Suor Rolande: Voce per un Progetto e Ambasciatrice delle Opere di Misericordia
L’”Eccomi” di Suor Rolande irradia il dono della serenità, un dono che sempre placa ogni tremore, disagio o minimo rancore del cuore
Missione Sostantivo Donna. Cosa è la donna in Africa?
La donna è autonoma, sa fare tutto da sola. È energia che sa offrire aiuto al suo prossimo. È come una mamma: sa di cosa ha bisogno il figlio. Nella cultura africana c’è molto rispetto per una persona che “sa fare da guida”, la donna! Lì, ad esempio, non si può accettare che una madre abbandoni il figlio! In Europa è diverso. Io sono del Togo, un piccolo paese dell’Africa e posso dire che è la donna togolese ad occuparsi dei figli, del marito e a portare avanti la famiglia. Lavora dal mattino alla sera nel campo addirittura più del marito nonostante abbia tanti figli. Solitamente è così: la donna è la figura di traino. Altro che sesso debole!
Allora in Africa, siamo tutti Famiglia?
Sí, da noi il concetto di famiglia è allargato: siamo tutti in famiglia. Mettiamo tutto in comune. In questo modo impariamo a unire e condividere perché, lo sappiamo, è difficile “essere insieme”. Ognuno con il suo carattere, diversi modi di fare e differenti tipi di educazione, specialmente quando si è di età diversa.
Come è iniziato il tuo cammino verso la consacrazione?
Sono innamorata delle suore. E così, molto semplicemente la mia vocazione è nata quando ho visto una suora che veniva in chiesa nel mio paese. Avevo 16 anni, giovanissima, andavo da loro ed ho cominciato ad aiutarle. Le suore sono ad immagine di Maria. Mia mamma e mia zia non hanno accettato da subito la mia scelta. Sono state proprio le suore a fare da mediatrici e alla fine mia mamma ha accettato. Poco prima della mia prima professione, purtroppo, ho perso sia la mamma che il papà. E sì, dobbiamo proprio accettare tutto. Questo è l’eccomi, l’HIC SUM.
La mia famiglia religiosa
Faccio parte della famiglia religiosa “Nostra Signora della Trinità”, fondata il 7 ottobre 1985 da Monsignor Philippe Kpodzro, una grande persona! Ordinato nel 2 maggio 1976 a Atakpame trascorse i primi cinque anni della sua vita episcopale in esilio a Lomé e non fu in grado di prendere possesso della sua diocesi fino al 1981 perché i politici volevano ucciderlo. Coraggiosamente si mise al lavoro in una diocesi a maggioranza animista. L’urgenza dell’evangelizzazione gli fece rapidamente percepire quale vitalità spirituale avesse la vita religiosa proprio come fabbisogno del pane quotidiano.
Le principali occupazioni della nostra Congregazione sono le scuole, gli ospedali ma diamo anche molta importanza al servizio sociale ed ai centri di promozione femminile.
Qualche parola sui 3 voti o consigli evangelici
Il voto dell’obbedienza è imitazione di Cristo e partecipazione alla sua missione, è accoglienza nella fede e nell’amore realizzando le decisioni prese dai nostri superiori. É fare la volontà di Dio e seguire le regole. Per me è la libera adesione di tutta la mia persona, della mia volontà a Dio, la scelta di somigliare a Gesù che ha fatto in tutto la volontà del Padre.
Il voto di castità è un dono che il Signore ci fa per servirlo. Troviamo la forza per amarci gli uni gli altri, fratelli e sorelle, con un amore casto ed efficace nella contemplazione di Dio.
Il voto di povertà è come “attaccamento a Cristo” e distacco dal mondo. È anche accogliere l’altro con le sue qualità ed i suoi difetti. Il voto di povertà è una scelta che una persona fa per seguire Cristo e vivere in povertà come lui. Prendersi cura dei beni comuni e personali e gestirli con grande cura e amore.
La nostra spiritualità
Contempliamo, adoriamo ed annunciamo l’Amore di Dio Trinità nella nostra vita. Non si può spiegare questo grande mistero ma lo si raccoglie essendo insieme e camminando insieme.
Ricordiamo che la Trinità vive, in quanto mistero, in ogni persona, e soprattutto in ogni battezzato. Diamo un’importanza speciale all’anniversario del battesimo. La medaglia che portiamo al collo ha il simbolo della Trinità con la lettera M di Maria.

S. Cantadori
Tutti abbiamo una vocazione
Sì, credo che essere vocati appartenga a tutti. Personalmente il dono dell’accoglienza mi interpella da molto tempo soprattutto verso le donne che subiscono violenza, i miseri e gli abbandonati.
Ho in me il sogno di un mondo che sappia accogliere anche solo con un semplice abbraccio. È questo che schiude gli orizzonti dell’universo. Siamo tutti unici e irripetibili.
Essere Ambasciatrice delle Opere di Misericordia e fare parte di uno dei 72 progetti HIC SUM di spazio + spadoni è per me entrare sempre più in questo cenacolo che Dio ci ha preparato, i 72 discepoli che si riverseranno nei rivoli del mondo.