Vita consacrata | La testimonianza di Donata Frigerio

il: 

8 Ottobre 2025

di: 

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Donata Frigerio (Ordo Virginum)

In occasione del Giubileo della Vita Consacrata, abbiamo chiesto a Donata Frigerio, dell’Ordo Virginum, di raccontarsi al blog Mission di spazio + spadoni

Consacrata dell’Ordo Virginum, originaria di Como, nel 1985 ha iniziato il suo andirivieni dall’Africa.

La mia vita è stata ricca di colpi di scena provocati da Dio.

A 16 anni, in un incontro del Movimento dei Focolari, ho avuto per la prima volta la percezione fortissima di essere molto amata da Dio. Una percezione che non mi ha mai lasciato.

A 22 anni, mentre frequentavo l’università, mi capita di andare in Africa. L’Africa era il mio sogno, volevo dedicarmi agli animali selvatici.
Parto per il Congo (allora Zaire, era il 1985) senza alcuna preparazione missionaria o culturale.
Incontro un sacerdote fidei donum italiano che in 15 giorni mi fa un corso accelerato di missionarietà, antropologia e molto altro.

E Dio mi parla come sa fare Lui, e mi lego indissolubilmente all’Africa (e al Congo).
All’Africa devo moltissimo. I continui viaggi (almeno un mese all’anno) in Congo mi hanno insegnato tanto sulla fede, sulla famiglia, sulla comunità, vita cristiana concreta…

Mi trasferisco dalla Lombardia in provincia di Reggio Emilia per vivere in una comunità di accoglienza di minori. Anche questo appreso e sperimentato in Congo: il senso profondo del vivere insieme. Far famiglia senza legami di sangue.

Poi, la percezione di essere chiamata da Dio ad un progetto che sembrava  essere oltre i miei confini umani.
Conosco quasi per caso l’Ordo Virginum, comincio a frequentare gli incontri con il Vescovo, restia comunque a farne parte. Resisto alla chiamata per due anni oltre il periodo di formazione, continuando a frequentare il gruppo delle consacrate, poi cedo.

Consacrazione nell’Ordo Virginum (2007)

Sono consacrata a Dio attraverso la Chiesa locale nelle mani del Vescovo Adriano Caprioli la notte del 3 ottobre 2007.

Una data per me molto significativa perché la mia parrocchia di origine è accompagnata dai francescani e Francesco è un mio riferimento costante.

L’Africa partecipa alla celebrazione dal Congo e con seminaristi e missionari saveriani.

Continuo a fare la spola tra Congo e Italia.

Porto in Congo qualche aiuto e tutto il mio amore; e mi consegnano da portare in Italia messaggi di dolore e richieste di giustizia per una guerra che, dal 1996 ad oggi, ha mietuto ben più di 8 milioni di morti (fonte ONU), la peggiore dopo la II guerra mondiale. Qui non se ne parla perché anche l’Occidente è implicato nella guerra, per via delle terre rare, le armi e i minerali che servono per la nostra tecnologia.

Nel 2019, Dio chiama ancora perché io parta per un periodo più lungo, per poter stare meglio accanto alla gente.

Nel 2020 il COVID mi ostacola, ma riesco a incontrarmi con il Vescovo Massimo Camisasca che mi dà la sua benedizione e l’appoggio della diocesi.

Nel gennaio 2021 parto, questa volta esplicitamente come missionaria diocesana. L’Ordo Virginum di Reggio ha una missionaria nelle sue fila.

Torno nel gennaio 2022. Problemi complessi mi trattengono dal ripartire in ottobre 22 per valutare un’altra permanenza.

Ad oggi sono quasi 4 anni che manco fisicamente dalla regione congolese del Kivu, che da gennaio si trova di nuovo in guerra dichiarata.

Donata-Frigerio_artigiani_Congo

Un pezzo del mio cuore è là. Faccio la volontaria con un gruppo di italiani e congolesi per raccontare l’ingiustizia della guerra che la gente, i miei amici, subiscono per la sete di potere e denaro di troppi.

Sono in costante contatto con gli amici in Congo.

Cosa significa per me, consacrata,
questo Giubileo
della speranza?


Significa tentare di trasmettere a tutti e tutte l’amore che percepisco da parte di Dio, palpabile, gratuito.

Significa essere nella Chiesa locale, qui e là, cercando di annunciare la speranza nella Buona Novella.

Significa credere in questo Giubileo, nella restituzione ai poveri (e stare male perché, anche come europea, nulla sto restituendo…).

Significa sperare con loro, che sono maestri di speranza, nella giustizia pure nell’assurdità della violenza.

Significa camminare con la Chiesa universale nella quale Gesù ha riposto speranze e certezze, per cui ha dato la Sua vita.

Immagini

  • Foto di Donata Frigerio

In occasione del Giubileo della Vita Consacrata, abbiamo chiesto a Donata Frigerio, dell’Ordo Virginum, di raccontarsi al blog Mission di spazio + spadoni

Consacrata dell’Ordo Virginum, originaria di Como, nel 1985 ha iniziato il suo andirivieni dall’Africa.

La mia vita è stata ricca di colpi di scena provocati da Dio.

A 16 anni, in un incontro del Movimento dei Focolari, ho avuto per la prima volta la percezione fortissima di essere molto amata da Dio. Una percezione che non mi ha mai lasciato.

A 22 anni, mentre frequentavo l’università, mi capita di andare in Africa. L’Africa era il mio sogno, volevo dedicarmi agli animali selvatici.
Parto per il Congo (allora Zaire, era il 1985) senza alcuna preparazione missionaria o culturale.
Incontro un sacerdote fidei donum italiano che in 15 giorni mi fa un corso accelerato di missionarietà, antropologia e molto altro.

E Dio mi parla come sa fare Lui, e mi lego indissolubilmente all’Africa (e al Congo).
All’Africa devo moltissimo. I continui viaggi (almeno un mese all’anno) in Congo mi hanno insegnato tanto sulla fede, sulla famiglia, sulla comunità, vita cristiana concreta…

Mi trasferisco dalla Lombardia in provincia di Reggio Emilia per vivere in una comunità di accoglienza di minori. Anche questo appreso e sperimentato in Congo: il senso profondo del vivere insieme. Far famiglia senza legami di sangue.

Poi, la percezione di essere chiamata da Dio ad un progetto che sembrava  essere oltre i miei confini umani.
Conosco quasi per caso l’Ordo Virginum, comincio a frequentare gli incontri con il Vescovo, restia comunque a farne parte. Resisto alla chiamata per due anni oltre il periodo di formazione, continuando a frequentare il gruppo delle consacrate, poi cedo.

Consacrazione nell’Ordo Virginum (2007)

Sono consacrata a Dio attraverso la Chiesa locale nelle mani del Vescovo Adriano Caprioli la notte del 3 ottobre 2007.

Una data per me molto significativa perché la mia parrocchia di origine è accompagnata dai francescani e Francesco è un mio riferimento costante.

L’Africa partecipa alla celebrazione dal Congo e con seminaristi e missionari saveriani.

Continuo a fare la spola tra Congo e Italia.

Porto in Congo qualche aiuto e tutto il mio amore; e mi consegnano da portare in Italia messaggi di dolore e richieste di giustizia per una guerra che, dal 1996 ad oggi, ha mietuto ben più di 8 milioni di morti (fonte ONU), la peggiore dopo la II guerra mondiale. Qui non se ne parla perché anche l’Occidente è implicato nella guerra, per via delle terre rare, le armi e i minerali che servono per la nostra tecnologia.

Nel 2019, Dio chiama ancora perché io parta per un periodo più lungo, per poter stare meglio accanto alla gente.

Nel 2020 il COVID mi ostacola, ma riesco a incontrarmi con il Vescovo Massimo Camisasca che mi dà la sua benedizione e l’appoggio della diocesi.

Nel gennaio 2021 parto, questa volta esplicitamente come missionaria diocesana. L’Ordo Virginum di Reggio ha una missionaria nelle sue fila.

Torno nel gennaio 2022. Problemi complessi mi trattengono dal ripartire in ottobre 22 per valutare un’altra permanenza.

Ad oggi sono quasi 4 anni che manco fisicamente dalla regione congolese del Kivu, che da gennaio si trova di nuovo in guerra dichiarata.

Donata-Frigerio_artigiani_Congo

Un pezzo del mio cuore è là. Faccio la volontaria con un gruppo di italiani e congolesi per raccontare l’ingiustizia della guerra che la gente, i miei amici, subiscono per la sete di potere e denaro di troppi.

Sono in costante contatto con gli amici in Congo.

Cosa significa per me, consacrata,
questo Giubileo
della speranza?


Significa tentare di trasmettere a tutti e tutte l’amore che percepisco da parte di Dio, palpabile, gratuito.

Significa essere nella Chiesa locale, qui e là, cercando di annunciare la speranza nella Buona Novella.

Significa credere in questo Giubileo, nella restituzione ai poveri (e stare male perché, anche come europea, nulla sto restituendo…).

Significa sperare con loro, che sono maestri di speranza, nella giustizia pure nell’assurdità della violenza.

Significa camminare con la Chiesa universale nella quale Gesù ha riposto speranze e certezze, per cui ha dato la Sua vita.

Immagini

  • Foto di Donata Frigerio
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Donata Frigerio (Ordo Virginum)

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