9. Don Luigi Pieretti, tra i primi fd di Lucca | Nella parrocchia di Bom Jesus do Abunã
1982: una nuova tappa della vita missionaria di don Luigi Pieretti, fidei donum della diocesi di Lucca in Brasile
Eravamo rimasti al periodo in cui don Luigi Pieretti è stato trasferito ufficialmente nella parrocchia di Bom Jesus do Abunã, nel comune di Plácido de Castro. Era il 13 giugno 1982.
A qualche mese di distanza da quella data, in una lettera al gruppo missionario della parrocchia di Torre del Lago, datata 4 ottobre 1982, racconta gli avvenimenti di quei primi mesi…
Cari amici e parrocchiani di Torre del Lago, vi invio alcune notizie dalla nuova parrocchia. Siamo al confine con la Bolivia e sulle rive del fiume Abunã. Plácido de Castro è un comune recente di circa diecimila abitanti, per lo più agricoltori: gli altri hanno una piccola attività o sono dipendenti pubblici. Non ha industrie. Purtroppo, molte persone sono costrette a entrare nella foresta boliviana ancora vergine per trovare gli alberi del famoso lattice da cui si ricava la gomma.
Il fidei donum di Lucca aveva avuto modo di guardarsi intorno e di capire che la gente dei quei luoghi subiva le conseguenze di una mancata riforma agraria, insieme alla carenza di mezzi moderni e meccanizzati, di fertilizzanti, di infrastrutture. Inoltre, ad aggravare la situazione, pesavano il costo della vita, il clientelismo politico e l’assenza di sindacati liberi.
Tuttavia, una preoccupazione che lo interpellava più da vicino era questa:
Purtroppo, anche qui la pastorale è in ritardo rispetto alle altre parrocchie, perché non si è saputo comprendere il rinnovamento conciliare e le linee guida di Puebla. I gruppi di evangelizzazione presenti, una trentina in tutto, sono stati realizzati grazie al lavoro di tre suore (ora ridotte a due) e di tre giovani volontari italiani di Bologna che lavorano qui da due anni. Questi gruppi sono sparsi negli insediamenti e lungo i fiumi Abunã e Caramano, e ci sono tre gruppi nella città di Plácido. Non ci sono ancora gruppi nell’interno della foresta boliviana o lungo altri fiumi come il Mamo, il Rim, il Kurichão, il Caramano e lo Xipamano e a Vila Santa Rosa, ecc.
Dopo le dimissioni del vecchio parroco, quella parrocchia era rimasta per qualche mese senza sacerdote, fino all’arrivo di don Luigi. Per quel motivo, ritardò la sua visita in Italia, perché sentiva che in quel momento era necessario fermarsi lì, accanto a delle persone che si erano ritrovate sole. Perché è questo che un missionario fa: stare, restare, condividere la quotidianità dei poveri.
Fino alla fine di novembre sarò qui a sostenere e incoraggiare chi, nonostante le difficoltà, sta lottando per realizzare una Chiesa che vive il Vangelo ed è segno del Regno.
Una Chiesa che, fatta povera con i poveri, cammina lottando per la verità, la giustizia e la vera pace.
Si è dato molto da fare, don Luigi, per farsi prossimo alle varie comunità. Nella sua lettera, infatti, scrive di aver “già visitato quattordici gruppi che si preparano alla celebrazione del Battesimo” di quei bambini i cui genitori stanno facendo un percorso da un anno. E annuncia l’imminente visita pastorale del Vescovo Moacyr, di cui ha parlato nel suo diario.
Ci racconta soprattutto del suo incontro con i coordinatori della parrocchia e delle risposte di Enéias che ha presentato quanto realizzato, comprese le difficoltà incontrate, e del suo desiderio di lavorare nel campo della Pastorale della terra.
E ci riferisce la preoccupazione del Vescovo riguardo alla “malaria che causa molte vittime e ostacola il processo di colonizzazione sulla strada di Boca do Acre e a Plácido”, oltre al suo incitamento affinché “la Chiesa faccia qualcosa per aiutare la popolazione”.
Ci sono state poi altre riunioni, anche con i “monitores” di zona, e il vescovo Moacyr “ha avuto parole di incoraggiamento per tutti”, vecchi e nuovi. Ce ne sono alcuni, come quello di Dona Maria, in cui ci sono già due classi di catechismo, ed altri che riferiscono il loro impegno a formare un gruppo giovanile.
In definitiva, dom Moacyr ha espresso la sua soddisfazione per questa visita pastorale. Soprattutto ha riscontrato la crescita della consapevolezza politica e della formazione dei “monitores” e un bel lavoro di unità tra l’équipe di coordinamento e il sacerdote. Ha poi aggiunto di aver apprezzato la celebrazione della Cresima “perché i cresimandi erano consapevoli e quasi tutti già impegnati nella comunità”.
Don Luigi, così come anche il Vescovo, sa che ci sono ancora tante cose da fare e delle difficoltà oggettive in alcune zone.
Ma la sua missione è appena iniziata e, allora come negli anni a venire, il desiderio era uno solo: mettersi al servizio degli altri e di questa terra, come discepolo di Gesù.