I sogni di un missionario… SPERARE

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30 Aprile 2025

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Che cosa sogna un missionario? In questa nuova rubrica, ce lo racconterà padre Oliviero Ferro, missionario saveriano

Siamo abituati a vedere i missionari e le missionarie come persone “di azione”, concrete, che fanno i fatti. Perché, di fronte alla povertà e a tante situazioni drammatiche, sanno tenere i piedi per terra.

Tuttavia, prima di agire, loro sognano in grande. La loro stessa vocazione è il sogno di Dio che si realizza nel mondo; è il segno di un pensiero che sa darsi le ali per volare lontano e farsi vicino.

Partire, sperare, crescere, imparare, donare…
Sono solo alcuni dei sogni dei missionari. Sono i desideri di infinito che hanno nel cuore, e che traducono in amore, servizio e condivisione nella vita dei fratelli incontrati.

Dai sogni alle opere, appunto.

Quante volte, davanti alle delusioni, alle difficoltà, alle sconfitte, veniva voglia di dire che non ne valeva la pena continuare. Quante volte, vedendo che chi aveva il potere, non faceva niente per i suoi fratelli, veniva da ribellarsi, da dare una lezione.

Ma poi vedendo i volti di questi fratelli e sorelle africane, mi sono detto che valeva ancora la pena di lottare, sperare, continuare a sognare. E allora, piano piano, quasi in silenzio, si cominciava a costruire qualcosa di nuovo. Si cominciava a capire insieme che bisognava fare cadere i muri del pregiudizio, del sentirsi superiore all’altro, del non volere lavorare insieme.

Si cominciava a mettersi intorno a un tavolo e a programmare insieme, a vedere cosa si poteva fare per rendere vivibile il villaggio, per fare comunità, per aiutare i bambini e i giovani a crescere, per dare una speranza agli ammalati e agli anziani.

Certo non erano delle grandi cose ma, come la goccia, scavavano nel cuore di ciascuno e l’amore cominciava ad essere la legge da seguire. Non sempre era facile. Ci si arrabbiava, quando non si capiva o non si voleva cambiare. Poi, con un po’ di pazienza, si ricominciava e si vedevano i frutti.

Quante volte, ad esempio, si era detto che bisognava cementare il suolo della chiesetta. Tutti erano d’accordo, ma poi…il tempo passava. Finché un giorno, anche attraverso l’aiuto di uno che era andato a vivere nella grande città, si erano decisi e, dopo poco tempo, nella chiesetta non c’era più il fango ma il cemento e tutti erano contenti.

Si era detto che sarebbe stato bello avere un piccolo campo di calcio per i bambini e i giovani. Con l’aiuto degli amici dell’Italia, ci si è messi insieme per lavorare. E da quel giorno, si è cominciato a giocare e credo si continui ancora oggi.

Si era detto di cercare dei nuovi catechisti per la Parola di Dio. E così. alcuni giovani hanno cominciato a mettersi al servizio.

Gli esempi sarebbero tanti. La speranza non delude se si crede che il mondo può diventare migliore.
Basta che ciascuno, con pazienza, faccia la sua parte.

Fonte e immagine

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  • Foto di Engin Akyurt (Pexels)

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