Campo a Scampia | “Io ho dato uno, ho ricevuto almeno dieci”

il: 

10 Agosto 2025

di: 

volontari

Da Scampia, il giovanissimo Michele Pio Avantaggiato ci spiega con parole semplici ciò che spazio + spadoni chiama “l’essere misericordiati”

(di Michele Pio Avantaggiato)

Io, quando mi è stato chiesto di rispondere alla domanda qual è la tua missione qui a Scampia, non sapevo bene come rispondere,  e tuttora non so come rispondere. E’ passata una settimana e penso che non saprò rispondere neanche alla fine della prossima. Però, vi racconto quello che mi è successo perché spero che sia di aiuto per tutti.

Qualche giorno fa, siamo venuti qui all’8P per la prima volta  e siamo venuti a giocare con i bambini. Sinceramente, non sapevo cosa aspettarmi e avevo anche un po’ di paura perché mi succede così con le cose nuove. Ma questa volta è andata bene.

Alla fine del pomeriggio, abbiamo giocato e, tornato a casa, avevo due certezze.

  • La prima è che avevo nel cuore una pace e una tranquillità che poche volte mi è capitato di avere e non riuscivo a spiegarmelo. Pensavo che fosse come andare all’oratorio a fare l’animatore ai bambini, ma qui è diverso, è molto diverso. Non capivo chi mi desse questa pace, questa tranquillità…
  • La seconda certezza con cui sono tornato a casa l’altro giorno, come ho già raccontato già ai miei amici che fanno la missione con me, è che ho ritrovato una parte di me che non vedevo da tanto tempo e una spensieratezza che non mi riconoscevo. Ho scoperto che ciò che io pensavo di venire a fare qui non è quello che ho ricevuto.

Io pensavo di venire qui a dare, a donare perché siamo sempre abituati a essere noi quelli bravi, noi quelli contenti, noi quelli che sanno fare le cose, mentre gli altri che sono un po’ così così siamo noi a doverli aiutare, ma non è stato affatto così. Io ho dato uno, ho ricevuto almeno dieci e non pensavo di ricevere così tanto.

Mi sono rimaste impresse le parole di Mirella, che è la fondatrice del Gridas insieme a suo marito Felice: quando l’abbiamo  ringraziata per l’esempio che è, lei ci ha risposto immediatamente: “grazie ai ragazzi, grazie a tutti quelli che mi hanno fatto crescere nel mio cammino; in questo ho ritrovato un’identità che è fatta dagli altri e non da me. Io sono quella che sono grazie agli altri”.

I bambini rom che mi hanno donato tante cose e penso e spero che me ne doneranno ancora la settimana prossima; quindi, l’unica cosa che ho capito in questi giorni è che noi siamo quello che riceviamo dagli altri. Questo basta, non servono altre pretese, altre scorciatoie…

Immagine

  • Foto del Gruppo 6 Missione (Como)

Da Scampia, il giovanissimo Michele Pio Avantaggiato ci spiega con parole semplici ciò che spazio + spadoni chiama “l’essere misericordiati”

(di Michele Pio Avantaggiato)

Io, quando mi è stato chiesto di rispondere alla domanda qual è la tua missione qui a Scampia, non sapevo bene come rispondere,  e tuttora non so come rispondere. E’ passata una settimana e penso che non saprò rispondere neanche alla fine della prossima. Però, vi racconto quello che mi è successo perché spero che sia di aiuto per tutti.

Qualche giorno fa, siamo venuti qui all’8P per la prima volta  e siamo venuti a giocare con i bambini. Sinceramente, non sapevo cosa aspettarmi e avevo anche un po’ di paura perché mi succede così con le cose nuove. Ma questa volta è andata bene.

Alla fine del pomeriggio, abbiamo giocato e, tornato a casa, avevo due certezze.

  • La prima è che avevo nel cuore una pace e una tranquillità che poche volte mi è capitato di avere e non riuscivo a spiegarmelo. Pensavo che fosse come andare all’oratorio a fare l’animatore ai bambini, ma qui è diverso, è molto diverso. Non capivo chi mi desse questa pace, questa tranquillità…
  • La seconda certezza con cui sono tornato a casa l’altro giorno, come ho già raccontato già ai miei amici che fanno la missione con me, è che ho ritrovato una parte di me che non vedevo da tanto tempo e una spensieratezza che non mi riconoscevo. Ho scoperto che ciò che io pensavo di venire a fare qui non è quello che ho ricevuto.

Io pensavo di venire qui a dare, a donare perché siamo sempre abituati a essere noi quelli bravi, noi quelli contenti, noi quelli che sanno fare le cose, mentre gli altri che sono un po’ così così siamo noi a doverli aiutare, ma non è stato affatto così. Io ho dato uno, ho ricevuto almeno dieci e non pensavo di ricevere così tanto.

Mi sono rimaste impresse le parole di Mirella, che è la fondatrice del Gridas insieme a suo marito Felice: quando l’abbiamo  ringraziata per l’esempio che è, lei ci ha risposto immediatamente: “grazie ai ragazzi, grazie a tutti quelli che mi hanno fatto crescere nel mio cammino; in questo ho ritrovato un’identità che è fatta dagli altri e non da me. Io sono quella che sono grazie agli altri”.

I bambini rom che mi hanno donato tante cose e penso e spero che me ne doneranno ancora la settimana prossima; quindi, l’unica cosa che ho capito in questi giorni è che noi siamo quello che riceviamo dagli altri. Questo basta, non servono altre pretese, altre scorciatoie…

Immagine

  • Foto del Gruppo 6 Missione (Como)
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