La proposta di un “Ministero della Pace”

il: 

21 Giugno 2025

di: 

locandina ministero pace

La riEvoluzione delle opere di misericordia, oggi, contempla anche la ricerca della pace e della giustizia

Nel cammino di spazio + spadoni, l’idea della misericordia come stile di vita è profondamente legata alla pace: chi vive in questa logica non arma il proprio cuore, non difende i propri interessi con violenza, ma si apre all’altro, lo riconosce, lo accoglie.

Per questa ragione, apprende con gioia (e volentieri la pubblicizza) la notizia legata alla proposta di un Ministero della Pace. Perché significa dare voce a un sogno condiviso, ma anche impegnarsi in modo concreto.

Il 24 giugno, a Roma, numerose realtà ecclesiali, educative e civili – tra cui la Fondazione Fratelli Tutti, la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Azione Cattolica, le ACLI, la FOCSIV, il Movimento dei Focolari e altre ancora – presenteranno pubblicamente questa iniziativa.

Non si tratta di un’utopia, né di un semplice slogan. È la richiesta concreta di dare un fondamento istituzionale alla promozione della pace, intesa non come assenza di guerra, ma come presenza attiva di giustizia, educazione e riconciliazione.

L’idea non è aggiungere un nuovo ufficio burocratico, ma creare un luogo dove le politiche per la pace diventino trasversali a tutte le politiche pubbliche: educazione, economia, ambiente, giustizia, salute, sicurezza.

Come ricordava don Oreste Benzi, promotore originario dell’idea già negli anni ’90, la pace non è solo un obiettivo politico, ma una vocazione cristiana. Chi accoglie il Vangelo non può restare neutrale di fronte all’ingiustizia, alla guerra, alla violenza. È chiamato a farsi artigiano di pace, con gesti concreti, scelte quotidiane, impegno formativo e comunitario.

Fonte e immagine

La riEvoluzione delle opere di misericordia, oggi, contempla anche la ricerca della pace e della giustizia

Nel cammino di spazio + spadoni, l’idea della misericordia come stile di vita è profondamente legata alla pace: chi vive in questa logica non arma il proprio cuore, non difende i propri interessi con violenza, ma si apre all’altro, lo riconosce, lo accoglie.

Per questa ragione, apprende con gioia (e volentieri la pubblicizza) la notizia legata alla proposta di un Ministero della Pace. Perché significa dare voce a un sogno condiviso, ma anche impegnarsi in modo concreto.

Il 24 giugno, a Roma, numerose realtà ecclesiali, educative e civili – tra cui la Fondazione Fratelli Tutti, la Comunità Papa Giovanni XXIII, l’Azione Cattolica, le ACLI, la FOCSIV, il Movimento dei Focolari e altre ancora – presenteranno pubblicamente questa iniziativa.

Non si tratta di un’utopia, né di un semplice slogan. È la richiesta concreta di dare un fondamento istituzionale alla promozione della pace, intesa non come assenza di guerra, ma come presenza attiva di giustizia, educazione e riconciliazione.

L’idea non è aggiungere un nuovo ufficio burocratico, ma creare un luogo dove le politiche per la pace diventino trasversali a tutte le politiche pubbliche: educazione, economia, ambiente, giustizia, salute, sicurezza.

Come ricordava don Oreste Benzi, promotore originario dell’idea già negli anni ’90, la pace non è solo un obiettivo politico, ma una vocazione cristiana. Chi accoglie il Vangelo non può restare neutrale di fronte all’ingiustizia, alla guerra, alla violenza. È chiamato a farsi artigiano di pace, con gesti concreti, scelte quotidiane, impegno formativo e comunitario.

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