Le opere di misericordia, il prolungamento visibile della Croce

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14 Settembre 2025

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croce

Il 14 settembre, la Chiesa celebra la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, un momento liturgico che invita a riflettere sul mistero della sofferenza e sulla risposta di Dio attraverso l’amore redentore di Cristo

Questa festività non solo celebra la Croce come simbolo di salvezza, ma richiama anche l’impegno cristiano verso i poveri e le opere di misericordia.

La Croce rappresenta infatti il culmine dell’amore divino, dove Dio si fa vicino all’umanità, assumendo su di sé il dolore e la morte per offrire redenzione. Come sottolinea il commento liturgico di Carlo Miglietta, la Croce è il “nuovo nome del dolore”, simbolo della risposta d’amore di Dio alla sofferenza umana. In essa, sono assunti tutti i tormenti e le angosce dell’uomo, ma anche le sofferenze di tutta la creazione.

Essa ci mette davanti al paradosso cristiano: ciò che agli occhi del mondo è segno di fallimento e dolore diventa, in Cristo, strumento di salvezza e speranza. Non è semplicemente un ricordo di sofferenza, ma la rivelazione dell’amore totale e incondizionato di Dio.

In essa si manifesta il cuore stesso del Vangelo: Dio non si è tenuto distante dal male e dal dolore umano, ma li ha assunti su di sé. È questo abbassamento, questo farsi solidale con l’umanità ferita, che rende la Croce inseparabile dalle opere di misericordia.

Le opere di misericordia, infatti, non sono altro che il prolungamento visibile della Croce nella storia. Così come Cristo ha dato la vita per sollevare l’uomo, il credente è chiamato a chinarsi sulle ferite del prossimo.

Simbolo di speranza e di impegno, chiama i cristiani a vivere la misericordia attraverso gesti concreti di solidarietà verso i poveri.

In questo contesto, la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce diventa un’occasione per rinnovare l’impegno a seguire l’esempio di Cristo, che ha dato la sua vita per amore dell’umanità, e a rispondere alla sofferenza del prossimo con gesti misericordiosi.

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Il 14 settembre, la Chiesa celebra la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, un momento liturgico che invita a riflettere sul mistero della sofferenza e sulla risposta di Dio attraverso l’amore redentore di Cristo

Questa festività non solo celebra la Croce come simbolo di salvezza, ma richiama anche l’impegno cristiano verso i poveri e le opere di misericordia.

La Croce rappresenta infatti il culmine dell’amore divino, dove Dio si fa vicino all’umanità, assumendo su di sé il dolore e la morte per offrire redenzione. Come sottolinea il commento liturgico di Carlo Miglietta, la Croce è il “nuovo nome del dolore”, simbolo della risposta d’amore di Dio alla sofferenza umana. In essa, sono assunti tutti i tormenti e le angosce dell’uomo, ma anche le sofferenze di tutta la creazione.

Essa ci mette davanti al paradosso cristiano: ciò che agli occhi del mondo è segno di fallimento e dolore diventa, in Cristo, strumento di salvezza e speranza. Non è semplicemente un ricordo di sofferenza, ma la rivelazione dell’amore totale e incondizionato di Dio.

In essa si manifesta il cuore stesso del Vangelo: Dio non si è tenuto distante dal male e dal dolore umano, ma li ha assunti su di sé. È questo abbassamento, questo farsi solidale con l’umanità ferita, che rende la Croce inseparabile dalle opere di misericordia.

Le opere di misericordia, infatti, non sono altro che il prolungamento visibile della Croce nella storia. Così come Cristo ha dato la vita per sollevare l’uomo, il credente è chiamato a chinarsi sulle ferite del prossimo.

Simbolo di speranza e di impegno, chiama i cristiani a vivere la misericordia attraverso gesti concreti di solidarietà verso i poveri.

In questo contesto, la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce diventa un’occasione per rinnovare l’impegno a seguire l’esempio di Cristo, che ha dato la sua vita per amore dell’umanità, e a rispondere alla sofferenza del prossimo con gesti misericordiosi.

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