Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Il miracolo della guarigione del cieco di Gerico è carico di valenze simboliche. Innanzitutto l’episodio si svolge nella città dove si concluse il cammino di liberazione dalla schiavitù d’Egitto alla terra promessa, fortezza inespugnabile che solo un prodigio di Dio (Gs 6) riuscì a fare cadere nelle mani degli israeliti. E la cecità, che fa vivere l’uomo nelle tenebre, è un’infermità reale e allegorica.
Gesù luce del mondo
Nella Bibbia Dio è luce (Sl 4,7; Is 42,16; 50,10). La grande promessa dei profeti era l’arrivo del Messia che avrebbe illuminato le tenebre (Is 60,1.19).
Gesù è annunciato da Simeone nel tempio come “luce per illuminare le genti” (Lc 2,32). Giovanni afferma di lui: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). E Gesù dice di sé: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12; cfr 12,46). Presentandosi nella sinagoga di Nazaret, Gesù afferma di essere venuto “per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi” (Lc 4,18). Al Battista che gli chiede se sia lui il Messia, Gesù fa rispondere: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista” (Lc 7,22). E alla fine dei tempi “Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà” (Ap 22,5).
Il cammino della Fede
Nella guarigione del cieco di Gerico è simboleggiato il cammino di fede di ogni uomo: senza la luce di Dio, ciascuno di noi si trova in situazione disperata, “cieco, seduto presso la via, mendicando” (Mc 10,46). Il cieco è seduto: non ha la capacità di stare in piedi. Non è nemmeno sulla strada, ma fuori della via: non è coinvolto nel movimento che porta a Gerusalemme, la città santa. Non è autosufficiente: sta mendicando. È la situazione del nostro mondo, inchiodato dai suoi problemi, incapace di trovare un senso alla vita, attanagliato dal buio dell’angoscia e della paura, oppresso dalla miseria e dalla morte; e tutti mendichiamo alla vita una qualche sopravvivenza, stordendoci nel divertimento, nella corsa al denaro, al piacere, al potere, alienandoci in mille frivolezze: ma alla fine ci ritroviamo soli, al margine della strada, nelle tenebre…
Per fortuna “Gesù passa di là” (Lc 18,37): è Dio che prende l’iniziativa, che viene incontro alla nostra miseria, che scende dai suoi cieli a soccorrerci. Dio ode il disperato grido di aiuto dell’uomo e interviene a liberarlo, anche se questi ne intuisce soltanto la presenza.
Notiamo che le folle cercano di dissuadere il cieco dal ricorrere a lui, anzi “lo rimproveravano perché tacesse” (Mc 10,48): Dio non c’è, e se c’è non può sentirti, è inutile ricorrere a lui… Sono folle che stanno attorno a Gesù, ma che forse non lo seguono: solo il cieco guarito si metterà alla sequela. Sono i tanti cristiani che vogliono seguire il Signore a modo loro, senza essere disturbati dai poveri, dagli emarginati, dagli oppressi di tutto il mondo che gridano il proprio dolore e la propria rabbia. Sono il prototipo di una Chiesa che è spesso… atea, che non crede alla potenza di Dio, alla sua possibilità di fare miracoli.
A questa folla il cieco dà un grande esempio di vera fede. Innanzitutto si mette in ascolto della Parola: “Avendo udito” (Mc 10,47). Il primo passo della Fede è l’ascolto: “La fede dipende dall’ascolto («akoè»)” (Rm 10,17).
L’annuncio che il cieco riceve è che “Gesù, il Nazareno, c’era (éstin)” (v. 47). Solo il Gesù storico, il povero falegname che veniva dall’infima Nazaret (Gv 1,46), colui che morirà crocifisso come un malfattore, è la salvezza unica dell’uomo, la risposta definitiva di Dio, la luce che squarcia le nostre tenebre.
Ma è poi necessaria la perseveranza, l’insistenza nella ricerca del Signore, senza lasciarci scoraggiare (“Ma egli gridava più forte”: Mc 10,48). E occorre cercare un rapporto personale, diretto, fiduciario con Dio: il cieco chiama Gesù per nome (Mc 10,47): e “chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (At 2,21).
Il cieco chiede a Gesù il suo amore: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. È la stupenda “preghiera del cuore” che nell’ortodossia diventerà il dolce mantra che, ripetuto ritmato al respiro, diventerà la “preghiera del cuore” di tanti Santi.
E Gesù “si ferma” (Mc 10,49) accanto all’uomo; non lo chiama però direttamente, ma per il tramite della Chiesa (“Disse: «Chiamatelo!»”: Mc 10,49): la Chiesa ha il compito di portare un annuncio di salvezza che non è suo, ma che le è stato affidato. La Chiesa non dovrebbe mai allontanare gli uomini da Dio, ma sempre portare a lui tutti i malati, i sofferenti, i peccatori, quanti sono “nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc 1,79). La Chiesa deve essere speranza e liberazione per tutti gli uomini, nessuno escluso.
Il salvato alla sequela del Signore
Gesù proclama: “La tua fede ti ha salvato” (Mc 10,52). Notiamo che Gesù non ha mai detto a nessuno: “Io ti ho salvato”, bensì: “La tua fede ti ha salvato” (cfr Lc 7,50; 17,19; Mc 5,34; 10,52…); “Va’, e sia fatto secondo la tua fede” (Mt 8,13); “Davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri” (Mt 15,28). Gesù è il vero Educatore”: “e-ducare” vuol dire infatti “tirare fuori”, “far affiorare” dall’altro. “Nel rispondere a chi incontrava, Gesù cercava la fede presente nell’altro, come se volesse risvegliare e far emergere la sua fede… Egli sapeva infatti che la fede è un atto personale, che ciascuno deve compiere in libertà: nessuno può credere al posto di un altro!” (E. Bianchi).
Il cieco guarito “lo seguiva lungo la strada” (Mc 10,52): l’uomo che sperimenta la salvezza e la liberazione, l’uomo che trova in Gesù il senso del suo vivere e anche del suo morire, diventa il seguace, il discepolo, che fa della sua vita una lode al Signore e alla sua bontà. Solo chi ha gustato la dolcezza del Signore può diventare suo apostolo e testimone. Tante volte il nostro slancio missionario è scarso perché abbiamo fatto poca esperienza della sua salvezza, non ci siamo lasciati entusiasmare da Dio, non fremiamo di gioia per lui.
Noi ciechi siamo quindi chiamati prima a sperimentare che solo Gesù è la luce che vince la tenebra. Che anche noi poi sappiamo seguirlo “subito” (“euthùs”: Mc 10,52), con prontezza ed entusiasmo come il miracolato di Gerico, per non meritare la condanna di quanti “hanno preferito le tenebre alla luce” (Gv 3,18-21)!
Buona Misericordia a tutti!
Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
Vangelo di Domenica 24 Ottobre: Marco 10, 46-52
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Cari Consorelle e Confratelli delle Misericordie, sono Carlo Miglietta, medico, biblista, laico, marito, papà e nonno (www.buonabibbiaatutti.it). Anche oggi condivido con voi un breve pensiero di meditazione sul Vangelo, con particolare riferimento al tema della misericordia.
Il miracolo della guarigione del cieco di Gerico è carico di valenze simboliche. Innanzitutto l’episodio si svolge nella città dove si concluse il cammino di liberazione dalla schiavitù d’Egitto alla terra promessa, fortezza inespugnabile che solo un prodigio di Dio (Gs 6) riuscì a fare cadere nelle mani degli israeliti. E la cecità, che fa vivere l’uomo nelle tenebre, è un’infermità reale e allegorica.
Gesù luce del mondo
Nella Bibbia Dio è luce (Sl 4,7; Is 42,16; 50,10). La grande promessa dei profeti era l’arrivo del Messia che avrebbe illuminato le tenebre (Is 60,1.19).
Gesù è annunciato da Simeone nel tempio come “luce per illuminare le genti” (Lc 2,32). Giovanni afferma di lui: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9). E Gesù dice di sé: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12; cfr 12,46). Presentandosi nella sinagoga di Nazaret, Gesù afferma di essere venuto “per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi” (Lc 4,18). Al Battista che gli chiede se sia lui il Messia, Gesù fa rispondere: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista” (Lc 7,22). E alla fine dei tempi “Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà” (Ap 22,5).
Il cammino della Fede
Nella guarigione del cieco di Gerico è simboleggiato il cammino di fede di ogni uomo: senza la luce di Dio, ciascuno di noi si trova in situazione disperata, “cieco, seduto presso la via, mendicando” (Mc 10,46). Il cieco è seduto: non ha la capacità di stare in piedi. Non è nemmeno sulla strada, ma fuori della via: non è coinvolto nel movimento che porta a Gerusalemme, la città santa. Non è autosufficiente: sta mendicando. È la situazione del nostro mondo, inchiodato dai suoi problemi, incapace di trovare un senso alla vita, attanagliato dal buio dell’angoscia e della paura, oppresso dalla miseria e dalla morte; e tutti mendichiamo alla vita una qualche sopravvivenza, stordendoci nel divertimento, nella corsa al denaro, al piacere, al potere, alienandoci in mille frivolezze: ma alla fine ci ritroviamo soli, al margine della strada, nelle tenebre…
Per fortuna “Gesù passa di là” (Lc 18,37): è Dio che prende l’iniziativa, che viene incontro alla nostra miseria, che scende dai suoi cieli a soccorrerci. Dio ode il disperato grido di aiuto dell’uomo e interviene a liberarlo, anche se questi ne intuisce soltanto la presenza.
Notiamo che le folle cercano di dissuadere il cieco dal ricorrere a lui, anzi “lo rimproveravano perché tacesse” (Mc 10,48): Dio non c’è, e se c’è non può sentirti, è inutile ricorrere a lui… Sono folle che stanno attorno a Gesù, ma che forse non lo seguono: solo il cieco guarito si metterà alla sequela. Sono i tanti cristiani che vogliono seguire il Signore a modo loro, senza essere disturbati dai poveri, dagli emarginati, dagli oppressi di tutto il mondo che gridano il proprio dolore e la propria rabbia. Sono il prototipo di una Chiesa che è spesso… atea, che non crede alla potenza di Dio, alla sua possibilità di fare miracoli.
A questa folla il cieco dà un grande esempio di vera fede. Innanzitutto si mette in ascolto della Parola: “Avendo udito” (Mc 10,47). Il primo passo della Fede è l’ascolto: “La fede dipende dall’ascolto («akoè»)” (Rm 10,17).
L’annuncio che il cieco riceve è che “Gesù, il Nazareno, c’era (éstin)” (v. 47). Solo il Gesù storico, il povero falegname che veniva dall’infima Nazaret (Gv 1,46), colui che morirà crocifisso come un malfattore, è la salvezza unica dell’uomo, la risposta definitiva di Dio, la luce che squarcia le nostre tenebre.
Ma è poi necessaria la perseveranza, l’insistenza nella ricerca del Signore, senza lasciarci scoraggiare (“Ma egli gridava più forte”: Mc 10,48). E occorre cercare un rapporto personale, diretto, fiduciario con Dio: il cieco chiama Gesù per nome (Mc 10,47): e “chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (At 2,21).
Il cieco chiede a Gesù il suo amore: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. È la stupenda “preghiera del cuore” che nell’ortodossia diventerà il dolce mantra che, ripetuto ritmato al respiro, diventerà la “preghiera del cuore” di tanti Santi.
E Gesù “si ferma” (Mc 10,49) accanto all’uomo; non lo chiama però direttamente, ma per il tramite della Chiesa (“Disse: «Chiamatelo!»”: Mc 10,49): la Chiesa ha il compito di portare un annuncio di salvezza che non è suo, ma che le è stato affidato. La Chiesa non dovrebbe mai allontanare gli uomini da Dio, ma sempre portare a lui tutti i malati, i sofferenti, i peccatori, quanti sono “nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc 1,79). La Chiesa deve essere speranza e liberazione per tutti gli uomini, nessuno escluso.
Il salvato alla sequela del Signore
Gesù proclama: “La tua fede ti ha salvato” (Mc 10,52). Notiamo che Gesù non ha mai detto a nessuno: “Io ti ho salvato”, bensì: “La tua fede ti ha salvato” (cfr Lc 7,50; 17,19; Mc 5,34; 10,52…); “Va’, e sia fatto secondo la tua fede” (Mt 8,13); “Davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri” (Mt 15,28). Gesù è il vero Educatore”: “e-ducare” vuol dire infatti “tirare fuori”, “far affiorare” dall’altro. “Nel rispondere a chi incontrava, Gesù cercava la fede presente nell’altro, come se volesse risvegliare e far emergere la sua fede… Egli sapeva infatti che la fede è un atto personale, che ciascuno deve compiere in libertà: nessuno può credere al posto di un altro!” (E. Bianchi).
Il cieco guarito “lo seguiva lungo la strada” (Mc 10,52): l’uomo che sperimenta la salvezza e la liberazione, l’uomo che trova in Gesù il senso del suo vivere e anche del suo morire, diventa il seguace, il discepolo, che fa della sua vita una lode al Signore e alla sua bontà. Solo chi ha gustato la dolcezza del Signore può diventare suo apostolo e testimone. Tante volte il nostro slancio missionario è scarso perché abbiamo fatto poca esperienza della sua salvezza, non ci siamo lasciati entusiasmare da Dio, non fremiamo di gioia per lui.
Noi ciechi siamo quindi chiamati prima a sperimentare che solo Gesù è la luce che vince la tenebra. Che anche noi poi sappiamo seguirlo “subito” (“euthùs”: Mc 10,52), con prontezza ed entusiasmo come il miracolato di Gerico, per non meritare la condanna di quanti “hanno preferito le tenebre alla luce” (Gv 3,18-21)!
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Chi volesse leggere un’esegesi più completa del testo, o qualche approfondimento, me li chieda a migliettacarlo@gmail.com.
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Spazio Spadoni
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Vangelo di domenica 20 aprile Pasqua di Resurrezione: Giovanni 20, 1-9
Vangelo di domenica 13 aprile Domenica delle Palme: Passione del Signore – Luca 22,14-23,56
Vangelo di domenica 06 aprile V Domenica di Quaresima anno C – Giovanni 8, 1-11
Vangelo di domenica 30 marzo IV Domenica di Quaresima anno C – Luca 15, 1 – 3. 11-32
Vangelo di domenica 23 marzo III Domenica di Quaresima anno C – Luca 13, 1-9
Vangelo di domenica 16 marzo: II Domenica di Quaresima anno C – Luca 9, 28-36
Vangelo di domenica 09 marzo: I Domenica di Quaresima anno C – Luca 4,1-13
Vangelo di domenica 02 marzo: VII Domenica C: Luca 6, 39-45
Vangelo di domenica 23 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 27-38
Vangelo di domenica 16 febbraio: VI Domenica C: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di domenica 09 febbraio: V Domenica C: Luca 5, 1-11
Vangelo di domenica 02 febbraio: Presentazione del Signore C: Luca 2, 22-40
Vangelo di domenica 26 gennaio III Domenica C: Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di domenica 19 gennaio: Giovanni 2,1-11
Vangelo di domenica 12 gennaio: Luca 3,15-22
Vangelo di lunedì 06 gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di domenica 05 gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di mercoledì 1 gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di domenica 29 dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di mercoledì 25 dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di domenica 22 dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di domenica 15 dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di domenica 08 dicembre: Luca 1, 26-38
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Vangelo di domenica 17 novembre: Marco 13,24-32
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Vangelo di Domenica 20 Marzo: Luca 13, 1-9
Vangelo di Domenica 13 Marzo: Luca 9, 28-36
Vangelo di Domenica 6 Marzo: Luca 4, 1-13
Vangelo di Domenica 27 Febbraio: Luca 6, 39-45
Vangelo di Domenica 20 Febbraio: Luca 6, 27-38
Vangelo di Domenica 13 Febbraio: Luca 6, 17. 20-26
Vangelo di Domenica 6 Febbraio: Luca 5, 1-11
Vangelo di Domenica 30 Gennaio Luca 4, 21-30
Vangelo di Domenica 23 Gennaio Luca 1, 1-4; 4, 14-21
Vangelo di Domenica 16 Gennaio: Giovanni 2, 1-11
Vangelo di Domenica 9 Gennaio Luca 3, 15-16.21-22
Vangelo di Giovedì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 2 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Sabato 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 26 Dicembre: Luca 2, 41-52
Vangelo di Sabato 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 19 Dicembre: Luca 1, 39-45
Vangelo di Domenica 12 Dicembre: Luca 3, 10-18
Vangelo di Mercoledì 8 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 5 Dicembre: Luca 3, 1-6
Vangelo di Domenica 28 Novembre: Luca 21, 25-28. 34-36
Vangelo di Domenica 21 Novembre: Giovanni 13, 33-37
Vangelo di Domenica 14 Novembre: Marco 13, 24-32
Vangelo di Domenica 7 Novembre: Marco 12, 38-44
Vangelo di Lunedì 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 31 Ottobre: Marco 12, 28-34
Vangelo di Domenica 17 Ottobre: Marco 10, 35-45
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Marco 10, 17-31
Vangelo di Domenica 3 Ottobre: Marco 10, 2-16
Vangelo di Domenica 26 Settembre: Marco 9, 38-43.45.47-48
Vangelo di Domenica 19 Settembre: Marco 9, 30-37
Vangelo di Domenica 12 Settembre: Marco 8, 27-35
Vangelo di Domenica 5 Settembre: Marco 7, 31-37
Vangelo di Domenica 29 Agosto: Marco 7, 1-8.14-15.21-23
Vangelo di Domenica 22 Agosto: Giovanni 6, 60-70
Vangelo di Domenica 15 Agosto: Luca 1, 39-56
Vangelo di Domenica 8 Agosto: Giovanni 6, 41-51
Vangelo di Domenica 1 Agosto: Giovanni 6, 24-35
Vangelo di Domenica 25 Luglio: Giovanni 6, 1-15
Vangelo di Domenica 18 Luglio: Marco 6, 30-34
Vangelo di Domenica 11 Luglio: Marco 6, 7-13
Vangelo di Domenica 4 Luglio: Marco 6, 1-6
Vangelo di Martedì 29 Giugno: Matteo 16, 13-19
Vangelo di Domenica 27 Giugno: Marco 5, 21-43
Vangelo di Domenica 20 Giugno: Marco 4, 35-41
Vangelo di Domenica 13 Giugno: Marco 4, 26-34
Vangelo di Domenica 6 Giugno: Marco 14, 12-16.22-26
Vangelo di Martedì 30 Maggio: Matteo 28, 16-20
Vangelo di Domenica 23 Maggio: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 16 Maggio: Marco 16, 15-20
Vangelo di Domenica 9 Maggio: Giovanni 15, 9-17
Vangelo di Domenica 2 Maggio: Giovanni 15, 1-8
Vangelo di Domenica 25 Aprile: Giovanni 10, 11-18
Vangelo di Domenica 18 Aprile: Luca 24, 35-48
Vangelo di Domenica 11 Aprile: Giovanni 20, 19-31
Vangelo di Venerdì 2 Aprile: Giovanni 18-19
Vangelo di Giovedì 1 Aprile: Giovanni 13, 1-15
Vangelo di Domenica 28 Marzo: Marco 14-15
Vangelo di Domenica 21 Marzo: Giovanni 12, 20-33
Vangelo di Domenica 14 Marzo: Giovanni 3, 14-21
Vangelo di Domenica 7 Marzo: Giovanni 2, 13-25
Vangelo di Domenica 28 Febbraio: Marco 9, 2-10
Vangelo di Domenica 21 Febbraio: Marco 1, 12-15
Vangelo di Domenica 14 Febbraio: Marco 1, 40-45
Vangelo di Domenica 7 Febbraio: Marco 1, 29-39
Vangelo di Domenica 31 Gennaio: Marco 1, 21-28
Vangelo di Domenica 24 Gennaio: Marco 1, 14-20
Vangelo di Domenica 10 Gennaio: Marco 1, 9-11
Vangelo di Giovedì 7 Gennaio: Giovanni 1, 35-42
Vangelo di Mercoledì 6 Gennaio: Matteo 2, 1-12
Vangelo di Domenica 3 Gennaio: Giovanni 1, 1-18
Vangelo di Venerdì 1 Gennaio: Luca 2, 16-21
Vangelo di Domenica 27 Dicembre: Luca 2, 25-38
Vangelo di Venerdì 25 Dicembre: Luca 2, 1-14
Vangelo di Domenica 20 Dicembre: Luca 1, 26-38
Vangelo di Domenica 13 Dicembre: Giovanni 1, 6-8.19-28
Vangelo di Domenica 6 Dicembre: Marco 1, 1-8
Vangelo di Domenica 29 Novembre: Marco 13, 33-37
Vangelo di Domenica 22 Novembre: Matteo 25, 31-46
Vangelo di Domenica 15 novembre: Matteo 25, 14-30
Vangelo di Domenica 8 Novembre: Matteo 25, 1-13
Vangelo di Domenica 1 Novembre: Luca 6, 17. 20-26/ Matteo 5, 1-12
Vangelo di Domenica 25 Ottobre: Matteo 22, 34-40
Vangelo di Domenica 18 Ottobre: Matteo 22, 15-21
Vangelo di Domenica 10 Ottobre: Matteo 22, 1-14
Vangelo di Domenica 4 Ottobre: Matteo 21, 33-43
Vangelo di Domenica 27 Settembre: Matteo 21, 28-32
Vangelo di Domenica 20 Settembre: Matteo 20, 1-16
Vangelo di Domenica 13 Settembre: Matteo 18, 21-35
Vangelo di Domenica 6 Settembre: Matteo 18, 15-20
Vangelo di Domenica 6 Settembre