Cosa diceva di Bergoglio il nuovo Papa, da cardinale

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9 Maggio 2025

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Il giorno dopo la morte di papa Francesco, l’allora cardinale Prevost è stato intervistato da Tiziana Campisi (Vatican News)

Bergoglio era l’arcivescovo di Buenos Aires, Robert Prevost il priore degli agostiniani quando si sono conosciuti. Poi, in momenti diversi, sono diventati entrambi Papi.

Alla morte di papa Francesco, il cardinale statunitense – oggi, papa Leone XIV – aveva dichiarato, in un’intervista a Vatican News, di essere sempre stato colpito dalla sua coerenza, dall’autenticità, dalla vicinanza ai poveri e dal suo amore per la Chiesa. Lo aveva visto sul campo, con le mani in pasta.

“Ai tempi in cui ero priore generale degli agostiniani, varie volte, durante le visite ai miei confratelli in Argentina, quando era ancora cardinale, ho avuto l’opportunità di incontrarlo e di parlare con lui, in maniera informale e su questioni più istituzionali”.

Poi, si sono incontrati di nuovo, perché la sua prima celebrazione eucaristica pubblica, il 13 marzo 2013, fu affidata ai religiosi agostiniani. Il priore Prevost era quasi certo che non si sarebbe ricordato di lui e, invece “quando è arrivato ed è entrato in sacrestia”, vedendolo, “lo ha subito riconosciuto”.

E poi, sempre, quell’anno, Bergoglio ha accolto volentieri l’invito di presiedere, il 28 agosto, la Messa di apertura del Capitolo Generale nella basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, a Roma.

Insomma, hanno avuto modo di incrociarsi in più occasioni e di condividere ciò che stava loro a cuore.

Per esempio, dopo aver nominato Prevost amministratore apostolico della diocesi di Chiclayo, in Perù, e in seguito vescovo, lui era solito chiedere: “Come stai?”. Bergoglio si preoccupava del Perù, chiedeva come andassero le cose e, quando andò in visita apostolica nel 2018, mostrò di essere molto vicino alla gente, andando incontro ai meno fortunati.

Nella stessa intervista, l’attuale Pontefice, nominato cardinale il 30 settembre 2023, ricorda la prima visita apostolica di papa Francesco a Lampedusa, e quindi la vicinanza ai migranti, e l’ultima visita a Regina Coeli: “il suo voler andare, nonostante i tanti problemi di salute, le difficoltà che aveva, per fare come tutti gli anni, per celebrare questo giorno tanto importante nella vita della Chiesa con i carcerati, e comunicare, così, questa vicinanza, questo amore che Gesù ha lasciato a tutti noi”.

Come prefetto del Dicastero per i Vescovi, Prevost da due anni si incontrava con Bergoglio, ogni sabato mattina, ed era impressionato dalla sua energia e dal desiderio di rinnovare sempre la Chiesa, semper reformanda est”.

E come lui, alla sua morte, ha pensato che “non possiamo fermarci, non possiamo tornare indietro. Bisogna vedere come Spirito Santo vuole che la Chiesa sia oggi e domani, perché il mondo di oggi, nel quale vive la Chiesa, non è uguale a quello di dieci o venti anni fa”.

Interrogato su come raccogliere la sua eredità, l’allora cardinale Prevost ha risposto: “Personalmente ritengo che questo periodo di perdita, di tristezza, va vissuto, prima di tutto, in silenzio, con profonda riflessione, gratitudine. Io, almeno, avrò bisogno di molto tempo per apprezzare, per comprendere veramente, ciò che il Papa ha lasciato a me, alla Chiesa e al mondo”.

Di tempo, forse, adesso, ne avrà poco, ma di sicuro – dopo aver ripercorso questa intervista e, soprattutto, il rapporto e gli incontri fra i due, ci sembra di intuire che la Chiesa voglia continuare a camminare con i poveri.

Quello che ieri si è presentato al mondo come papa Leone XIV aveva, infatti, in tempi non sospetti, pronunciato queste parole: “Io penso che il messaggio del Vangelo si capisce molto meglio dall’esperienza dei poveri, che non hanno niente, che cercano di vivere la fede e trovano in Gesù Cristo tutto. Ritengo che in questo senso il Papa ha lasciato un esempio molto grande per il mondo. A me, personalmente, lo ha lasciato, per il mio lavoro come vescovo in Perù, come missionario, e per tante altre cose”.

Benvenuto, papa missionario!

Fonte e immagine

Vatican News – 22 aprile 2025

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