La scrittura di Aboulela: «un balsamo, un rifugio e un’ispirazione»

Fonte: Amazon
La letteratura come atto di misericordia. La scrittrice sudanese Leila Aboulela vince il PEN Pinter Prize 2025
Un premio significativo quello assegnato alla scrittrice sudanese Leila Aboulela. Non solo perché il suo libro, River spirit, è stato pubblicato un mese prima dello scoppio della guerra nel suo Paese, ma anche perché la forza della sua scrittura consiste nella capacità di raccontare vite spesso dimenticate, con uno sguardo intriso di misericordia.
Quella che, infatti, traspare nei suoi personaggi – donne, migranti, musulmani, esiliati – è una misericordia profonda, mai retorica: uno sguardo compassionevole che non indulge nella pietà, ma offre dignità, ascolto e spazi interiori dove l’essere umano può riconoscersi e guarire.
Nata nel 1964 al Cairo da madre egiziana e padre sudanese e cresciuta a Khartoum, Leila Aboulela vive in Scozia dal 1990. I suoi romanzi e racconti affrontano con sensibilità e profondità temi come migrazione, identità culturale, fede islamica e condizione femminile nel contesto post-coloniale
Inoltre, in un un momento storico in cui la libertà di espressione e la narrazione delle identità minoritarie sono ancora fortemente politicizzate, Aboulela afferma: “Per una persona come me, un’immigrata musulmana sudanese che scrive da una prospettiva religiosa, sondando i limiti della tolleranza laica, questo riconoscimento è davvero significativo. Amplia e approfondisce il significato della libertà di espressione e le storie di chi vengono ascoltate».
Dopo l’annuncio, la cerimonia di premiazione si terrà il 10 ottobre, sempre nella capitale britannica. In quella serata, la scrittrice comunicherà con chi condividerà il Premio. E’ una caratteristica del Pinter Prize: il premiato di ogni anno sceglie un autore “attivo nella difesa della libertà di espressione, spesso a grave rischio per la propria sicurezza e libertà”.
L’anno scorso, la scrittrice indiana Arundhati Roy ha deciso di condividerlo con l’autore e attivista egiziano-britannico Alaa Abd el-Fattah, in carcere in Egitto dal 2019.
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La letteratura come atto di misericordia. La scrittrice sudanese Leila Aboulela vince il PEN Pinter Prize 2025
Un premio significativo quello assegnato alla scrittrice sudanese Leila Aboulela. Non solo perché il suo libro, River spirit, è stato pubblicato un mese prima dello scoppio della guerra nel suo Paese, ma anche perché la forza della sua scrittura consiste nella capacità di raccontare vite spesso dimenticate, con uno sguardo intriso di misericordia.
Quella che, infatti, traspare nei suoi personaggi – donne, migranti, musulmani, esiliati – è una misericordia profonda, mai retorica: uno sguardo compassionevole che non indulge nella pietà, ma offre dignità, ascolto e spazi interiori dove l’essere umano può riconoscersi e guarire.
Nata nel 1964 al Cairo da madre egiziana e padre sudanese e cresciuta a Khartoum, Leila Aboulela vive in Scozia dal 1990. I suoi romanzi e racconti affrontano con sensibilità e profondità temi come migrazione, identità culturale, fede islamica e condizione femminile nel contesto post-coloniale
Inoltre, in un un momento storico in cui la libertà di espressione e la narrazione delle identità minoritarie sono ancora fortemente politicizzate, Aboulela afferma: “Per una persona come me, un’immigrata musulmana sudanese che scrive da una prospettiva religiosa, sondando i limiti della tolleranza laica, questo riconoscimento è davvero significativo. Amplia e approfondisce il significato della libertà di espressione e le storie di chi vengono ascoltate».
Dopo l’annuncio, la cerimonia di premiazione si terrà il 10 ottobre, sempre nella capitale britannica. In quella serata, la scrittrice comunicherà con chi condividerà il Premio. E’ una caratteristica del Pinter Prize: il premiato di ogni anno sceglie un autore “attivo nella difesa della libertà di espressione, spesso a grave rischio per la propria sicurezza e libertà”.
L’anno scorso, la scrittrice indiana Arundhati Roy ha deciso di condividerlo con l’autore e attivista egiziano-britannico Alaa Abd el-Fattah, in carcere in Egitto dal 2019.
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