I nostri tre incontri con papa Francesco
Incontrare il Papa una volta è già un dono, ma tre volte in tre occasioni diverse è una grazia che va raccontata. La testimonianza di Riccardo Rossi
Io e mia moglie abbiamo avuto il dono nel febbraio 2016 di essere ricevuti da Papa Francesco in Piazza San Pietro a Roma. Eravamo neo sposi, e quell’incontro fu il nostro viaggio di nozze; gli raccontammo della nostra vita missionaria dedicata ai poveri e lui ascoltò con tanta attenzione e partecipazione. Poi, alla fine, ci disse: “Pregate per me”.
Sul momento, rimasi anche un po’ deluso; solo negli anni di cammino di fede, capii che era stata una grande lezione di vita, di spostare la nostra attenzione verso l’altro. Ci manifestò la sua fragilità e ci svelò che per noi cristiani la preghiera è essere in continua connessione con Dio in ogni momento. Tutti abbiamo bisogno della preghiera, anche un Papa. A tal proposito, ricordo il brano del Vangelo: Giovanni 15,5 “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”.
Successivamente, nel settembre del 2018, è stata una grande gioia accogliere in Missione Speranza e Carità di Palermo Papa Francesco a pranzo con tutti i poveri.
Io ero a poca distanza da lui, al tavolo di fronte con mia moglie Barbara, e mi ha colpito per la sua semplicità nel parlare con tutti i fratelli. Sembrava uno di noi da sempre, non era un Papa tra i poveri, ma un Padre che amava i suoi figli e li ascoltava tutti con pazienza e gioia.
Ha mangiato un pasto molto umile perché così ci aveva chiesto, voleva mangiare quello che mangiavano i poveri della missione. Intorno a lui vi erano persone di tutto il mondo, disabili, musulmani e con tutti è entrato in relazione con naturalezza.
Papa Francesco con noi non ha quasi parlato, ma ha ascoltato tanti fratelli e sorelle accolte; ha emanato talmente tanta gioia che tanti hanno preso coraggio e si sono alzati dal tavolo assegnato per andare ad abbracciarlo in una sala mensa stracolma di gente.
E’ stato molto bello quando ha incontrato due sposi, lui nigeriano e lei italiana, e ha preso in braccio con paterno amore la loro piccola figlia. Una bambina gli ha voluto regalare una rosa che Papa Francesco ha accolto e ha poi posto davanti al Mosaico della Madonna nella chiesa “Casa di Preghiera di tutti i Popoli”, che ha poi visitato dopo il pranzo.
Per me, è stata una gioia immensa, potrei dire epocale, anche come giornalista; feci un numero speciale della rivista della Missione “La Speranza” con la storia della comunità. Inoltre, mi sono anche occupato della comunicazione con tutti i media, per fare intervistare tanti fratelli, di varie religioni, che erano contentissimi di avere conosciuto papa Francesco.
Ho avuto la grazia di ascoltare e di vedere un’altra volta papa Francesco quest’anno al Giubileo dei Giornalisti in Sala Nervi in Vaticano dove ci ha regalato grande fede dicendo a noi giornalisti:
“Ma tu, sei vero? Non solo le cose che tu dici, ma tu nel tuo interiore, nella tua vita sei vero?”
Ci ha detto di essere sempre veri, non solo quando scriviamo, ma in ogni nostro comportamento della giornata: a casa con la famiglia, con i colleghi.
Dobbiamo sempre di più fonderci in Gesù ed essere testimoni di verità; accogliamo le nuove esagerazioni d’amore del Re Divino, i volumi di Libro di Cielo, vergati da Luisa Piccarreta per perseguire fusi in Gesù, la realizzazione del Regno di Dio su questa terra e quindi la fine di ogni male.
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- Riccardo Rossi