Giubileo degli Operatori di Giustizia: un evento unico
Immagine creata digitalmente da spazio + spadoni
Per la prima volta nella storia, un evento giubilare dedicato a coloro che sono coinvolti nel mondo della giustizia. A Roma, in 15mila
Oggi, piazza San Pietro si è riempita sin dalle prime ore del mattino: migliaia di magistrati, giudici, avvocati, funzionari del diritto, con le loro famiglie, sono arrivati da ogni parte del mondo per vivere il Giubileo degli Operatori di Giustizia, uno degli appuntamenti più attesi dell’Anno Santo della Speranza. Secondo i dati del Dicastero per l’Evangelizzazione, sono presenti oltre 15.000 partecipanti provenienti da circa cento Paesi: una rappresentanza internazionale che conferma la portata universale di questo evento.
Una giornata intensa di preghiera, riflessione e comunità
La mattinata si è aperta con la possibilità di confessarsi nelle chiese giubilari, momento vissuto da molti come segno di rinnovamento spirituale. Alle 10:30, in Piazza San Pietro, monsignor Rino Fisichella ha dato il benvenuto ufficiale agli operatori di giustizia, sottolineando come il loro lavoro non sia “mera applicazione di norme”, ma una vera missione al servizio della dignità umana.
Subito dopo, monsignor Juan Ignacio Arrieta ha tenuto una lectio magistralis sul tema “Iustitia Imago Dei: l’operatore di giustizia, strumento di speranza”. Parole che hanno acceso l’attenzione della piazza, richiamando alla responsabilità di incarnare la giustizia divina con equità e misericordia.
Il momento più atteso è arrivato a mezzogiorno, quando Papa Leone XIV ha incontrato i partecipanti in una speciale udienza giubilare. Nel suo discorso, il Pontefice ha incoraggiato chi opera nel diritto a non lasciarsi mai schiacciare dalla burocrazia o dal peso delle decisioni difficili: “La vostra è una vocazione – ha detto – e la giustizia che servite diventa credibile quando è segno di speranza e strumento di pace”.
Dopo l’udienza, in un clima di raccoglimento e festa, migliaia di pellegrini hanno iniziato il cammino verso la Porta Santa della Basilica di San Pietro. File ordinate, canti e momenti di silenzio hanno accompagnato questo gesto simbolico che unisce fede e professione.
Molti operatori hanno raccontato di aver atteso con emozione questo momento: per alcuni era il primo pellegrinaggio a Roma, per altri il ritorno a una tradizione di fede che rinnova forza e motivazione.
Un segno di speranza globale
L’atmosfera che si respira oggi a Roma è quella di una grande comunità internazionale che condivide valori e sfide comuni. Per la prima volta, la Chiesa dedica un Giubileo specifico agli operatori di giustizia: un gesto che riconosce il loro lavoro come servizio indispensabile alla convivenza civile e come via di testimonianza evangelica.
Oggi, in Piazza San Pietro, la giustizia non è solo teoria o norma: è preghiera, pellegrinaggio, incontro. È segno concreto di speranza per un mondo che cerca verità, dignità e pace.
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Per la prima volta nella storia, un evento giubilare dedicato a coloro che sono coinvolti nel mondo della giustizia. A Roma, in 15mila
Oggi, piazza San Pietro si è riempita sin dalle prime ore del mattino: migliaia di magistrati, giudici, avvocati, funzionari del diritto, con le loro famiglie, sono arrivati da ogni parte del mondo per vivere il Giubileo degli Operatori di Giustizia, uno degli appuntamenti più attesi dell’Anno Santo della Speranza. Secondo i dati del Dicastero per l’Evangelizzazione, sono presenti oltre 15.000 partecipanti provenienti da circa cento Paesi: una rappresentanza internazionale che conferma la portata universale di questo evento.
Una giornata intensa di preghiera, riflessione e comunità
La mattinata si è aperta con la possibilità di confessarsi nelle chiese giubilari, momento vissuto da molti come segno di rinnovamento spirituale. Alle 10:30, in Piazza San Pietro, monsignor Rino Fisichella ha dato il benvenuto ufficiale agli operatori di giustizia, sottolineando come il loro lavoro non sia “mera applicazione di norme”, ma una vera missione al servizio della dignità umana.
Subito dopo, monsignor Juan Ignacio Arrieta ha tenuto una lectio magistralis sul tema “Iustitia Imago Dei: l’operatore di giustizia, strumento di speranza”. Parole che hanno acceso l’attenzione della piazza, richiamando alla responsabilità di incarnare la giustizia divina con equità e misericordia.
Il momento più atteso è arrivato a mezzogiorno, quando Papa Leone XIV ha incontrato i partecipanti in una speciale udienza giubilare. Nel suo discorso, il Pontefice ha incoraggiato chi opera nel diritto a non lasciarsi mai schiacciare dalla burocrazia o dal peso delle decisioni difficili: “La vostra è una vocazione – ha detto – e la giustizia che servite diventa credibile quando è segno di speranza e strumento di pace”.
Dopo l’udienza, in un clima di raccoglimento e festa, migliaia di pellegrini hanno iniziato il cammino verso la Porta Santa della Basilica di San Pietro. File ordinate, canti e momenti di silenzio hanno accompagnato questo gesto simbolico che unisce fede e professione.
Molti operatori hanno raccontato di aver atteso con emozione questo momento: per alcuni era il primo pellegrinaggio a Roma, per altri il ritorno a una tradizione di fede che rinnova forza e motivazione.
Un segno di speranza globale
L’atmosfera che si respira oggi a Roma è quella di una grande comunità internazionale che condivide valori e sfide comuni. Per la prima volta, la Chiesa dedica un Giubileo specifico agli operatori di giustizia: un gesto che riconosce il loro lavoro come servizio indispensabile alla convivenza civile e come via di testimonianza evangelica.
Oggi, in Piazza San Pietro, la giustizia non è solo teoria o norma: è preghiera, pellegrinaggio, incontro. È segno concreto di speranza per un mondo che cerca verità, dignità e pace.
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