Da Detroit, notizie missionarie

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17 Giugno 2025

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Da Farmington Hills (Detroit, Michigan), il nostro inviato padre Piero Masolo, missionario del Pime, ci invia alcune news

Cari amici,

il nuovo Papa americano ci ha sorpresi. L’8 maggio, quando è giunta la notizia della fumata bianca, ci siamo riuniti davanti alla televisione con i colleghi che lavorano al Centro Missionario del PIME qui a Detroit. Nell’attesa abbiamo ipotizzato dei nomi: nessuno ha fatto quello di Robert Prevost.

Quando il suo nome è stato annunciato dal balcone di San Pietro, molte bocche si sono spalancate per la sorpresa. Padre Ken ha esclamato: “È padre Bob! Abbiamo studiato insieme al CTU (Chicago Theological University)”.

Scoprendo la sua vita la sorpresa per il primo Papa statunitense ha lasciato spazio alla gioia: un missionario, con un pezzo di cuore in Perù; un agostiniano, ancorato nella sapienza dei Padri della Chiesa, con una forte spiritualità mariana; un formatore, per anni professore ed animatore vocazionale; proveniente da una famiglia con origini multiple, che rappresenta il formidabile melting-pot di questo Paese.

Personalmente, sono molto felice che un missionario americano sia il successore di Pietro, perché i missionari americani sono diminuiti di molto negli ultimi decenni, e non è facile per un cattolico americano conoscerne direttamente uno. Spero sia un incentivo per i giovani, che si interrogano su cosa fare nella vita, a prendere in considerazione la bellezza della vocazione missionaria.

Sono molto felice che Papa Leone sia un figlio di Sant’Agostino, “l’algerino”, nato a Tagaste (oggi Souk Ahras) dove un ulivo ricorda le sue radici, e vescovo ad Ippona (oggi Annaba) dove i resti dell’antica basilica romana sono ancora visibili. Padre Prevost ha visitato l’Algeria e chissà che un pellegrinaggio da Papa in quei luoghi possa diventare realtà…

Un’altra bellezza, che mi affascina molto, è quella degli spazi, dell’architettura che crea spazi di vita, di studio e di lavoro. C’è un genio del ’900 che mi ha sempre colpito da quando lo studiavo sui libri di storia dell’architettura al Politecnico: Frank Lloyd Wright. A Chicago abbiamo potuto visitare due delle case che ha progettato, le cosiddette Prairie Houses, le case della prateria. Assolutamente originali nel contesto urbano in cui si trovano, colpiscono per la modernità, nonostante abbiano più di un secolo. Gli spazi e i dettagli sono incredibili: nulla è lasciato al caso e la creatività va a braccetto con la funzionalità.

Creatività e funzionalità sono essenziali nel progettare un’università, come Notre Dame, che da quasi due secoli forma giovani in un campus straordinario al cui centro c’è una chiesa ed una grotta che replica quella della Madonna di Lourdes. Fondata dalla Congregazione della Santa Croce, di origine francese, continua a crescere sia dotandosi di nuove strutture, come un enorme stadio di football, sia in un sistema globale di collaborazioni e succursali che permette agli studenti di aprirsi alla complessità del mondo.

Padre Mike, che ci ha guidati alla scoperta di Notre Dame, accompagna i seminaristi che vivono nel campus, dopo essere stato per anni missionario in Uganda. Emma lavora in università ed è appena tornata da una formazione in Irlanda. Gli studenti di architettura passano un semestre a Roma per toccare con mano i capolavori dell’antichità. Certo non è tutto rosa e fiori: solo un’elite può permettersi di frequentare questa prestigiosa università cattolica, che sembra una “bolla felice”, un mondo a parte rispetto alla città che la circonda.

Quello che potrebbe sembrare una “bolla” ed è invece un aiuto concreto alle nostre missioni è Tastes of Italy, una serata a base di cucina italiana, in cui 200 amici del PIME hanno creato un ponte tra Stati Uniti e Brasile, tra Detroit e Barreirinha, in Amazzonia, dove opera il nostro confratello padre Bosco.

Grazie alla loro generosità si è potuta finanziare la mensa che le Suore della Carità di Madre Teresa portano avanti per nutrire 1.350 bambini e le loro famiglie ogni mese (https://pimeusa.reachapp.co/projects/project-10273). Questo mese di maggio è stato bello anche dal punto di vista pastorale: di solito celebro ogni domenica in una parrocchia diversa, secondo le richieste che ci arrivano al PIME, mentre in questo periodo sono rimasto per quattro weekend consecutivi nella stessa parrocchia, Saint Ephrem a Sterling Heights. È l’occasione di conoscere un po’ meglio una comunità e fare un pezzo di cammino insieme.

Ogni domenica, a sorpresa, un amico o un’amica diversa è venuto/a apposta a Sant’Efrem per partecipare alla Messa. Efrem il Siro è un pozzo di sapienza, un poeta e Padre della Chiesa, e mi piace concludere con alcuni suoi versi dedicati a Maria: “O mia cetra inventa nuovi motivi in lode di Maria Vergine, innalza la tua voce e canta la maternità tutta meravigliosa di questa vergine, figlia di David, che portò la vita al mondo… Il Verbo del Signore lasciò il suo trono, scese in una fanciulla e abitò in lei; essa lo concepì e lo diede alla luce. È grande il mistero della Vergine purissima e supera ogni lingua”.

Un abbraccio, in comunione

Fonte

  • Newsletter di p. Piero Masolo

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  • Profilo Fb di p. Piero Masolo

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