Chi è il volto prossimo?

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6 Maggio 2025

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Il tema del Festival della Missione, che si terrà a Torino il prossimo ottobre, è “Il Volto Prossimo”: che cosa significa?

Ogni incontro può essere una soglia: il momento in cui l’altro non è più un estraneo, ma diventa un volto che interpella, scuote e trasforma. Il tema scelto per il Festival della Missione 2025, Il Volto Prossimo, parte da questa intuizione fondamentale, ribaltando la domanda su chi sia il mio prossimo in un interrogativo più profondo e radicale: a chi decido io di approssimarmi? Non si tratta di cercare criteri per selezionare a chi indirizzare il nostro aiuto, ma di lasciarci interrogare da chi incontriamo, di diventare prossimi attraverso l’atto stesso di avvicinarsi.

La parabola del buon samaritano è il fulcro di questa riflessione. Quando il dottore della Legge domanda a Gesù: «Chi è il mio prossimo?», Gesù non offre una risposta diretta, ma racconta una storia. Tre uomini percorrono la stessa strada. Due di loro, un sacerdote e un levita, vedono il ferito e passano oltre. Il samaritano invece «lo vide e ne ebbe compassione». La compassione è il motore dell’azione che rende il samaritano prossimo all’uomo ferito.

L’Incontro che trasforma

Nel racconto evangelico, l’incontro tra il samaritano e il ferito è una relazione trasformativa. Il samaritano non si limita a fornire un soccorso immediato; si prende cura dell’uomo, lo affida a un oste e si impegna a coprire i costi. Questo gesto di amore concreto è un esempio potente di come il prossimo non sia un’astrazione, ma il volto reale che incrociamo e al quale scegliamo di rispondere. Il Festival della Missione celebra questa dinamica attraverso un mosaico di volti. Ogni incontro con l’altro può diventare l’evento che cambia la nostra vita, se siamo disposti a lasciarci toccare da quello sguardo reciproco.

Una Chiamata Universale

La sofferenza dell’altro è un invito a sprigionare amore. Il samaritano non abbandona il suo percorso di vita, ma si lascia interrompere e coinvolgere dall’incontro. Questa è una lezione importante: non siamo chiamati a risolvere ogni problema, ma a rispondere a ciò che ci interpella nel presente, con le risorse a nostra disposizione. Farsi prossimo significa assumersi una responsabilità reale nei confronti dell’altro, ascoltando i suoi bisogni e rispondendo con azioni che creano prossimità autentica. Prima di offrire servizi o soluzioni, dobbiamo imparare a porci in relazione, a lasciarci trasformare dall’incontro.

L’incontro con il volto dell’altro, con la sua vulnerabilità e dignità, ci rivela qualcosa di essenziale anche su noi stessi. L’atto di approssimarsi genera una fraternità autentica, capace di rivelare il nostro essere più profondo. Il Festival della Missione ci invita a vivere questa esperienza, trasformando il tema del volto prossimo in una pratica quotidiana. Alla fine, come insegna Gesù, non si tratta di domandarsi “chi devo aiutare”, ma di vivere con cuore aperto.

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