Giornata Mondiale del Creato | “Semi di pace e di speranza”

La Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato ricorre il 1° settembre. Con le opere di misericordia, possiamo seminare un mondo nuovo
Si celebra oggi la X Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, un appuntamento ecumenico che si svolge annualmente dal 1° settembre al 4 ottobre.
In occasione del decimo anniversario dell’istituzione della Giornata — che coincide con la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ — il tema (scelto da papa Francesco) è “Semi di Pace e di Speranza”.
Nel suo Messaggio, Papa Leone XIV richiama l’immagine forte e suggestiva della semina: «Molte volte Gesù, nella sua predicazione, usa l’immagine del seme per parlare del Regno di Dio… il seme si consegna interamente alla terra e lì […] la vita germoglia». Anche le fioriture spontanee ai bordi delle strade, nate quasi per caso, diventano segno della capacità di rinascita: «nessuno le ha piantate… riescono a decorare il grigio dell’asfalto».
Espressione poetica e potente: siamo “semi di Pace e di Speranza”, germogli di vita e di futuro, anche nei contesti più aridi.
Da deserto a giardino: giustizia, diritto, pace
Il Papa cita poi la profezia di Isaia: «In noi sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino… La giustizia e il diritto […] darà pace, tranquillità e sicurezza per sempre» (Is 32,15‑18). Queste parole accompagnano e rafforzano il senso del Tempo del Creato.
Il messaggio sottolinea la correlazione tra ingiustizia sociale, crisi ambientale, violazione dei diritti e distruzione del pianeta: deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità e aumento dei fenomeni climatici estremi sono conseguenze di scelte che violano la giustizia e la pace. In situazioni di conflitto, la natura stessa diventa “campo di battaglia”: zone agricole e foreste devastate da mine, politiche di “terra bruciata”, conflitti per le risorse idriche.
Queste ferite, afferma il Papa, “sono dovute al peccato”. L’appello è a uscire da una logica di dominio e di sfruttamento per ritornare al compito originario dell’uomo: coltivare e custodire la creazione, espressione di una relazione di reciprocità responsabile con il creato
Il Papa richiama, inoltre, la Laudato si’: “Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa… non costituisce qualcosa di opzionale”.
E indica iniziative concrete come semi di speranza. Tra queste, cita il progetto “Borgo Laudato Si’” a Castel Gandolfo: un centro educativo di ecologia integrale, voluto da Papa Francesco, che vuole essere esempio vivo di una vita comunitaria sostenibile e giusta.
Il Messaggio si chiude con un invito: «ora è il tempo di far seguire alle parole i fatti».
La Giornata di oggi non è solo momento di preghiera, ma impegno concreto, che richiede dedizione, tenerezza, speranza e, soprattutto, azioni. Solo così i “semi di giustizia” potranno germogliare, contribuendo a costruire pace e speranza in un mondo ferito.
Fonte e immagine
La Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato ricorre il 1° settembre. Con le opere di misericordia, possiamo seminare un mondo nuovo
Si celebra oggi la X Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, un appuntamento ecumenico che si svolge annualmente dal 1° settembre al 4 ottobre.
In occasione del decimo anniversario dell’istituzione della Giornata — che coincide con la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ — il tema (scelto da papa Francesco) è “Semi di Pace e di Speranza”.
Nel suo Messaggio, Papa Leone XIV richiama l’immagine forte e suggestiva della semina: «Molte volte Gesù, nella sua predicazione, usa l’immagine del seme per parlare del Regno di Dio… il seme si consegna interamente alla terra e lì […] la vita germoglia». Anche le fioriture spontanee ai bordi delle strade, nate quasi per caso, diventano segno della capacità di rinascita: «nessuno le ha piantate… riescono a decorare il grigio dell’asfalto».
Espressione poetica e potente: siamo “semi di Pace e di Speranza”, germogli di vita e di futuro, anche nei contesti più aridi.
Da deserto a giardino: giustizia, diritto, pace
Il Papa cita poi la profezia di Isaia: «In noi sarà infuso uno spirito dall’alto; allora il deserto diventerà un giardino… La giustizia e il diritto […] darà pace, tranquillità e sicurezza per sempre» (Is 32,15‑18). Queste parole accompagnano e rafforzano il senso del Tempo del Creato.
Il messaggio sottolinea la correlazione tra ingiustizia sociale, crisi ambientale, violazione dei diritti e distruzione del pianeta: deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità e aumento dei fenomeni climatici estremi sono conseguenze di scelte che violano la giustizia e la pace. In situazioni di conflitto, la natura stessa diventa “campo di battaglia”: zone agricole e foreste devastate da mine, politiche di “terra bruciata”, conflitti per le risorse idriche.
Queste ferite, afferma il Papa, “sono dovute al peccato”. L’appello è a uscire da una logica di dominio e di sfruttamento per ritornare al compito originario dell’uomo: coltivare e custodire la creazione, espressione di una relazione di reciprocità responsabile con il creato
Il Papa richiama, inoltre, la Laudato si’: “Vivere la vocazione di essere custodi dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esistenza virtuosa… non costituisce qualcosa di opzionale”.
E indica iniziative concrete come semi di speranza. Tra queste, cita il progetto “Borgo Laudato Si’” a Castel Gandolfo: un centro educativo di ecologia integrale, voluto da Papa Francesco, che vuole essere esempio vivo di una vita comunitaria sostenibile e giusta.
Il Messaggio si chiude con un invito: «ora è il tempo di far seguire alle parole i fatti».
La Giornata di oggi non è solo momento di preghiera, ma impegno concreto, che richiede dedizione, tenerezza, speranza e, soprattutto, azioni. Solo così i “semi di giustizia” potranno germogliare, contribuendo a costruire pace e speranza in un mondo ferito.
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