Suor Lizia, in mezzo al popolo del Brasile con le Opere di Misericordia

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5 Giugno 2025

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Suor Lizia racconta a suor Ines le origini della sua vocazione e la centralità del progetto HIC SUM nella sua missione in Brasile

Faccio parte delle Suore Figlie di San Francesco di Sales. Il nostro carisma trova pieno significato nella parabola della pecorella smarrita che è presente in tre Vangeli. La nostra missione è quella di vigilare che nessuno si perda o che non abbia più fiducia nella vita. Cerchiamo di non perdere nessuno: soprattutto gli ultimi, gli esclusi, gli emarginati. Questo carisma è la guida delle mie attività in Brasile.

Suor Lizia, raccontaci della tua vocazione. Come è nata?

Nasce da piccola alle scuole elementari. “Che bello vedere quelle suore che preparavano il vestito a Gesù Bambino in culla! – così mi dissi – “bene, questo è quello che fa per me: insegnare a pregare ai bambini come queste suore fanno con noi. Diventerò suora per questo!

Quanta immaginazione possa avere una bimba; avevo capito che questo era quello che volevo fare da grande e iniziai ad esercitarmi.

Pazientai fino alla scuola media e, non resistendo, espressi la mia volontà fortissima. Mi risposero: “Non sei ancora matura per questo! Continua a studiare!

Arrivai allora alla scuola superiore che frequentavo da interna in un istituto di suore. Dormivo con tre ragazze e fu allora che persi la voglia di fare la suora!

Perché?

Un po’ perché ero cresciuta come una persona libera. Quindi, già trovarsi di fronte a delle regole severe come quella dell’alzata mattutina, sentire tanto parlare di suore, mi faceva “interpretare questo stile di vita tutto a modo mio”. Infine, arrivai a dire: “Non riesco”.

Cosa successe poi? Come Dio ti ha richiamato a sé?

Io sono indiana e, seppur oggi non sia più così, ai miei tempi i matrimoni, in India, venivano combinati dalle famiglie, erano loro che dovevano accettare ed impegnarsi a dare in sposa la figlia femmina! Arrivò anche il mio turno, avrei dovuto sposarmi. In quel momento capii di nuovo che volevo diventare suora. Lo confidai allora ad uno zio che ebbe capacità di capirmi e che mi consigliò di andare a fare un’esperienza vocazionale di quindici giorni senza dire a nessuno dove stessi andando. Se poi mi fosse piaciuto, sarei rimasta. E così fu che finalmente restai dalle suore.

Com’è stato il tuo incontro con San Francesco di Sales?

La prima cosa che mi ha portato dentro la Congregazione sono state le suore che vivevano in quella comunità. Prima di tutto loro. Poi, pensando alla povertà, l’obbedienza e a quella grande persona di San Francesco Di Sales, ho capito perché anche lui e il suo pensiero fossero adatti a me: non troppo radicale per certi versi, la via di mezzo che comprende anche coinvolgersi in cose reali e pratiche.

Quando si fa una scelta come quella che ho fatto, si impara il gusto della rinuncia perché la si pratica, non la si idealizza.

Suor Lizia a San Cerbone

Raccontaci della tua esperienza in Misericordia con il progetto HIC SUM

Ho vissuto un’esperienza formativa alla Misericordia di Lucca. HIC SUM non è solo un progetto che ti forma al soccorso e alla cura degli ammalati! Ricordo che quando ero in Italia, spazio + spadoni organizzò con me, con una consorella di un’altra Congregazione e con un laico missionario una giornata di formazione durante la quale abbiamo imparato a fare il cioccolato e la candeggina.

Produrre la candeggina con gli occhi della missione che da lì a poco sarei stata chiamata a svolgere, ebbe un significato importantissimo. Inoltre è stato un modo per coinvolgere le donne, qui in Brasile, per iniziare con loro anche un cammino verso la conoscenza di Gesù, dei suoi insegnamenti e delle opere di misericordia. Con il pretesto di fare la candeggina, hanno potuto conoscere il nostro ambiente, e siamo diventati famiglia. Piano piano abbiamo lanciato la proposta di fare mezz’ora di Adorazione Eucaristica anche per offrire le intenzioni del nostro lavoro. Nella missione la nostra preoccupazione è appunto l’educazione della famiglia, dei bambini, dei giovani, delle donne.

Io credo che il vero e più potente obiettivo del progetto HIC SUM sia quello di fornire strumenti per vivere in autonomia. Per questo credo che la progettualità debba avere dei tempi adeguati, non troppo lunghi, dove l’elemento importante sia l’intensità.

La dimensione che più si addice a questo approccio è quella del costruire processi legati all’educazione. Del resto, come si usa dire: “non dare il pesce ad una persona ma insegnagli a pescare!”

Quindi….Aprire strade, non costruirle!

L’aiuto più grande è dare una spinta nel momento in cui si vuole partire, iniziare. Magari sempre con l’attenzione di affiancarsi ad azioni, processi che sono già in qualche modo esistenti.

Suor Lizia al Convento di San Cerbone

Come si sposa l’opera missionaria con il tema dell’educazione?

Credo che ciò che conta davvero siano i valori che trasmettiamo. Per questo educare, a mio parere, è fondamentale. L’educazione viene prima di altri aiuti, anche e soprattutto di quello economico.

L’educazione ha a che fare fortemente con la reciprocità.

Noi, a qualunque ordine aderiamo, abbiamo prima di tutto il compito di portare il Vangelo; quindi di educare. Tutto quello che facciamo deve condurre o ricondurre al Vangelo. Questo secondo me ci deve interrogare anche su quanto in realtà le nostre strade rischino di prendere altre vie meno aderenti a questo primo ed assoluto mandato. Ogni suora missionaria deve comunicare il Vangelo, non è un mestiere. Io credo fermamente che tante delle difficoltà di oggi siano dovute alla perdita o indebolimento di questo tassello centrale.

Per concludere, ci elenchi due tue caratteristiche che ritieni importanti per il buon esito della missione?

Io penso siano la capacità di ascolto e l’incoraggiamento.

Credo che riuscire a capire l’altro nel profondo, non giudicandolo, ma ascoltandolo in maniera pura sia la partenza fondamentale in una relazione con l’altro.

E credo che subito dopo ci sia la necessità di dare valore alle cose ascoltate, “celebrarle” quasi, e quindi cercare in tutti i modi di incoraggiare, di dare forza e speranza.

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