Suor Adele, vivere le Opere di Misericordia per le strade di Goma

Suor Ines, attraverso un’intervista, presenta a noi suor Adele che con grande disponibilità ed apertura, sventaglia al mondo un carisma singolare nelle molteplici e variegate forme di vita consacrata sul sentiero di Dio
Suor Adele è una religiosa della Santa Famiglia d’Helmet, una Congregazione belga che ha missioni in terra congolese.
Suor Adele, come ti sei avvicinata al mondo delle religiose?
Durante la mia infanzia non amavo le religiose perché mi pareva che indossassero i vestiti di un solo colore. Pensavo ne avessero uno solo e provavo per loro un po’ di pietà a causa di questa questione dell’abbigliamento.
Nonostante ciò, mi piaceva comunque sedermi accanto alle suore per toccare i loro abiti. E fu così che un giorno una di loro mi disse che sarei diventata religiosa. Piansi amaramente, proprio non volevo questo futuro per me e, addolorata, informai i genitori. Ero talmente triste di quanto mi fu detto che esigevo delle scuse da parte della suora: mi aveva offesa, non c’era niente da dire.
Fu solamente a 16 anni che qualcosa accadde inspiegabilmente: iniziai ad apprezzare le suore e decisi che, non appena possibile, avrei voluto prendere la strada della consacrazione. I miei genitori rimasero frastornati alla notizia, non furono d’accordo e non mi incoraggiarono. Ma sentivo che quella era la mia strada e tenni duro.
A diciotto anni lasciai la mia famiglia per entrare nella comunità della “Santa Famiglia d’Helmet”. Fu difficile per me visto il loro pensiero sulla questione. Mio padre mi aveva sempre coccolata e viziata e, improvvisamente, mi ero vista privata di tutto ciò.
Chiesi aiuto economico alla Parrocchia per affrontare il viaggio e raggiungere il quartiere dove vivevano le suore della Santa Famiglia d’Helmet e partii.
Feci la formazione senza alcun incoraggiamento della mia famiglia. Pronunciai i voti temporanei senza che la mia famiglia fosse d’accordo sulla mia scelta. Continuai il mio cammino sapendo di essere sulla buona strada: quella di amare Dio e di servirlo attraverso i miei fratelli e sorelle. Lo scoraggiamento di parecchie persone durante il mio cammino vocazionale non ha spento in me il desiderio di diventare religiosa. Arrivai così a fare i voti perpetui.
Suor Adele hai svolto la formazione del progetto HIC SUM presso la Misericordia di Assisi. Immaginiamo l’emozione imprescindibile di entrare nella cittadella di S. Francesco.
Proprio così, questa è stata una doppia opportunità per me. Oltre a imparare nuove cose che ho portato nella Repubblica Democratica del Congo al mio rientro, ho avuto la possibilità di farlo in un luogo ricco di fede e cultura come Assisi.
Ho riflettuto molto su quello che sarebbe stato il mio progetto con spazio + spadoni in relazione alla difficile situazione di Goma.
A causa della guerra la popolazione vive nella povertà. Un bambino di un anno arriva a pesare solamente tre chili a causa della malnutrizione. Noi già facciamo quello che possiamo donando il latte, o qualche altra cosa ma capita anche a noi di non avere di che vivere a casa.
Dopo aver beneficiato di una formazione HIC SUM sono rientrata in Congo e ho cercato di coltivare negli abitanti di Goma il senso della Misericordia accettando di vivere le Opere di Misericordia e il volontariato, essendo io stessa volontaria della misericordia.
“Donare del pane a colui che ha fame”: con il progetto HIC SUM avremmo voluto attivare un pollaio per beneficiare delle uova e donarle ai poveri. Sarebbe stato il nostro Pane di Misericordia, ma il peggiorare della situazione a Goma e la crudeltà della guerra hanno frenato la nascita del progetto e stiamo attendendo che vi siano le condizioni per poter operare.
Vuoi dire qualcosa a chi leggerà questo articolo?
Sì. Voglio invitare tutti alla preghiera, affinché vi sia una pace duratura in tutte le nazioni e a Goma che da tantissimi anni vive l’instabilità e la paura.
Fonte e Immagini
Suor Ines, attraverso un’intervista, presenta a noi suor Adele che con grande disponibilità ed apertura, sventaglia al mondo un carisma singolare nelle molteplici e variegate forme di vita consacrata sul sentiero di Dio
Suor Adele è una religiosa della Santa Famiglia d’Helmet, una Congregazione belga che ha missioni in terra congolese.
Suor Adele, come ti sei avvicinata al mondo delle religiose?
Durante la mia infanzia non amavo le religiose perché mi pareva che indossassero i vestiti di un solo colore. Pensavo ne avessero uno solo e provavo per loro un po’ di pietà a causa di questa questione dell’abbigliamento.
Nonostante ciò, mi piaceva comunque sedermi accanto alle suore per toccare i loro abiti. E fu così che un giorno una di loro mi disse che sarei diventata religiosa. Piansi amaramente, proprio non volevo questo futuro per me e, addolorata, informai i genitori. Ero talmente triste di quanto mi fu detto che esigevo delle scuse da parte della suora: mi aveva offesa, non c’era niente da dire.
Fu solamente a 16 anni che qualcosa accadde inspiegabilmente: iniziai ad apprezzare le suore e decisi che, non appena possibile, avrei voluto prendere la strada della consacrazione. I miei genitori rimasero frastornati alla notizia, non furono d’accordo e non mi incoraggiarono. Ma sentivo che quella era la mia strada e tenni duro.
A diciotto anni lasciai la mia famiglia per entrare nella comunità della “Santa Famiglia d’Helmet”. Fu difficile per me visto il loro pensiero sulla questione. Mio padre mi aveva sempre coccolata e viziata e, improvvisamente, mi ero vista privata di tutto ciò.
Chiesi aiuto economico alla Parrocchia per affrontare il viaggio e raggiungere il quartiere dove vivevano le suore della Santa Famiglia d’Helmet e partii.
Feci la formazione senza alcun incoraggiamento della mia famiglia. Pronunciai i voti temporanei senza che la mia famiglia fosse d’accordo sulla mia scelta. Continuai il mio cammino sapendo di essere sulla buona strada: quella di amare Dio e di servirlo attraverso i miei fratelli e sorelle. Lo scoraggiamento di parecchie persone durante il mio cammino vocazionale non ha spento in me il desiderio di diventare religiosa. Arrivai così a fare i voti perpetui.
Suor Adele hai svolto la formazione del progetto HIC SUM presso la Misericordia di Assisi. Immaginiamo l’emozione imprescindibile di entrare nella cittadella di S. Francesco.
Proprio così, questa è stata una doppia opportunità per me. Oltre a imparare nuove cose che ho portato nella Repubblica Democratica del Congo al mio rientro, ho avuto la possibilità di farlo in un luogo ricco di fede e cultura come Assisi.
Ho riflettuto molto su quello che sarebbe stato il mio progetto con spazio + spadoni in relazione alla difficile situazione di Goma.
A causa della guerra la popolazione vive nella povertà. Un bambino di un anno arriva a pesare solamente tre chili a causa della malnutrizione. Noi già facciamo quello che possiamo donando il latte, o qualche altra cosa ma capita anche a noi di non avere di che vivere a casa.
Dopo aver beneficiato di una formazione HIC SUM sono rientrata in Congo e ho cercato di coltivare negli abitanti di Goma il senso della Misericordia accettando di vivere le Opere di Misericordia e il volontariato, essendo io stessa volontaria della misericordia.
“Donare del pane a colui che ha fame”: con il progetto HIC SUM avremmo voluto attivare un pollaio per beneficiare delle uova e donarle ai poveri. Sarebbe stato il nostro Pane di Misericordia, ma il peggiorare della situazione a Goma e la crudeltà della guerra hanno frenato la nascita del progetto e stiamo attendendo che vi siano le condizioni per poter operare.
Vuoi dire qualcosa a chi leggerà questo articolo?
Sì. Voglio invitare tutti alla preghiera, affinché vi sia una pace duratura in tutte le nazioni e a Goma che da tantissimi anni vive l’instabilità e la paura.
Fonte e Immagini
