Abitanti di spazio + spadoni in pellegrinaggio su due ruote (3)

il: 

4 Agosto 2025

di: 

Con Luigi Spadoni-spaziospadoni-pellegrinaggio

Pubblichiamo la terza ed ultima parte del racconto del pellegrinaggio in bicicletta che Umberto e Donatella hanno compiuto per celebrare il loro Giubileo, a giugno 2025, da Borgo San Lorenzo (FI) fino a Roma. È un racconto leggero e gioioso che li vede protagonisti di una testimonianza di fede.
Umberto e Donatella sono “abitanti di spazio + spadoni” e, fino alla Basilica di San Pietro, hanno portato al collo con orgoglio, il loro foulard rosso-grigio

_______________________________________

(di Umberto Banchi e Donatella Bordati)

Parte 3/3

Ginestre a Radicofani-pelleg-spazio-spadoni

Da San Quirico d’Orcia iniziamo la tappa che ci porterà a Radicofani, la nostra “cima Coppi”; c’è tanta salita da fare, arriveremo a quasi 800 metri di altitudine, e questo dislivello preoccupa un po’ Donatella. La strada è asfaltata, con poco traffico. Cambia anche il panorama, intorno a noi; l’orizzonte si fa più ampio, le coltivazioni meno curate; assieme alle coltivazioni dell’ulivo, adesso, ci sono grandi campi di grano, mais, alberi da frutto, e anche pascoli. E la strada, implacabile, sale.

Ci devono essere, nei viaggi spirituali come in quelli fisici, momenti di fatica, di stress, di lavoro duro. Sono i momenti che valgono il motivo del viaggio, che rendono catarsi il loro superamento, che fanno apprezzare tutto il resto, le gioie, i pianti, i dolori, le emozioni. E’ la metafora della montagna da scalare, della mèta da raggiungere, dell’esame da superare. E quando vai oltre la prova sei appagato, felice, realizzato.

Dopo una sosta riprendiamo a pedalare sulle colline. Siamo inebriati: per lunghi tratti di strada ci accompagnano, a destra e sinistra, macchie enormi di ginestre fiorite; il giallo profumato di questi fiori incontra l’azzurro del cielo e il verde dei campi e degli alberi. I cipressi, sentinelle della natura, fanno il resto rendendo unico il panorama. Finalmente arriviamo felici a Radicofani.
Dalla terrazza dell’albergo, la sera, guardiamo a sud, verso la valle del Paglia, verso Bolsena e Roma. La notte è tersa e la luna, con le stelle, illumina l’orizzonte notturno. Si vedono tante luci da quassù.
Bisogna salire in alto per vedere le luci.

Dopo la fatica di Radicofani le tappe procedono spedite: attraversiamo Acquapendente, poi Bolsena, col suo miracolo Eucaristico, i laghi, Viterbo e la Tuscia e poi Sutri e Formello. Ed è proprio qui, a Formello, che festeggiamo i nostri 42 anni di matrimonio. Il caso vuole che, visitando il paese, ci imbattiamo in un festante matrimonio all’uscita della chiesa; festeggiamo gli sposi comunicando loro il buon auspicio del nostro anniversario. Sono felici di saperlo.

A sera, con l’ultima tappa da fare, ci rendiamo conto di essere un po’ stanchi ma ormai Roma è alle porte.Arrivo a ROMA-pelleg-spaziospadoni
La giornata è molto calda. Arriviamo intorno all’ora di pranzo in via della Conciliazione; ci sono tanti turisti e fedeli che cantano, pregano, corrono, si inginocchiano e che danno un aspetto un po’ caotico alla città eterna; ma cerchiamo di non farci distrarre dalla confusione. Siamo arrivati a Roma, pedalata dopo pedalata. Realizziamo solo ora che ce l’abbiamo fatta: io e Dona, insieme. Non era scontato riuscirci.
Ci fermiamo un momento per le foto di rito, davanti alla Basilica. D’improvviso, inatteso e raggiante, arriva Luigi … si proprio lui: Luigi Spadoni, che ha trovato il tempo per venirci ad incontrare. Scambiamo abbracci e parole. E’ bello trovare un amico appena arrivati. Ci salutiamo.

Adesso è il momento di celebrare io e Dona il nostro Giubileo col passaggio della Porta Santa, il Sacramento della riconciliazione e l’Eucarestia. Ci fermiamo a lungo a pregare, in San Pietro: c’è da consegnare, sull’altare dell’Apostolo, tutte le preghiere affidateci prima della partenza. Lo facciamo con calma per avere la certezza di non dimenticare nessuno. Preghiamo per tutti, felici. Esausti rientriamo in albergo.

Qualche giorno dopo viene a Roma nostro figlio Matteo a riprenderci, con l’auto, per riportarci a casa. In totale abbiamo percorso 377 km. Abbiamo visto paesaggi, strade, chiese, città; abbiamo incontrato pellegrini, agnostici, sportivi e credenti; al termine vorremmo dire come San Paolo: “Abbiamo combattuto la buona battaglia, abbiamo terminato la nostra corsa, abbiamo conservato la Fede”. Ma soprattutto vorremmo essere tornati a casa diversi, gioiosamente convinti di essere stati cambiati, per sempre, dall’incontro con Gesù, vera Porta Santa del mondo.

(FINE)

Pubblichiamo la terza ed ultima parte del racconto del pellegrinaggio in bicicletta che Umberto e Donatella hanno compiuto per celebrare il loro Giubileo, a giugno 2025, da Borgo San Lorenzo (FI) fino a Roma. È un racconto leggero e gioioso che li vede protagonisti di una testimonianza di fede.
Umberto e Donatella sono “abitanti di spazio + spadoni” e, fino alla Basilica di San Pietro, hanno portato al collo con orgoglio, il loro foulard rosso-grigio

_______________________________________

(di Umberto Banchi e Donatella Bordati)

Parte 3/3

Ginestre a Radicofani-pelleg-spazio-spadoni

Da San Quirico d’Orcia iniziamo la tappa che ci porterà a Radicofani, la nostra “cima Coppi”; c’è tanta salita da fare, arriveremo a quasi 800 metri di altitudine, e questo dislivello preoccupa un po’ Donatella. La strada è asfaltata, con poco traffico. Cambia anche il panorama, intorno a noi; l’orizzonte si fa più ampio, le coltivazioni meno curate; assieme alle coltivazioni dell’ulivo, adesso, ci sono grandi campi di grano, mais, alberi da frutto, e anche pascoli. E la strada, implacabile, sale.

Ci devono essere, nei viaggi spirituali come in quelli fisici, momenti di fatica, di stress, di lavoro duro. Sono i momenti che valgono il motivo del viaggio, che rendono catarsi il loro superamento, che fanno apprezzare tutto il resto, le gioie, i pianti, i dolori, le emozioni. E’ la metafora della montagna da scalare, della mèta da raggiungere, dell’esame da superare. E quando vai oltre la prova sei appagato, felice, realizzato.

Dopo una sosta riprendiamo a pedalare sulle colline. Siamo inebriati: per lunghi tratti di strada ci accompagnano, a destra e sinistra, macchie enormi di ginestre fiorite; il giallo profumato di questi fiori incontra l’azzurro del cielo e il verde dei campi e degli alberi. I cipressi, sentinelle della natura, fanno il resto rendendo unico il panorama. Finalmente arriviamo felici a Radicofani.
Dalla terrazza dell’albergo, la sera, guardiamo a sud, verso la valle del Paglia, verso Bolsena e Roma. La notte è tersa e la luna, con le stelle, illumina l’orizzonte notturno. Si vedono tante luci da quassù.
Bisogna salire in alto per vedere le luci.

Dopo la fatica di Radicofani le tappe procedono spedite: attraversiamo Acquapendente, poi Bolsena, col suo miracolo Eucaristico, i laghi, Viterbo e la Tuscia e poi Sutri e Formello. Ed è proprio qui, a Formello, che festeggiamo i nostri 42 anni di matrimonio. Il caso vuole che, visitando il paese, ci imbattiamo in un festante matrimonio all’uscita della chiesa; festeggiamo gli sposi comunicando loro il buon auspicio del nostro anniversario. Sono felici di saperlo.

A sera, con l’ultima tappa da fare, ci rendiamo conto di essere un po’ stanchi ma ormai Roma è alle porte.Arrivo a ROMA-pelleg-spaziospadoni
La giornata è molto calda. Arriviamo intorno all’ora di pranzo in via della Conciliazione; ci sono tanti turisti e fedeli che cantano, pregano, corrono, si inginocchiano e che danno un aspetto un po’ caotico alla città eterna; ma cerchiamo di non farci distrarre dalla confusione. Siamo arrivati a Roma, pedalata dopo pedalata. Realizziamo solo ora che ce l’abbiamo fatta: io e Dona, insieme. Non era scontato riuscirci.
Ci fermiamo un momento per le foto di rito, davanti alla Basilica. D’improvviso, inatteso e raggiante, arriva Luigi … si proprio lui: Luigi Spadoni, che ha trovato il tempo per venirci ad incontrare. Scambiamo abbracci e parole. E’ bello trovare un amico appena arrivati. Ci salutiamo.

Adesso è il momento di celebrare io e Dona il nostro Giubileo col passaggio della Porta Santa, il Sacramento della riconciliazione e l’Eucarestia. Ci fermiamo a lungo a pregare, in San Pietro: c’è da consegnare, sull’altare dell’Apostolo, tutte le preghiere affidateci prima della partenza. Lo facciamo con calma per avere la certezza di non dimenticare nessuno. Preghiamo per tutti, felici. Esausti rientriamo in albergo.

Qualche giorno dopo viene a Roma nostro figlio Matteo a riprenderci, con l’auto, per riportarci a casa. In totale abbiamo percorso 377 km. Abbiamo visto paesaggi, strade, chiese, città; abbiamo incontrato pellegrini, agnostici, sportivi e credenti; al termine vorremmo dire come San Paolo: “Abbiamo combattuto la buona battaglia, abbiamo terminato la nostra corsa, abbiamo conservato la Fede”. Ma soprattutto vorremmo essere tornati a casa diversi, gioiosamente convinti di essere stati cambiati, per sempre, dall’incontro con Gesù, vera Porta Santa del mondo.

(FINE)

Con Luigi Spadoni-spaziospadoni-pellegrinaggio

CONDIVIDI

Potrebbe piacerti anche