Lo “scandalo” della fame: dare da mangiare agli affamati

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1 Luglio 2025

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La denuncia di papa Leone XIV nel Messaggio per la 44.ma Sessione della Conferenza FAO. Urgono giustizia e opere di misericordia

I civili deperiscono per la miseria,
i vertiti politici s’ingrassano con la corruzione e l’impunità”

In occasione dell’80° anniversario della FAO e della 44ª sessione della sua Conferenza (28 giugno–4 luglio), Papa Leone XIV ha lanciato un appello forte e drammatico: denunciare e proibire l’uso della fame come arma di guerra, con particolari rivolti a gruppi armati che incendiano terre, razziano bestiame e ostacolano gli aiuti umanitari come forma di controllo sulle popolazioni civili più vulnerabili.

Il Messaggio papale incarna pienamente una delle sette opere di misericordia corporali: dare da mangiare agli affamati. Un’opera di cui il mondo ha sempre più bisogno.

Non si tratta solo di un imperativo morale per singoli e comunità, ma di un imperativo politico: trasformare le strutture globali affinché il diritto al cibo diventi reale per tutti.

Il Papa invita, quindi, leader e istituzioni a mettere in pratica questo comandamento di carità, guardando al Vangelo e all’esperienza storica: spezzare il pane è tanto segno di fede quanto azione concreta di giustizia. E non manca di sottolineare come risorse che potrebbero eliminare fame e povertà vengano invece impiegate in armamenti e tecnologie militari.

La sua denuncia è quella di una “sproporzione drammatica”, dove chi governa prospera mentre le vittime languono nella miseria. Allora, non basta più essere solo generosi, occorre essere giusti.

Seguendo il dettato evangelico, avverte che la soluzione non risiede nell’accumulo di ricchezze, ma nella condivisione. “Cristo ha mostrato che la chiave per sconfiggere la fame sta più nella condivisione che nell’accumulo avido”.

Ed ecco che, alla luce della riEvoluzione delle opere di misericordia di cui, da sempre,  intende farsi promotore spazio + spadoni, dare da mangiare agli affamati, oggi, non è più solo mandare aiuti, portare viveri ai più poveri, ma adoperarsi a tutti i livelli affinché si definiscano regole chiare e sanzioni contro chi impiega la fame per scopi bellici.

Deve esserci una volontà globale per agire subito, senza rimandare, perché ogni ritardo aggrava la sofferenza dei più bisognosi.

Questa opera di misericordia, afferma il Pontefice, deve tradursi in azione concreta: sostenere programmi agricoli locali, favorire la pace, permettere l’accesso ai mercati, contrastare la speculazione sul cibo, accogliere e aiutare chi è costretto alla fame dalla guerra o dal cambiamento climatico.

“Si tratta quindi di ripensare e rinnovare i nostri sistemi alimentari, in una prospettiva di solidarietà, superando la logica dello sfruttamento selvaggio del creato e orientando meglio il nostro impegno a coltivare e curare l’ambiente e le sue risorse”.

È una chiamata rivolta a ogni cristiano e a ogni persona di buona volontà.

Papa Leone XIV chiama anche a una transizione ecologica giusta, che ripensi i sistemi alimentari in difesa della dignità e dell’ambiente, e a far rinascere la fraternità tra i popoli, opponendosi all’indifferenza che spegne la comunione sociale.

Fonte

Immagine

    • Foto di Mauro Camillo (Benin)

 

La denuncia di papa Leone XIV nel Messaggio per la 44.ma Sessione della Conferenza FAO. Urgono giustizia e opere di misericordia

I civili deperiscono per la miseria,
i vertiti politici s’ingrassano con la corruzione e l’impunità”

In occasione dell’80° anniversario della FAO e della 44ª sessione della sua Conferenza (28 giugno–4 luglio), Papa Leone XIV ha lanciato un appello forte e drammatico: denunciare e proibire l’uso della fame come arma di guerra, con particolari rivolti a gruppi armati che incendiano terre, razziano bestiame e ostacolano gli aiuti umanitari come forma di controllo sulle popolazioni civili più vulnerabili.

Il Messaggio papale incarna pienamente una delle sette opere di misericordia corporali: dare da mangiare agli affamati. Un’opera di cui il mondo ha sempre più bisogno.

Non si tratta solo di un imperativo morale per singoli e comunità, ma di un imperativo politico: trasformare le strutture globali affinché il diritto al cibo diventi reale per tutti.

Il Papa invita, quindi, leader e istituzioni a mettere in pratica questo comandamento di carità, guardando al Vangelo e all’esperienza storica: spezzare il pane è tanto segno di fede quanto azione concreta di giustizia. E non manca di sottolineare come risorse che potrebbero eliminare fame e povertà vengano invece impiegate in armamenti e tecnologie militari.

La sua denuncia è quella di una “sproporzione drammatica”, dove chi governa prospera mentre le vittime languono nella miseria. Allora, non basta più essere solo generosi, occorre essere giusti.

Seguendo il dettato evangelico, avverte che la soluzione non risiede nell’accumulo di ricchezze, ma nella condivisione. “Cristo ha mostrato che la chiave per sconfiggere la fame sta più nella condivisione che nell’accumulo avido”.

Ed ecco che, alla luce della riEvoluzione delle opere di misericordia di cui, da sempre,  intende farsi promotore spazio + spadoni, dare da mangiare agli affamati, oggi, non è più solo mandare aiuti, portare viveri ai più poveri, ma adoperarsi a tutti i livelli affinché si definiscano regole chiare e sanzioni contro chi impiega la fame per scopi bellici.

Deve esserci una volontà globale per agire subito, senza rimandare, perché ogni ritardo aggrava la sofferenza dei più bisognosi.

Questa opera di misericordia, afferma il Pontefice, deve tradursi in azione concreta: sostenere programmi agricoli locali, favorire la pace, permettere l’accesso ai mercati, contrastare la speculazione sul cibo, accogliere e aiutare chi è costretto alla fame dalla guerra o dal cambiamento climatico.

“Si tratta quindi di ripensare e rinnovare i nostri sistemi alimentari, in una prospettiva di solidarietà, superando la logica dello sfruttamento selvaggio del creato e orientando meglio il nostro impegno a coltivare e curare l’ambiente e le sue risorse”.

È una chiamata rivolta a ogni cristiano e a ogni persona di buona volontà.

Papa Leone XIV chiama anche a una transizione ecologica giusta, che ripensi i sistemi alimentari in difesa della dignità e dell’ambiente, e a far rinascere la fraternità tra i popoli, opponendosi all’indifferenza che spegne la comunione sociale.

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    • Foto di Mauro Camillo (Benin)

 

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