Il Papa ai seminaristi: “Fate della vostra vita un dono di amore”

Giubileo dei Seminaristi: l’invito del Papa a testimoniare la misericordia di Dio facendosi prossimi ai poveri e ai sofferenti
Durante il Giubileo dei seminaristi, Papa Leone XIV ha accolto con entusiasmo e gratitudine i seminaristi provenienti da tutto il mondo, riconoscendo il loro coraggio nell’intraprendere il cammino vocazionale in un tempo complesso. Ha esortato i futuri sacerdoti a vivere con autenticità la propria formazione, centrando tutto sul cuore, luogo di discernimento e ascolto della voce di Dio. Il Papa ha sottolineato l’importanza della vita interiore, invitando a non temere le proprie ferite, ma a curarle per essere vicini a chi soffre, pratica fondamentale delle opere di misericordia spirituali.
“In un mondo dove spesso c’è ingratitudine e sete di potere, dove a volte sembra prevalere la logica dello scarto, siete chiamati a testimoniare la gratitudine e la gratuità di Cristo, l’esultanza e la gioia, la tenerezza e la misericordia del suo Cuore. A praticare lo stile di accoglienza e vicinanza, di servizio generoso e disinteressato”.
Rivolgendosi ai seminaristi, li ha incoraggiati a coltivare l’amicizia con Cristo, a vivere nella preghiera e a sviluppare una maturità umana e affettiva profonda, senza maschere. Ha parlato della necessità di ascoltare le sfide del mondo attuale – come l’intelligenza artificiale e i social – ma soprattutto il “grido silenzioso” dei poveri, degli emarginati e dei giovani smarriti: un chiaro richiamo alle opere di misericordia corporali, come dar da mangiare agli affamati, accogliere i bisognosi e visitare gli ammalati.
Il cuore del ministero sacerdotale, ha detto il Papa, deve essere il Cuore di Cristo, pieno di compassione, come il buon Samaritano. Ai seminaristi è chiesto di imitare tale compassione concreta, vivendo uno stile di vita fatto di accoglienza, tenerezza, gratuità e dono di sé: «Voi stessi date loro da mangiare». È un invito diretto a farsi strumenti vivi delle opere di misericordia nella quotidianità del ministero.
Infine, li ha esortati a vivere con gioia e profezia, coltivando il dialogo personale con il Signore e assimilando i suoi sentimenti, affinché possano essere veri pastori “secondo il Cuore di Gesù”, capaci di costruire ponti, non barriere.
Fonte e immagine
Giubileo dei Seminaristi: l’invito del Papa a testimoniare la misericordia di Dio facendosi prossimi ai poveri e ai sofferenti
Durante il Giubileo dei seminaristi, Papa Leone XIV ha accolto con entusiasmo e gratitudine i seminaristi provenienti da tutto il mondo, riconoscendo il loro coraggio nell’intraprendere il cammino vocazionale in un tempo complesso. Ha esortato i futuri sacerdoti a vivere con autenticità la propria formazione, centrando tutto sul cuore, luogo di discernimento e ascolto della voce di Dio. Il Papa ha sottolineato l’importanza della vita interiore, invitando a non temere le proprie ferite, ma a curarle per essere vicini a chi soffre, pratica fondamentale delle opere di misericordia spirituali.
“In un mondo dove spesso c’è ingratitudine e sete di potere, dove a volte sembra prevalere la logica dello scarto, siete chiamati a testimoniare la gratitudine e la gratuità di Cristo, l’esultanza e la gioia, la tenerezza e la misericordia del suo Cuore. A praticare lo stile di accoglienza e vicinanza, di servizio generoso e disinteressato”.
Rivolgendosi ai seminaristi, li ha incoraggiati a coltivare l’amicizia con Cristo, a vivere nella preghiera e a sviluppare una maturità umana e affettiva profonda, senza maschere. Ha parlato della necessità di ascoltare le sfide del mondo attuale – come l’intelligenza artificiale e i social – ma soprattutto il “grido silenzioso” dei poveri, degli emarginati e dei giovani smarriti: un chiaro richiamo alle opere di misericordia corporali, come dar da mangiare agli affamati, accogliere i bisognosi e visitare gli ammalati.
Il cuore del ministero sacerdotale, ha detto il Papa, deve essere il Cuore di Cristo, pieno di compassione, come il buon Samaritano. Ai seminaristi è chiesto di imitare tale compassione concreta, vivendo uno stile di vita fatto di accoglienza, tenerezza, gratuità e dono di sé: «Voi stessi date loro da mangiare». È un invito diretto a farsi strumenti vivi delle opere di misericordia nella quotidianità del ministero.
Infine, li ha esortati a vivere con gioia e profezia, coltivando il dialogo personale con il Signore e assimilando i suoi sentimenti, affinché possano essere veri pastori “secondo il Cuore di Gesù”, capaci di costruire ponti, non barriere.
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