Papa Francesco e le sue ultime parole
Papa Francesco e le ultime parole che ha lasciato in eredità alla cristianità
Papa Francesco è morto il lunedì di Pasqua, il 21 aprile 2025, all’età di 88 anni nella sua residenza a Casa Santa Marta in Vaticano.
Ecco cosa ha scritto durante i suoi ultimi giorni da Pontefice della Chiesa di Roma.
Una riflessione sulla morte – 7 febbraio 2025
Prefazione al nuovo libro “In attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia” del Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo emerito di Milano:…. “È proprio la conclusione di queste pagine di Angelo Scola, una sentita confessione di come si sta preparando all’incontro finale con Gesù, a donarci una consolante certezza: la morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di qualcosa. È un nuovo inizio, come sottolinea sapientemente il titolo, perché la vita eterna, che chi ama inizia a sperimentare già sulla terra nei compiti quotidiani della vita, è l’inizio di qualcosa che non finirà mai. Ed è proprio per questo che è un “nuovo” inizio, perché vivremo qualcosa che non abbiamo mai vissuto pienamente prima: l’eternità…”
Messaggio pasquale del Santo Padre e Benedizione “Urbi et Orbi” – 20 aprile 2025
“Cristo è risorto, alleluia! Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi nella Chiesa finalmente risuona l’alleluia, riecheggia di bocca in bocca, da cuore in cuore, e il suo canto fa piangere di gioia il popolo di Dio nel mondo intero.
Dal sepolcro vuoto di Gerusalemme, udiamo una buona notizia inaspettata: Gesù, che fu crocifisso, «non è qui, è risorto» (Lc 24,5). Gesù non è nel sepolcro, è vivo!
L’amore ha trionfato sull’odio, la luce sulle tenebre e la verità sulla falsità. Il perdono ha trionfato sulla vendetta. Il male non è scomparso dalla storia; rimarrà fino alla fine, ma non ha più il sopravvento; non ha più potere su coloro che accolgono la grazia di questo giorno.
Sorelle e fratelli, specialmente quelli di voi che provano dolore e sofferenza, il vostro grido silenzioso è stato ascoltato e le vostre lacrime sono state contate; nemmeno una di esse è andata perduta! Nella passione e morte di Gesù, Dio ha preso su di sé tutto il male di questo mondo e nella sua infinita misericordia lo ha sconfitto. Ha sradicato l’orgoglio diabolico che avvelena il cuore umano e semina violenza e corruzione ovunque. L’Agnello di Dio è vittorioso! Per questo oggi possiamo esclamare con gioia: «Cristo, mia speranza, è risorto!» (Sequenza pasquale).
La risurrezione di Gesù è davvero il fondamento della nostra speranza. Perché alla luce di questo evento, la speranza non è più un’illusione. Grazie a Cristo – crocifisso e risorto dai morti – la speranza non delude! Spes non confundit! (cfr Rm 5,5). Questa speranza non è un’evasione, ma una sfida; non delude, ma ci dà forza.
Tutti coloro che ripongono la loro speranza in Dio pongono le loro mani deboli nella sua mano forte e potente; si lasciano sollevare e si mettono in cammino. Insieme a Gesù risorto, diventano pellegrini della speranza, testimoni della vittoria dell’amore e della potenza disarmata della Vita.
Cristo è risorto! Queste parole racchiudono tutto il significato della nostra esistenza, perché non siamo fatti per la morte, ma per la vita. La Pasqua è la celebrazione della vita! Dio ci ha creati per la vita e vuole che la famiglia umana risorga! Ai suoi occhi, ogni vita è preziosa! La vita di un bambino nel grembo materno, così come quella degli anziani e dei malati, che in sempre più Paesi sono considerati persone da scartare. Quanta sete di morte, di uccisione, vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che imperversano in diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo, spesso anche all’interno delle famiglie, rivolta contro donne e bambini! Quanto disprezzo si suscita a volte verso i vulnerabili, gli emarginati e i migranti!
In questo giorno, vorrei che tutti noi rinnovassimo la speranza e ravvivassimo la fiducia negli altri, anche in coloro che sono diversi da noi o che provengono da terre lontane, portando con sé usanze, stili di vita e idee sconosciute! Perché tutti siamo figli di Dio! Vorrei che rinnovassimo la nostra speranza che la pace sia possibile! Dal Santo Sepolcro, la Chiesa della Resurrezione, dove quest’anno cattolici e ortodossi celebrano la Pasqua nello stesso giorno, possa la luce della pace irradiarsi in Terra Santa e nel mondo intero. Esprimo la mia vicinanza alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, e a tutto il popolo israeliano e palestinese. Il crescente clima di antisemitismo in tutto il mondo è preoccupante. Ma allo stesso tempo, penso alla popolazione di Gaza, e in particolare alla sua comunità cristiana, dove il terribile conflitto continua a causare morte e distruzione e a creare una situazione umanitaria drammatica e deplorevole. Faccio appello alle parti in conflitto: proclamate un cessate il fuoco, liberate gli ostaggi e soccorrete un popolo affamato che aspira a un futuro di pace!
Preghiamo per le comunità cristiane in Libano e in Siria, che stanno vivendo una delicata fase di transizione nella loro storia. Aspirano alla stabilità e alla partecipazione alla vita delle rispettive nazioni. Esorto tutta la Chiesa a tenere i cristiani dell’amato Medio Oriente nei suoi pensieri e nelle sue preghiere.
Penso in particolare anche al popolo dello Yemen, che sta vivendo una delle crisi umanitarie più gravi e prolungate al mondo a causa della guerra, e invito tutti a trovare soluzioni attraverso un dialogo costruttivo.
Cristo risorto doni all’Ucraina, devastata dalla guerra, il suo dono pasquale di pace e incoraggi tutte le parti coinvolte a proseguire gli sforzi volti al raggiungimento di una pace giusta e duratura.
In questo giorno di festa, ricordiamo il Caucaso meridionale e preghiamo affinché un accordo di pace definitivo tra Armenia e Azerbaigian sia presto firmato e attuato, e porti alla riconciliazione tanto attesa nella regione.
Che la luce della Pasqua ispiri gli sforzi per promuovere l’armonia nei Balcani occidentali e sostenga i leader politici nei loro sforzi per placare tensioni e crisi e, insieme ai loro Paesi partner nella regione, per respingere azioni pericolose e destabilizzanti.
Che Cristo risorto, nostra speranza, doni pace e consolazione ai popoli africani vittime di violenza e conflitti, specialmente nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e nel Sud Sudan. Che sostenga coloro che soffrono a causa delle tensioni nel Sahel, nel Corno d’Africa e nella regione dei Grandi Laghi, così come quei cristiani che in molti luoghi non sono in grado di professare liberamente la loro fede.
Non può esserci pace senza libertà di religione, libertà di pensiero, libertà di espressione e rispetto per le opinioni altrui.
Né la pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo provveda alla propria difesa non deve trasformarsi in una corsa al riarmo. La luce della Pasqua ci spinge ad abbattere le barriere che creano divisione e sono gravide di gravi conseguenze politiche ed economiche. Ci spinge a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la nostra reciproca solidarietà e a lavorare per lo sviluppo integrale di ogni persona umana. In questo periodo, non manchiamo di assistere il popolo del Myanmar, afflitto da lunghi anni di conflitto armato, che, con coraggio e pazienza, sta affrontando le conseguenze del devastante terremoto di Sagaing, che ha causato la morte di migliaia di persone e grandi sofferenze per i numerosi sopravvissuti, tra cui orfani e anziani. Preghiamo per le vittime e i loro cari e ringraziamo di cuore tutti i generosi volontari che svolgono le operazioni di soccorso. L’annuncio di un cessate il fuoco da parte di diversi attori nel Paese è un segno di speranza per tutto il Myanmar.
Faccio appello a quanti ricoprono ruoli di responsabilità politica nel nostro mondo a non cedere alla logica della paura, che porta solo all’isolamento dagli altri, ma a utilizzare le risorse disponibili per aiutare i bisognosi, combattere la fame e incoraggiare iniziative che promuovano lo sviluppo. Queste sono le “armi” della pace: armi che costruiscono il futuro, invece di seminare semi di morte!
Che il principio di umanità non venga mai meno al segno distintivo delle nostre azioni quotidiane. Di fronte alla crudeltà dei conflitti che coinvolgono civili indifesi e attaccano scuole, ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti obiettivi, ma persone, ciascuna dotata di un’anima e di una dignità umana.
In questo anno giubilare, la Pasqua sia anche occasione propizia per la liberazione dei prigionieri di guerra e dei prigionieri politici!
Cari fratelli e sorelle,
Nel Mistero Pasquale del Signore, morte e vita si sono scontrate in una lotta immane, ma il Signore ora vive per sempre (cfr Sequenza pasquale). Egli ci riempie della certezza che anche noi siamo chiamati a condividere la vita che non conosce fine, quando il fragore delle armi e il rombo della morte non si udranno più. Affidiamoci a Lui, perché Lui solo può fare nuove tutte le cose (cfr Ap 21,5)! Buona Pasqua a tutti!
Immagine
- “Papa Francesco Angelus 2018” by Paris Orlando is licensed under CC BY-SA 4.0.
Fonte dell’articolo
- Pope’s Worldwide Prayer Network: Per una missione condivisa
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