Missione in Perù | “Andare un po’ più in là”

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15 Maggio 2025

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L’elezione di papa Leone XIV ha inevitabilmente fatto luce sul Perù. Proponiamo, un altro articolo di Popoli e Missione che ci porta lì

Intervista a don Andrea Gilardi, fidei donum della diocesi di Milano, rientrato dal Perù nel 2020 

Le multinazionali, dal Perù, prendono l’oro: 130 tonnellate nel 2019, e con aumento dei prezzi e dei traffici illeciti a causa del Covid. Invece, don Andrea Gilardi, fidei donum della diocesi di Milano, dopo 9 anni nella selva amazzonica, a casa si è portato una riga del Vangelo: “Gesù se ne andava per città e villaggi” (Lc 8,1). «Ero spesso in movimento, incontravo realtà e situazioni diverse», dice il sacerdote, 49 anni, originario di Cornaredo, inviato alla fine del 2011 nella periferia di Pucallpa, grande città peruviana situata sulle rive del fiume Ucayali.

«Nella parrocchia “San Francisco de Asís”, di 40.000 abitanti, la pastorale era condivisa con suore e vari collaboratori. Insieme, abbiamo perfino costruito una chiesa aperta e senza porte». Lì, don Andrea ha trovato «una Chiesa giovane, in cammino da 60 anni: persone semplici, con la propria cultura, che hanno rinverdito aspetti del mio ministero e con cui ho attivato processi creativi».

C’era una libertà che apriva strade nuove, «senza schemi fissi o tradizioni già consolidate» e che a volte in Italia manca, insieme ad «un’intensità che non si può spiegare, perché è un carico di relazioni umane, di situazioni forti». Come le storie di cui si è messo in ascolto da responsabile della Caritas vicariale.

«I momenti più critici sono stati le inondazioni e lo scoppio della pandemia, ma di fatto il Perù, tra povertà materiali, carenze sanitarie e corruzione a tutti i livelli, ha serie difficoltà ad emergere, come se fosse schiacciato da qualcosa».

Eppure, il settimo Paese produttore mondiale di oro, di prezioso non ha solo il metallo, ma il grande cuore vitale della gente.

«Ogni volta, era una sfida, una frontiera da superare», racconta il fidei donum. «Mi è sempre stato chiesto di andare un po’ più in là: da parroco, nelle case, nelle scuole e tra le comunità sul fiume, tra le etnie indigene con la loro lingua, fino alla provincia del Purus, con una singolare situazione di isolamento e di emarginazione». E poi con la Caritas, tra i bisogni dei più poveri («durante il lockdown, sono state aperte 6 mense pubbliche»), e da incaricato per il Sinodo, immerso tra le problematiche dell’Amazzonia.

Continui punti di arrivo e ripartenza: «un po’ più in là, è terra di Pasqua, dove il Signore è già arrivato e aspetta».

(Loredana Brigante, Popoli e Missione, maggio 2021, p. 61) 

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  • Foto di don Daniele Varoli

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