Un piccolo vademecum giubilare della “nonnità”

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30 Maggio 2025

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In occasione del Giubileo dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, un richiamo alle parole di papa Francesco: misericordia e carità

“Grazie nonni per tutto quello che fate. Vi vogliamo tanto bene”.

Questo bigliettino mi commuove per l’affetto e  gratitudine, ma temo che  “tutto quello che fate” sia poco per il compito assegnato ai nonni da Papa Francesco nella Bolla di Indizione del Giubileo 2025: “…la trasmissione della fede e la saggezza di vita alle generazioni più giovani…che trovano in loro radicamento, comprensione e incoraggiamento”.

Per fortuna, questa trasmissione può avvenire, secondo il Santo Padre, “in dialetto”, con semplicità, nelle ordinarie relazioni familiari. Ed è “missione” per tutti i nonni e le nonne in quanto il Giubileo, con le sue “parole simbolo”, è Evento non solo di fede e religioso, ma per tutti gli uomini, credenti e non, “di buona volontà” (traduzione della Bibbia latina), cioè persone positive, costruttive, capaci di legami e solidarietà attraverso spirito e azioni volontarie di misericordia e carità.

E per nonne e nonni intendo non solo quelli “per discendenza”, ma anche i “nonni sociali”, cioè tutti gli “anziani attivi”  impegnati, a titolo volontario, in relazioni e attività con bambini e ragazzi e nel sostegno ai loro genitori, soprattutto i più in difficoltà.

Ammoniti da Papa Francesco che “non esiste un’età per andare in pensione dal compito di annunciare il Vangelo e trasmettere la fede e le tradizioni ai nipoti.” (Udienza 25/07/2021),  propongo a tutti i nonni e nonne, un piccolo vademecum giubilare della “nonnità” con le “parole e i concetti simbolo” da tradurre in “dialetto”, nel proprio contesto sociale e culturale e  “nelle corde” dei nipoti.

  • In un periodo di individualismo, aggressività verbale e fisica, fino alla “guerra mondiale a pezzi”, le Sacre Scritture offrono una proposta utopico-profetica di ricomposizione, per il Popolo Eletto, di una società di uguali, senza poveri e oppressi, attraverso una ridistribuzione equa dei beni e del potere (Lv 25, 10). Annuncio esteso da Gesù  all’Umanità tutta, citando Isaia, che afferma di essere stato consacrato e inviato per “portare ai poveri il lieto annuncio…per liberare coloro che sono oppressi, e inaugurare l’Anno di Grazia del Signore” ((Lc, 4, 18).

E’ necessario stimolare i nipoti a concreti comportamenti di solidarietà con i fratelli e i compagni di scuola.

  •  Il Giubileo è oggi proposto come percorso di conversione individuale e sociale che, pur senza la radicalità del messaggio biblico ed evangelico, deve attuarsi come progressivo “cambiamento/miglioramento verso il bene”.

E’ bene illustrare ai nipoti, con concreti esempi tratti dalla loro vita ed esperienza, come cambiare e migliorare.

  •  Il Bene è Armonia (Dio), il Male è Divisione (Demonio), e la Fragilità è propria nell’Uomo in cui convivono Bene e Male. Con Gesù accanto, che è Amore, possiamo sperare, nonostante la Fragilità, di  vivere il Bene.

Anche in questo caso occorre fare riferimenti concreti per illustrare i concetti. Per esempio, l’apologo di Menenio Agrippa sugli organi del corpo umano. 

  • Siamo creature soggette al male, da cui possiamo sempre rialzarci per la misericordia di Dio. La Confessione, il perdono, creata da Gesù, è esperienza di Riconciliazione o Conversione cioè cambiamento verso la ricerca del bene e della adesione a Gesù. Nel Vangelo il termine “conversione” è almeno altrettanto frequente di “misericordia” e “perdono”.

Potremmo ripercorrere con i nipoti le volte in cui hanno combinato qualche marachella più o meno grave e ricordare quante volte, dopo essere stati ammoniti dai genitori di non farlo più e comportarsi bene,
sono stati perdonati e sempre amati come prima.

  •  Ai nonni, da piccoli, è stato insegnato che, prima di andare in paradiso, anche se perdonati, c’è un passaggio in “purgatorio” per l’espiazione delle conseguenze delle colpe terrene.

Tale espiazione è  annullata dalla indulgenza che si ottiene durante l’Anno Santo previo un percorso (Pellegrinaggio, passaggio attraverso la Porta Santa, visita a Chiesa Giubilare, Confessione e Comunione).

E’ bene parlare ai nipoti del significato non solo letterale e concreto del percorso per ottenere l’indulgenza, ma anche, con esempi, quello allegorico della vita come Cammino a tappe continuo verso l’adesione a Gesù.

  • Nella Bolla di Indizione di questo Anno Santo sulla “Speranza che non delude”, Papa Francesco sottolinea la continuità con il precedente del 2015, perché lega la Salvezza al “Volto misericordioso di Dio”. La Misericordia umana per un credente si fonda nella relazione con Gesù/Dio  in cui si saldano  fede e carità, ove la fede senza carità e opere è morta  e  la carità senza fede è esercizio pratico avulso da radici che ne danno forza e senso (Paolo, Prima lettera ai Corinti 13). 

Misericordia e Carità accomunano, nel concreto esercizio “terreno”, “uomini e donne di buona volontà” credenti e non credenti. Ciò pur nella differenza tra la dimensione fondante di trascendenza per i primi, ed etico-sociale per i secondi

Al netto delle differenze di condizioni e contesti la misericordia è “incarnata”, in forma particolare e preziosa, nei nonni e negli anziani (Papa Francesco), come “Fragilità feconda” che rende possibile quanto dichiarato nella Sacra Scrittura: “nella vecchiaia daranno ancora frutti”(salmo 92).

Facciamo, per esempio, notare al nipote che il nonno non può camminare veloce,
ma è in grado di aiutare per una ricerca scolastica.

  •  Il perdono di Dio non esonera dal dover chiedere scusa alle persone offese. Non a caso, durante la Messa, si recita: “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli e sorelle di aver peccato in pensieri, parole, opere ed omissioni…”

Insegniamo e testimoniamo ai nipoti di non avere paura e vergogna a chiedere scusa.
E facciamo notare loro che dopo ci si sente più “leggeri”. 

  •  L’Eucarestia è “Incontro speciale” di una comunità che si unisce a Gesù e si realizza a Messa.

Diciamo ai nipoti: “Guarda, quando il pane e il vino vengono consacrati Gesù è realmente presente in mezzo a noi” come sempre: “ Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”  (Mt 28, 16-20).
Loro capiscono, più di noi, la dimensione del mistero.

  •  La Speranza, tema di questo Giubileo, come ci indica Papa Francesco nel libro “Allena la Speranza”, non delude nel sostenerci nelle prove della vita perché Gesù, sempre accanto a noi, ha molto sofferto.

Ai nipoti potremmo spiegare la speranza con questo apologo di origine ebraica.

“Tre candele di nome Pace, Fede e Amore, decidono di spegnersi,  perché gli uomini  hanno smesso di credere in loro. Un bambino le implora di riaccendersi perché teme il buio.  La quarta, di nome  Speranza, suggerisce di riaccenderle con la sua fiamma”.

E’ facile spiegare  che il bambino, Gesù, con la candela Speranza illumina il cammino alle altre  che rappresentano i valori essenziali della vita.

 Care nonne e nonni, buona “conversione” verso la vostra “vocazione”, durante e oltre la Celebrazione giubilare di fine maggio a voi dedicata insieme alla Famiglie, ai Bambini e agli Anziani.

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