«Dilexi te»: la dichiarazione d’amore del Papa per i poveri

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Il 4 ottobre 2025, papa Leone XIV ha firmato la sua prima Esortazione Apostolica, intitolata Dilexi te (in italiano “Ti ho amato”)
Oggi, 9 ottobre, la presentazione nella Sala Stampa della Santa Sede, con i cardinali Michael Czerny e Konrad Krajewski, fra Frédéric-Marie Le Méhauté, provinciale dei Frati Minori di Francia/Belgio (da remoto) e suor Clémence, piccola sorella di Gesù della Fraternità delle Tre Fontane a Roma
Il contesto: continuità e segni simbolici
Non è un gesto casuale quello di firmare Dilexi te proprio il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi. Un richiamo forte alle tematiche del precedente pontificato: attenzione verso i poveri, critica alla cultura dello scarto, vocazione alla povertà evangelica.
Già nei primi mesi dalla sua elezione, Papa Leone aveva indicato alcune direttrici che oggi trovano corpo in questo testo: mettere al centro Cristo e l’annuncio del Vangelo; una Chiesa missionaria, sinodale, attenta al sensus fidei e al dialogo; cura verso gli ultimi, gli emarginati; apertura verso il mondo contemporaneo.
I temi centrali di Dilexi te
1. I poveri al centro
Fin dal titolo – un’espressione d’amore – il Papa sottolinea che la Chiesa ha la sua missione essenziale nell’amare e servire i poveri. Dilexi te propone una Chiesa che non si limiti alle parole, ma che diventi profonda presenza concreta, trasformando relazioni sociali, economie, strutture che generano ingiustizia.
2. Giustizia sociale e distribuzione delle ricchezze
Nell’Esortazione, si legge che il Giubileo – momento liturgico e simbolico – apre anche alla speranza di una diversa distribuzione delle ricchezze, perché la terra sia di tutti. La Chiesa non serve il denaro o se stessa, ma il Regno di Dio e la sua giustizia.
3. Continuare nel solco del magistero di Papa Francesco
Sebbene si tratti del primo documento scritto da Leone XIV, il testo non appare come rottura bensì come prosecuzione: il richiamo al suo predecessore emerge chiaramente — non solo nel tema dei poveri (che Francesco ha spesso richiamato), ma anche nello stile pastorale, nella priorità data al dialogo, all’attenzione verso chi è scartato, alla conversione missionaria.
4. Conversione del cuore: Vangelo come rivoluzione
Una delle linee forti di Dilexi te è che il Vangelo non sia un documento da aggiungere alla vita, ma una rivoluzione interiore, che richiama ogni cristiano a mettersi in ascolto, a cambiare stili di vita, a vivere l’amore – come indica il titolo – “Ti ho amato”: amore che precede, chiama, guarisce.
Possibili impatti e sfide
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Pastorale concreta: come tradurre “povertà al centro” in impegni parrocchiali, comunitari, politici? È una sfida che richiede corresponsabilità, trasparenza, riforme reali in ordine alle strutture che gestiscono risorse.
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Relazioni internazionali e globali: se si parla di distribuzione delle ricchezze, giustizia globale, il documento può diventare una bussola per la diplomazia pontificia, per le ONG, per l’impegno delle Chiese locali nei paesi più poveri.
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Ecologia integrale: benché non sia chiaro quanta parte del testo sia dedicata esplicitamente al tema ambientale, la giustizia e la cura per i poveri si intrecciano inevitabilmente con il rapporto con la creazione, con l’economia sostenibile, con l’uso delle risorse. Qui si apre spazio a sviluppi futuri.
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Sfida culturale: in un mondo segnato da individualismo, indifferenza, disuguaglianza, cultura dello scarto, è una sfida radicale proporre che il Vangelo diventi criterio di scelta, che l’amore per i poveri non sia un optional, ma misura della fede.
Conclusione
Dilexi te appare come un documento che non vuole restare su carta: invita a un cambiamento profondo, personale e comunitario.
Papa Leone XIV propone una Chiesa che ama prima di essere amata, che sceglie chi è senza “posizione”, che parla con gesti, che serve con trasparenza.
In questo senso, Dilexi te segna un primo momento essenziale del suo pontificato: nel segno dell’amore, della povertà, della missione.
Fonte e immagine
Il 4 ottobre 2025, papa Leone XIV ha firmato la sua prima Esortazione Apostolica, intitolata Dilexi te (in italiano “Ti ho amato”)
Oggi, 9 ottobre, la presentazione nella Sala Stampa della Santa Sede, con i cardinali Michael Czerny e Konrad Krajewski, fra Frédéric-Marie Le Méhauté, provinciale dei Frati Minori di Francia/Belgio (da remoto) e suor Clémence, piccola sorella di Gesù della Fraternità delle Tre Fontane a Roma
Il contesto: continuità e segni simbolici
Non è un gesto casuale quello di firmare Dilexi te proprio il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi. Un richiamo forte alle tematiche del precedente pontificato: attenzione verso i poveri, critica alla cultura dello scarto, vocazione alla povertà evangelica.
Già nei primi mesi dalla sua elezione, Papa Leone aveva indicato alcune direttrici che oggi trovano corpo in questo testo: mettere al centro Cristo e l’annuncio del Vangelo; una Chiesa missionaria, sinodale, attenta al sensus fidei e al dialogo; cura verso gli ultimi, gli emarginati; apertura verso il mondo contemporaneo.
I temi centrali di Dilexi te
1. I poveri al centro
Fin dal titolo – un’espressione d’amore – il Papa sottolinea che la Chiesa ha la sua missione essenziale nell’amare e servire i poveri. Dilexi te propone una Chiesa che non si limiti alle parole, ma che diventi profonda presenza concreta, trasformando relazioni sociali, economie, strutture che generano ingiustizia.
2. Giustizia sociale e distribuzione delle ricchezze
Nell’Esortazione, si legge che il Giubileo – momento liturgico e simbolico – apre anche alla speranza di una diversa distribuzione delle ricchezze, perché la terra sia di tutti. La Chiesa non serve il denaro o se stessa, ma il Regno di Dio e la sua giustizia.
3. Continuare nel solco del magistero di Papa Francesco
Sebbene si tratti del primo documento scritto da Leone XIV, il testo non appare come rottura bensì come prosecuzione: il richiamo al suo predecessore emerge chiaramente — non solo nel tema dei poveri (che Francesco ha spesso richiamato), ma anche nello stile pastorale, nella priorità data al dialogo, all’attenzione verso chi è scartato, alla conversione missionaria.
4. Conversione del cuore: Vangelo come rivoluzione
Una delle linee forti di Dilexi te è che il Vangelo non sia un documento da aggiungere alla vita, ma una rivoluzione interiore, che richiama ogni cristiano a mettersi in ascolto, a cambiare stili di vita, a vivere l’amore – come indica il titolo – “Ti ho amato”: amore che precede, chiama, guarisce.
Possibili impatti e sfide
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Pastorale concreta: come tradurre “povertà al centro” in impegni parrocchiali, comunitari, politici? È una sfida che richiede corresponsabilità, trasparenza, riforme reali in ordine alle strutture che gestiscono risorse.
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Relazioni internazionali e globali: se si parla di distribuzione delle ricchezze, giustizia globale, il documento può diventare una bussola per la diplomazia pontificia, per le ONG, per l’impegno delle Chiese locali nei paesi più poveri.
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Ecologia integrale: benché non sia chiaro quanta parte del testo sia dedicata esplicitamente al tema ambientale, la giustizia e la cura per i poveri si intrecciano inevitabilmente con il rapporto con la creazione, con l’economia sostenibile, con l’uso delle risorse. Qui si apre spazio a sviluppi futuri.
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Sfida culturale: in un mondo segnato da individualismo, indifferenza, disuguaglianza, cultura dello scarto, è una sfida radicale proporre che il Vangelo diventi criterio di scelta, che l’amore per i poveri non sia un optional, ma misura della fede.
Conclusione
Dilexi te appare come un documento che non vuole restare su carta: invita a un cambiamento profondo, personale e comunitario.
Papa Leone XIV propone una Chiesa che ama prima di essere amata, che sceglie chi è senza “posizione”, che parla con gesti, che serve con trasparenza.
In questo senso, Dilexi te segna un primo momento essenziale del suo pontificato: nel segno dell’amore, della povertà, della missione.
Fonte e immagine

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