Acireale, il vescovo Raspanti apre l’Anno Santo

Ad Acireale, domenica 29 dicembre, mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della CESI, ha aperto l’Anno Santo giubilare
Presenti alla Concelebrazione Eucaristica il Cardinale Paolo Romeo, il referente diocesano del giubileo don Roberto Strano, i sacerdoti, insieme agli studenti del Seminario diocesano e ai diaconi permanenti.
Il popolo di fedeli, riuniti nella Basilica di San Sebastiano, ha vissuto il primo momento che è quello della colletta, cioè il radunarsi attorno al vescovo, e successivamente il momento detto statio.
Il rito della statio ha sottolineato l’importanza della vigilanza ed ha aiutato ad entrare in un clima di preghiera e comunione. In processione i fedeli si sono poi incamminati verso la Basilica Cattedrale dove è stata celebrata la Santa Messa solenne.
“Il Giubileo è l’incontro con Gesù, la nostra speranza”, così esordisce nell’omelia il vescovo Raspanti e continua: “Gesù ci parla del Padre, come uomo e Dio, dialogando con Lui. Questa è la nostra speranza, la preghiera umana di Gesù che ci apre la via al Padre, portandoci a Lui come uomini. Il Giubileo è un cammino, un pellegrinaggio di speranza. La speranza è uno sguardo lungo e sapiente, capace di vedere oltre con gli occhi di Cristo”.
Unitamente all’apertura dell’Anno Santo anche la celebrazione del primo dei giubilei che avranno luogo nella diocesi acese: quello dedicato alle Famiglie.
Infatti, sottolinea il vescovo: “La speranza si radica nel cuore delle famiglie, perché è il Signore a dare pace e completezza alla vita. La famiglia di Nazareth per prima è stata chiamata ad essere testimone e poi attrice di un’esperienza mai più replicata nella storia: una famiglia che è andata oltre la semplice dinamica terrena di una donna ed un uomo che si incontrano e costruiscono una vita insieme”.
Conclude il presule: “Giuseppe e Maria sono custodi di una genitorialità unica. Le famiglie sono chiamate a camminare verso Dio, guidate dagli insegnamenti di Gesù alla luce della speranza che anche nello sconforto non delude”.
Fonte e immagine
Ad Acireale, domenica 29 dicembre, mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della CESI, ha aperto l’Anno Santo giubilare
Presenti alla Concelebrazione Eucaristica il Cardinale Paolo Romeo, il referente diocesano del giubileo don Roberto Strano, i sacerdoti, insieme agli studenti del Seminario diocesano e ai diaconi permanenti.
Il popolo di fedeli, riuniti nella Basilica di San Sebastiano, ha vissuto il primo momento che è quello della colletta, cioè il radunarsi attorno al vescovo, e successivamente il momento detto statio.
Il rito della statio ha sottolineato l’importanza della vigilanza ed ha aiutato ad entrare in un clima di preghiera e comunione. In processione i fedeli si sono poi incamminati verso la Basilica Cattedrale dove è stata celebrata la Santa Messa solenne.
“Il Giubileo è l’incontro con Gesù, la nostra speranza”, così esordisce nell’omelia il vescovo Raspanti e continua: “Gesù ci parla del Padre, come uomo e Dio, dialogando con Lui. Questa è la nostra speranza, la preghiera umana di Gesù che ci apre la via al Padre, portandoci a Lui come uomini. Il Giubileo è un cammino, un pellegrinaggio di speranza. La speranza è uno sguardo lungo e sapiente, capace di vedere oltre con gli occhi di Cristo”.
Unitamente all’apertura dell’Anno Santo anche la celebrazione del primo dei giubilei che avranno luogo nella diocesi acese: quello dedicato alle Famiglie.
Infatti, sottolinea il vescovo: “La speranza si radica nel cuore delle famiglie, perché è il Signore a dare pace e completezza alla vita. La famiglia di Nazareth per prima è stata chiamata ad essere testimone e poi attrice di un’esperienza mai più replicata nella storia: una famiglia che è andata oltre la semplice dinamica terrena di una donna ed un uomo che si incontrano e costruiscono una vita insieme”.
Conclude il presule: “Giuseppe e Maria sono custodi di una genitorialità unica. Le famiglie sono chiamate a camminare verso Dio, guidate dagli insegnamenti di Gesù alla luce della speranza che anche nello sconforto non delude”.
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