Suor Beatrice, in Nigeria a servizio delle Opere di Misericordia

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29 Maggio 2025

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Conosciamo Suor Beatrice della Congregazione Ancelle del Santo Bambino Gesù che ha svolto il progetto HIC SUM nella Misericordia di Villa Adriana e ora si trova in Nigeria per portare avanti la sua missione

Suor Beatrice si è laureata in Italia, in Bioetica con una tesi dal titolo “Come prevenire la disabilità pre-natale”. Alla radice dei suoi studi, del suo ragionare e del suo pensare c’è sempre Dio che chiama e che soffia il suo alito di vita. Ha molto a cuore il valore della vita e il fatto che quel bambino che deve ancora nascere, è stato concepito, è già persona. E la persona va tutelata in tutte le sue dimensioni.

“Non ho mai trovato problemi nel raccordare la Fede, il mio credere in Gesù con lo studio! Anzi, dirò: entrambi hanno sempre camminato insieme! È la mia fede per di più che mi ha portato a studiare la bioetica per valorizzare l’essere umano ad immagine e somiglianza di Dio”.

Suor Beatrice nasce in un villaggio situato a Ovest della Nigeria. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, il livello di vita media è aumentato e non c’è più, almeno lì, il problema dell’analfabetismo. Tutti hanno capito il valore dello studio.  Allora, i villaggi soffrono della fuga dei giovani verso le città e le capitali economiche. Ma le radici restano.

La mia lingua è l’Igbo, la più diffusa in Nigeria. Un ascoltatore attento, quando viene parlato l’Igbo, percepisce anche qualche parola in inglese. Non c’è una traduzione per dire “ciao”, ma la cosa importante è il rispetto dell’età.

Missione sostantivo femminile

Impegnare la donna nella missione evoca l’immagine di una “stella” che risplende della Parola di Dio ed è luce che guida verso Gesù.

La vita e la spiritualità delle Ancelle del Santo Bambino Gesù  si intarsiano proprio in questo dettato semplice e fondamentale: l’essere donna di fede e missione ma prima ancora l’essere donna. Le Ancelle del Santo Bambino Gesù è una Congregazione internazionale ma fondata in Nigeria il 15 gennaio nel 1931 da Madre Carla Walker, la suora della carità dell’Irlanda. Il loro carisma si traduce in “la carità che abbraccia tutti”, ovvero “Amore e servizio”.

La vocazione

Sin da quando ero bambina avvertiva il forte desiderio di diventare suora. Fu il gruppo parrocchiale, attraverso la preghiera, il veicolo affinché prendesse più consapevolezza della sua vocazione  Solo questo desiderio. Così fu indirizzata verso questa Congregazione. “E da allora una certezza: Dio mi aveva chiamata senza alcun dubbio“.

La preghiera

La preghiera deve essere qualcosa che si muove fortemente nel nostro cuore. È stare con Gesù e dialogare con Lui. Ecco perché animare gruppi di preghiera è molto importante; in Italia non sono la prassi ma nelle giovani chiese africane c’è sempre un gruppo di preghiera ed ognuno “milita” nel suo gruppo in modo da coinvolgervi anima e corpo.

Suor Beatrice e Opere di Misericordia

Vita da suora

Comunemente si pensa che le suore non facciano altro che pregare. Io stessa prima di entrare nella Congregazione pensavo: “Il lavoro delle suore è solo pregare”Poi, invece, ho visto che essere suora vuol dire vivere una vocazione diversa, avere veramente tanti impegni, al limite da conciliare con la vita di preghiera!

Il progetto HIC SUM alla Misericordia di Villa Adriana

Ciò che mi ha colpito più di tutto è stato questo “fuoco di andare ad aiutare”, 24 ore su 24.

Il volontariato è tale in tante sfaccettature: nell’ascolto degli ammalati, nell’aiutare i senzatetto portando loro da mangiare e non solo. Per fare un esempio, un giorno che pioveva a dirotto, abbiamo aiutato una comunità di zingari (c’erano anche bimbi piccoli, una appena nata tra l’altro) ad evacuare in un albergo.

Pensare alla Misericordia mi ispira di certo l’immagine del Buon Samaritano perché le opere di misericordia corporali e spirituali sono sempre vive su ogni dimensione dell’aiuto. Non solo l’aiuto materiale ma anche molto altro.

Recuperare le radici delle Misericordie vuol dire proprio questo: prendere consapevolezza sempre più che donando si riceve. Quello che è importante è la disponibilità a fare, a mettersi in gioco, l’unica maniera in cui si impara”.

Sono stata catechista in una diocesi in Nigeria. E lì, il catechista fa anche da prete: ho amministrato il battesimo agli adulti, ma ho anche camminato molto. Passare da un villaggio all’altro richiede una buona dose di allenamento. Ecco allora che in questo contesto si inserisce il progetto e il carisma di spazio + spadoni… una missione che si nutre, prima di tutto, di solide e genuine energie, quelle che non vengono solo dall’uomo ma anche e soprattutto da Dio. É Lui che ci dà la forza di correre, è Lui che guida i nostri sogni, è Lui che libera il volo e ci fa angeli in terra! spazio + spadoni ci tiene insieme per questo: non perdiamo questa opportunità.

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