Le opere di Misericordia sono fondamento per la Speranza dei nonni e degli anziani

Riflessioni sulle opere di misericordia “attive e passive” in un contesto di reciprocità intergenerazionale
Il 27 luglio, ricorre la V° Giornata annuale mondiale per la Chiesa dedicata ai Nonni e agli Anziani. “Beato chi non ha perduto la sua speranza”, citazione dal Siracide dell’evento, indica che la Speranza, fiducia verso quanto ragionevolmente e compatibilmente desiderabile è, per ogni età, fonte di vita serena e appagata.
Quale speranza per anziani e vecchi? E come mantenerla pur mutando le condizioni di vita, salute, autonomia?
In questo contributo, vorrei argomentare che la carità, attraverso le opere di misericordia accanto e insieme a efficaci politiche pubbliche di cura e sostegno, risulta fondamentale per dare speranza agli anziani e vecchi con gravi limitazioni e fragilità.
La condizione anziana, di cui i nonni sono la maggioranza, è rappresentata dalla “Feconda fragilità”, trattata dalle precedenti quattro annualità.
- “Fecondità”, come capacità di offrire risorse inaspettate (tema della seconda Giornata “nella vecchiaia daranno ancora frutti” – Sal. 12,15) e dono alle nuove generazioni (tema della terza Giornata “Di generazione in generazione la sua misericordia” – Lc 1,50).
- “Fragilità”, limite/debolezza (tema della quarta Giornata: “Nella vecchiaia non abbandonarmi” – Sal 71,9) richiama solidarietà e vicinanza (tema della prima Giornata “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del Mondo” -Mt 28, 20).
Per esempio, un nonno come me, “in servizio” per i nipoti, coltiva la speranza di continuare a stare con loro in una relazione feconda, pur mutando le sue e loro situazioni personali e di vita. Spera di contenere il più possibile e a lungo la fragilità dovuta ad acciacchi o patologie che limitano o impediscono quel saper “dare frutti”, senso di vita “feconda”. Fragilità fino alla non autosufficienza parziale o totale che accomuna ormai molte, troppe esistenze di anziani e nonni.
Richiamo una a me nota realtà nazionale e in particolare quella della regione in cui vivo. Necessitano di assistenza, in Italia, quasi quattro milioni di anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, di cui quattrocentomila circa soli.
Di questi, oltre due milioni e mezzo non ricevono alcun sostegno assistenziale da Enti pubblici sia a domicilio per l’autonomia personale, che domestica o presso strutture residenziali.
Sono seguiti esclusivamente dai familiari e/o da volontari, ma molti sono senza alcun sostegno, soli, poveri e spesso senza sistemazione alloggiativa: vere e proprie condizioni di “eutanasia da abbandono”.
Sul versante delle politiche e degli interventi, la recente legge nazionale n. 33/2023 che ha finalmente disegnato un impianto organico di riforma per gli anziani, sta segnando il passo a tutti i livelli di provvedimenti previsti, fatto salvo un timido investimento a favore di ultraottantenni poveri non autosufficienti.
Nello specifico del Piemonte, con una popolazione ultrasessantacinquenne di oltre un milione e a fronte di una stima di 250.000 anziani non autosufficienti, sono solo 35.000 i fruitori di interventi di domiciliarità (20.000) o in residenze tutelari, in entrambi i casi a parziale carico pubblico (15.000), mentre per gli altri gli oneri di cura diretti o economici sono completamente assunti dagli interessati o dalle famiglie. Risultano quasi 24.000 gli anziani non autosufficienti in attesa per un posto con onere a parziale carico dell’Ente pubblico in residenza protetta o per una prestazione a domicilio, con un aumento del 25% in quattro anni.
Di fronte all’incidenza/gravità dei bisogni che caratterizza la condizione degli anziani non autosufficienti, risulta essenziale l’azione solidale di carità attraverso opere di misericordia sinergiche e coordinate con una incisiva presenza e impegno di servizi e interventi pubblici.
Sono così particolarmente importanti, in occasione di questa Giornata, le indicazioni della Chiesa per la promozione della speranza in una vecchiaia serena e riconciliata, non solo per nonni e anziani attivi e in buona salute, ma anche per gli altri con gravi limitazioni.
Basti citare il messaggio di Papa Leone per la V Giornata, con gli ampi richiami all’insegnamento di Papa Francesco e l’invito giubilare a visitare anziani malati e soli.
Il “Documento di Materiali e Indicazioni Pastorali”, in occasione della sopra citata V Giornata, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita”, individua poi piste di Misericordia per gli anziani sia attive (da parte degli stessi verso le generazioni successive) che passive (da parte di persone delle generazioni che precedono verso gli anziani) da avviare o mantenere a partire da questa giornata.
In particolare, risulta pista di Misericordia attiva il ruolo dei nonni e degli anziani come custodi della memoria, maestri di vita e testimoni di fede. Nelle loro capacità residue di “dare ancora frutti” anche gli anziani con gravi limitazioni possono agire opere di misericordia: consigliare i dubbiosi e insegnare agli ignoranti, ma anche pregare Dio per i vivi e i morti.
Papa Francesco, nelle sue splendide catechesi sulla vecchiaia, ci ricorda che la fragilità anziana ammonisce i più giovani sul comune limite creaturale. Inoltre è anche occasione per gli stessi di “farsi prossimo” verso i più deboli e “fragili”.
Papa Leone sottolinea, citando san Paolo, come la fragilità sia segno di speranza, per gli anziani, non solo verso le generazioni più giovani, ma anche per sé stessi: “Quando sono debole, allora sono forte” (2 Corinzi 12,10)
E così Giulia, nel suo ricordo sul nonno non autosufficiente che da poco è mancato, testimonia la sua eredità di misericordia:
“Era in carrozzina da quasi un anno per esiti di una paresi. Soffriva molto perché aveva perso l’autonomia nei compiti quotidiani, lui che si era sempre dedicato al lavoro e alla famiglia e, andato in pensione, ai nipoti e al volontariato”. “Io portavo spesso nonno a spasso con la carrozzina. Mi piaceva molto fare qualcosa per lui, volevo restituirgli almeno in parte quello che per me aveva fatto accudendomi e stando con me quando ero piccola. Adesso vorrei fare del volontariato per le persone anziane. Questo mi ha insegnato, e non a parole, il nonno. Gli voglio tanto bene”.
Risulta pista di Misericordia passiva il legame solidale con azioni di responsabilità individuale e collettiva di sostegno relazionale e cura verso anziani soli e malati, e soprattutto se in condizioni aggravate da povertà e inadeguatezza o mancanza abitativa:
- Visitare gli infermi: si tratta di portare conforto e assistenza a chi è malato sia a casa che presso ospedali e strutture di ricovero tutelare.
- Dar da mangiare agli affamati: aiuto attraverso donazione di cibo, accesso a mense, preparazione di pasti a domicilio
- Vestire gli ignudi: questo implica l’aiuto nella cura personale.
- Alloggiare i pellegrini: implica sostegno nell’adeguamento della sistemazione alloggiativa ai bisogni.
Papa Leone sollecita, nel suo messaggio sulla Giornata, a “visitare un anziano come modo per incontrare Gesù, che ci libera dall’indifferenza e dalla solitudine”, richiamando così: “Il mio comandamento è questo: Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi” (Giovanni 15/12) e ponendo al centro la cura reciproca tra generazioni non dimenticando gli anziani, in una epoca caratterizzata da individualismo e isolamento sociale.
Nell’anno del Giubileo della Speranza che non delude, sia la V Giornata dei nonni e degli anziani occasione perché nessun anziano e vecchio, grazie alle Opere di Misericordia, “perda la sua Speranza”.
Stima numero anziani oltre 65 anni:
• Nel mondo, 800 milioni
• In Europa, 90 milioni (20 %della popolazione)
• In Italia, 14 milioni e 500mila (21% della popolazione)
L’Italia è il Paese più vecchio del mondo dopo il Giappone
Dati Eurostat, Ocse, Istat.
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Riflessioni sulle opere di misericordia “attive e passive” in un contesto di reciprocità intergenerazionale
Il 27 luglio, ricorre la V° Giornata annuale mondiale per la Chiesa dedicata ai Nonni e agli Anziani. “Beato chi non ha perduto la sua speranza”, citazione dal Siracide dell’evento, indica che la Speranza, fiducia verso quanto ragionevolmente e compatibilmente desiderabile è, per ogni età, fonte di vita serena e appagata.
Quale speranza per anziani e vecchi? E come mantenerla pur mutando le condizioni di vita, salute, autonomia?
In questo contributo, vorrei argomentare che la carità, attraverso le opere di misericordia accanto e insieme a efficaci politiche pubbliche di cura e sostegno, risulta fondamentale per dare speranza agli anziani e vecchi con gravi limitazioni e fragilità.
La condizione anziana, di cui i nonni sono la maggioranza, è rappresentata dalla “Feconda fragilità”, trattata dalle precedenti quattro annualità.
- “Fecondità”, come capacità di offrire risorse inaspettate (tema della seconda Giornata “nella vecchiaia daranno ancora frutti” – Sal. 12,15) e dono alle nuove generazioni (tema della terza Giornata “Di generazione in generazione la sua misericordia” – Lc 1,50).
- “Fragilità”, limite/debolezza (tema della quarta Giornata: “Nella vecchiaia non abbandonarmi” – Sal 71,9) richiama solidarietà e vicinanza (tema della prima Giornata “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del Mondo” -Mt 28, 20).
Per esempio, un nonno come me, “in servizio” per i nipoti, coltiva la speranza di continuare a stare con loro in una relazione feconda, pur mutando le sue e loro situazioni personali e di vita. Spera di contenere il più possibile e a lungo la fragilità dovuta ad acciacchi o patologie che limitano o impediscono quel saper “dare frutti”, senso di vita “feconda”. Fragilità fino alla non autosufficienza parziale o totale che accomuna ormai molte, troppe esistenze di anziani e nonni.
Richiamo una a me nota realtà nazionale e in particolare quella della regione in cui vivo. Necessitano di assistenza, in Italia, quasi quattro milioni di anziani parzialmente o totalmente non autosufficienti, di cui quattrocentomila circa soli.
Di questi, oltre due milioni e mezzo non ricevono alcun sostegno assistenziale da Enti pubblici sia a domicilio per l’autonomia personale, che domestica o presso strutture residenziali.
Sono seguiti esclusivamente dai familiari e/o da volontari, ma molti sono senza alcun sostegno, soli, poveri e spesso senza sistemazione alloggiativa: vere e proprie condizioni di “eutanasia da abbandono”.
Sul versante delle politiche e degli interventi, la recente legge nazionale n. 33/2023 che ha finalmente disegnato un impianto organico di riforma per gli anziani, sta segnando il passo a tutti i livelli di provvedimenti previsti, fatto salvo un timido investimento a favore di ultraottantenni poveri non autosufficienti.
Nello specifico del Piemonte, con una popolazione ultrasessantacinquenne di oltre un milione e a fronte di una stima di 250.000 anziani non autosufficienti, sono solo 35.000 i fruitori di interventi di domiciliarità (20.000) o in residenze tutelari, in entrambi i casi a parziale carico pubblico (15.000), mentre per gli altri gli oneri di cura diretti o economici sono completamente assunti dagli interessati o dalle famiglie. Risultano quasi 24.000 gli anziani non autosufficienti in attesa per un posto con onere a parziale carico dell’Ente pubblico in residenza protetta o per una prestazione a domicilio, con un aumento del 25% in quattro anni.
Di fronte all’incidenza/gravità dei bisogni che caratterizza la condizione degli anziani non autosufficienti, risulta essenziale l’azione solidale di carità attraverso opere di misericordia sinergiche e coordinate con una incisiva presenza e impegno di servizi e interventi pubblici.
Sono così particolarmente importanti, in occasione di questa Giornata, le indicazioni della Chiesa per la promozione della speranza in una vecchiaia serena e riconciliata, non solo per nonni e anziani attivi e in buona salute, ma anche per gli altri con gravi limitazioni.
Basti citare il messaggio di Papa Leone per la V Giornata, con gli ampi richiami all’insegnamento di Papa Francesco e l’invito giubilare a visitare anziani malati e soli.
Il “Documento di Materiali e Indicazioni Pastorali”, in occasione della sopra citata V Giornata, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita”, individua poi piste di Misericordia per gli anziani sia attive (da parte degli stessi verso le generazioni successive) che passive (da parte di persone delle generazioni che precedono verso gli anziani) da avviare o mantenere a partire da questa giornata.
In particolare, risulta pista di Misericordia attiva il ruolo dei nonni e degli anziani come custodi della memoria, maestri di vita e testimoni di fede. Nelle loro capacità residue di “dare ancora frutti” anche gli anziani con gravi limitazioni possono agire opere di misericordia: consigliare i dubbiosi e insegnare agli ignoranti, ma anche pregare Dio per i vivi e i morti.
Papa Francesco, nelle sue splendide catechesi sulla vecchiaia, ci ricorda che la fragilità anziana ammonisce i più giovani sul comune limite creaturale. Inoltre è anche occasione per gli stessi di “farsi prossimo” verso i più deboli e “fragili”.
Papa Leone sottolinea, citando san Paolo, come la fragilità sia segno di speranza, per gli anziani, non solo verso le generazioni più giovani, ma anche per sé stessi: “Quando sono debole, allora sono forte” (2 Corinzi 12,10)
E così Giulia, nel suo ricordo sul nonno non autosufficiente che da poco è mancato, testimonia la sua eredità di misericordia:
“Era in carrozzina da quasi un anno per esiti di una paresi. Soffriva molto perché aveva perso l’autonomia nei compiti quotidiani, lui che si era sempre dedicato al lavoro e alla famiglia e, andato in pensione, ai nipoti e al volontariato”. “Io portavo spesso nonno a spasso con la carrozzina. Mi piaceva molto fare qualcosa per lui, volevo restituirgli almeno in parte quello che per me aveva fatto accudendomi e stando con me quando ero piccola. Adesso vorrei fare del volontariato per le persone anziane. Questo mi ha insegnato, e non a parole, il nonno. Gli voglio tanto bene”.
Risulta pista di Misericordia passiva il legame solidale con azioni di responsabilità individuale e collettiva di sostegno relazionale e cura verso anziani soli e malati, e soprattutto se in condizioni aggravate da povertà e inadeguatezza o mancanza abitativa:
- Visitare gli infermi: si tratta di portare conforto e assistenza a chi è malato sia a casa che presso ospedali e strutture di ricovero tutelare.
- Dar da mangiare agli affamati: aiuto attraverso donazione di cibo, accesso a mense, preparazione di pasti a domicilio
- Vestire gli ignudi: questo implica l’aiuto nella cura personale.
- Alloggiare i pellegrini: implica sostegno nell’adeguamento della sistemazione alloggiativa ai bisogni.
Papa Leone sollecita, nel suo messaggio sulla Giornata, a “visitare un anziano come modo per incontrare Gesù, che ci libera dall’indifferenza e dalla solitudine”, richiamando così: “Il mio comandamento è questo: Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi” (Giovanni 15/12) e ponendo al centro la cura reciproca tra generazioni non dimenticando gli anziani, in una epoca caratterizzata da individualismo e isolamento sociale.
Nell’anno del Giubileo della Speranza che non delude, sia la V Giornata dei nonni e degli anziani occasione perché nessun anziano e vecchio, grazie alle Opere di Misericordia, “perda la sua Speranza”.
Stima numero anziani oltre 65 anni:
• Nel mondo, 800 milioni
• In Europa, 90 milioni (20 %della popolazione)
• In Italia, 14 milioni e 500mila (21% della popolazione)
L’Italia è il Paese più vecchio del mondo dopo il Giappone
Dati Eurostat, Ocse, Istat.
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