Donare il sangue è un gesto di misericordia
La Giornata mondiale del donatore di sangue, un’occasione per ricordare che un piccolo gesto di solidarietà può salvare tante vite. “Dona sangue, dona speranza.
Ieri, 14 giugno, era la Giornata mondiale del donatore di sangue, proclamata nel 2004 dall’Organizzazione mondiale della sanità nello stesso giorno di nascita del biologo austriaco Karl Landsteiner, scopritore del sistema AB0 nel 1900, e co-scopritore del fattore Rhesus.
Riccardo Rossi, che per anni ha affiancato fratel Biagio Conte, nella Missione Speranza e Carità di Palermo, è un Piccolo Figlio della Divina Volontà di Palermo e lancia un appello, sottolineando come in diverse città d’Italia ci sia carenza di sangue, soprattutto nel periodo estivo, oltre che di plasma.
“Da quest’ultimo si ottengono immunoglobuline che fungono da terapia salvavita per alcune malattie degenerative”, spiega. “In Italia, manca il 30% del fabbisogno di plasma, perciò il malato riceve spesso farmaci derivati a prezzi proibitivi”.
Donare il sangue, quindi, non è solo una risposta ad un bisogno concreto e impellente, ma un atto di misericordia, un gesto di solidarietà per qualcuno che non conosciamo ma ha bisogno di noi.
“Non dobbiamo avere preconcetti nel donare sangue”, dice Riccardo che, in passato, aveva paura degli aghi e credeva di dare già il suo contributo al prossimo e alla società facendo altro. Poi, l’incontro con la donna che è diventata sua moglie, donatrice trentennale.
“Grazie al suo esempio e alla fede, oggi sono un donatore di sangue, di plasma e di piastrine, consapevole che un semplice gesto può contribuire a salvare la vita di chi ha avuto un incidente, di chi ha bisogno di sangue, di chi fa trapianti, di chi ha il cancro, di chi ha malattie infettive, deficit immunitari”.
Com’è scritto nel Libro di Cielo (volume 29, del 10 maggio 1931), vergato dalla serva di Dio Luisa Piccarreta, “figlia/o mia chi vuol ricevere deve dare, il dare dispone la creatura a ricevere, e Dio a dare”.
Fonte e immagine
- Riccardo Rossi