“Incendiare il mondo di amore”: la missione social di fra Andrea

Fonte: Vatican News
Un carmelitano scalzo, una tastiera, e una vocazione che nasce dal silenzio per parlare al cuore del mondo digitale
Nel cuore del Giubileo dei missionari digitali, celebrato a Roma il 28 e 29 luglio 2025, fra Andrea Palmentura, carmelitano scalzo della provincia di Bari, ha portato una testimonianza sorprendente per radicalità evangelica e coerenza spirituale. Non video virali né reels ad effetto: il suo apostolato si sviluppa su Facebook, attraverso parole scritte con sobrietà, frutto della preghiera e della vita interiore. La sua missione? Portare la luce della carità anche nei luoghi più ostili del web.
“Se vivessimo di più la carità, incendieremmo il mondo di amore”, ha detto durante l’ottavo episodio del podcast Specchi di Radio Vaticana, che gli ha dedicato un’intervista in occasione del Giubileo.
Classe 1994, dottorando in Teologia Dogmatica, fra Andrea racconta: “Ho scelto di scrivere. Voglio favorire la riflessione, non l’intrattenimento. Bisogna parlare alla mente e al cuore, non solo alla pancia”. Il suo pubblico online è composto da persone spesso mature, molte delle quali si sono allontanate dalla fede ma sentono ancora fame di senso e verità. Con loro, fra Andrea apre un dialogo paziente, rispettoso, spesso in forma privata, convinto che l’autenticità emerga meglio lontano dai riflettori dei commenti pubblici.
Le parole possono costruire la pace o la guerra
Durante il Giubileo, Papa Leone XIV ha richiamato i missionari digitali a essere “agenti di comunione” e costruttori di pace, anche online. Fra Andrea ha colto questo invito con forza:
“Spesso pensiamo che la guerra sia lontana dagli schermi, ma anche i social possono essere campi di battaglia. La peggiore guerra è quella delle parole. Dobbiamo essere portatori di pace anche nel linguaggio”.
Non è solo teoria: racconta di aver ricevuto messaggi violenti e aggressivi. La risposta? Carità e ascolto. “Alla fine quella persona si è scusata e oggi mi stima. È il frutto della carità evangelica”.
La preghiera: radice e stile della missione
Il tratto che rende unica la testimonianza di fra Andrea è l’intima unione tra contemplazione e comunicazione. La sua è una parola che nasce dal silenzio, dallo stare “soli a soli con Colui dal quale sappiamo di essere amati”, come diceva Santa Teresa d’Avila. È lì, nella presenza eucaristica silenziosa, che la sua vocazione è nata da adolescente nel quartiere Libertà di Bari. E da lì prende forma anche oggi la sua attività digitale.
“Se perdiamo lo sguardo su Cristo, ci attacchiamo alle cose in modo sbagliato. Ma se conserviamo questo sguardo, anche i social possono diventare luoghi di annuncio”.
Una rete che costruisce comunione
Il Giubileo dei missionari digitali ha radunato più di 1.400 evangelizzatori online da ogni parte del mondo. Un’esperienza vissuta, secondo fra Andrea, come un momento di comunione profonda, non solo tecnica o comunicativa. “C’è fame di sorrisi, e anche desiderio di donarli”, ha detto. La rete, se abitata con spirito evangelico, può diventare spazio di relazioni vere, di incontro, di speranza.
In conclusione, fra Andrea Palmentura testimonia che anche il digitale può diventare luogo di annuncio, se abitato dalla carità. Non si tratta di rincorrere like o viralità, ma di incendiare il mondo di amore, come ha detto lui stesso, una parola alla volta, con lo stile di Cristo mite e umile di cuore.
Una testimonianza che interpella ogni battezzato e ricorda che la missione oggi passa anche da uno schermo, ma ha bisogno di cuori contemplativi, capaci di guardare al prossimo con misericordia.
Fonte e immagine
Un carmelitano scalzo, una tastiera, e una vocazione che nasce dal silenzio per parlare al cuore del mondo digitale
Nel cuore del Giubileo dei missionari digitali, celebrato a Roma il 28 e 29 luglio 2025, fra Andrea Palmentura, carmelitano scalzo della provincia di Bari, ha portato una testimonianza sorprendente per radicalità evangelica e coerenza spirituale. Non video virali né reels ad effetto: il suo apostolato si sviluppa su Facebook, attraverso parole scritte con sobrietà, frutto della preghiera e della vita interiore. La sua missione? Portare la luce della carità anche nei luoghi più ostili del web.
“Se vivessimo di più la carità, incendieremmo il mondo di amore”, ha detto durante l’ottavo episodio del podcast Specchi di Radio Vaticana, che gli ha dedicato un’intervista in occasione del Giubileo.
Classe 1994, dottorando in Teologia Dogmatica, fra Andrea racconta: “Ho scelto di scrivere. Voglio favorire la riflessione, non l’intrattenimento. Bisogna parlare alla mente e al cuore, non solo alla pancia”. Il suo pubblico online è composto da persone spesso mature, molte delle quali si sono allontanate dalla fede ma sentono ancora fame di senso e verità. Con loro, fra Andrea apre un dialogo paziente, rispettoso, spesso in forma privata, convinto che l’autenticità emerga meglio lontano dai riflettori dei commenti pubblici.
Le parole possono costruire la pace o la guerra
Durante il Giubileo, Papa Leone XIV ha richiamato i missionari digitali a essere “agenti di comunione” e costruttori di pace, anche online. Fra Andrea ha colto questo invito con forza:
“Spesso pensiamo che la guerra sia lontana dagli schermi, ma anche i social possono essere campi di battaglia. La peggiore guerra è quella delle parole. Dobbiamo essere portatori di pace anche nel linguaggio”.
Non è solo teoria: racconta di aver ricevuto messaggi violenti e aggressivi. La risposta? Carità e ascolto. “Alla fine quella persona si è scusata e oggi mi stima. È il frutto della carità evangelica”.
La preghiera: radice e stile della missione
Il tratto che rende unica la testimonianza di fra Andrea è l’intima unione tra contemplazione e comunicazione. La sua è una parola che nasce dal silenzio, dallo stare “soli a soli con Colui dal quale sappiamo di essere amati”, come diceva Santa Teresa d’Avila. È lì, nella presenza eucaristica silenziosa, che la sua vocazione è nata da adolescente nel quartiere Libertà di Bari. E da lì prende forma anche oggi la sua attività digitale.
“Se perdiamo lo sguardo su Cristo, ci attacchiamo alle cose in modo sbagliato. Ma se conserviamo questo sguardo, anche i social possono diventare luoghi di annuncio”.
Una rete che costruisce comunione
Il Giubileo dei missionari digitali ha radunato più di 1.400 evangelizzatori online da ogni parte del mondo. Un’esperienza vissuta, secondo fra Andrea, come un momento di comunione profonda, non solo tecnica o comunicativa. “C’è fame di sorrisi, e anche desiderio di donarli”, ha detto. La rete, se abitata con spirito evangelico, può diventare spazio di relazioni vere, di incontro, di speranza.
In conclusione, fra Andrea Palmentura testimonia che anche il digitale può diventare luogo di annuncio, se abitato dalla carità. Non si tratta di rincorrere like o viralità, ma di incendiare il mondo di amore, come ha detto lui stesso, una parola alla volta, con lo stile di Cristo mite e umile di cuore.
Una testimonianza che interpella ogni battezzato e ricorda che la missione oggi passa anche da uno schermo, ma ha bisogno di cuori contemplativi, capaci di guardare al prossimo con misericordia.
Fonte e immagine

Fonte: Vatican News