sognare di avere pazienza, bisogna ogni giorno prenderla a piccole dosi così diventeremo più robusti…nella pazienza.

Immagine in evidenza

Che cosa sogna un missionario? In questa nuova rubrica, ce lo racconterà padre Oliviero Ferro, missionario saveriano

Siamo abituati a vedere i missionari e le missionarie come persone “di azione”, concrete, che fanno i fatti. Perché, di fronte alla povertà e a tante situazioni drammatiche, sanno tenere i piedi per terra.

Tuttavia, prima di agire, loro sognano in grande. La loro stessa vocazione è il sogno di Dio che si realizza nel mondo; è il segno di un pensiero che sa darsi le ali per volare lontano e farsi vicino.

Partire, sperare, crescere, imparare, donare…
Sono solo alcuni dei sogni dei missionari. Sono i desideri di infinito che hanno nel cuore, e che traducono in amore, servizio e condivisione nella vita dei fratelli incontrati.

Dai sogni alle opere, appunto.

Quante volte mi veniva da perdere la pazienza.

Noi Europei vogliamo le cose fatte subito e bene. Non tolleriamo i ritardi, le scuse o quant’altro. Ma quando devi lavorare con i fratelli dell’Africa, devi armarti di pazienza (e anche loro lo fanno nei tuoi confronti).

C’ è un proverbio che dice “pole pole, ndiyo mwendo” (piano piano è il modo di camminare) e un altro “haraka haraka, haina baraka” (la fretta non è benedetta). E così ti devi rassegnare, cioè incominciare a capire che in un modo diverso e che se vuoi restarci, devi cominciare a ragionare in un modo diverso.

Probabilmente hanno ragione loro. Noi viviamo nella fretta. Loro riflettono un po’ di più.

E quindi sogna di avere pazienza e poi comincia ad avere pazienza.

È un po’ come quando cominci ad imparare la lingua locale. Vorresti parlare subito, ma capisci che ci vuole pazienza. Loro ti aiutano ad esercitarla e alla fine, se non la perdi, riesci ad esprimerti meglio.

Una volta, mia madre ha visto due nostri operai che tagliavano un tronco di legno. Li vedeva che lavoravano con calma. Le era venuta voglia di dire di accelerare un po’ le operazioni. L’hanno guardata come per dirle che poi non c’era proprio fretta.  Morale della favola: alla sera non avevano ancora terminato. Lo avrebbero fatto il giorno dopo.

Quando chiedi qualcosa, ti dicono di sì, che hanno capito. Ma poi la realizzazione sarà dilazionata nel tempo.
Cosa vuoi farci? Anche loro hanno tanta pazienza con noi. In conclusione: non basta sognare di avere pazienza, bisogna ogni giorno prenderla a piccole dosi così diventeremo più robusti…nella pazienza.

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