Rwanda | Assemblea plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar

Dal nostro inviato Bidubula. A Kigali, la Chiesa in Africa adotta una visione pastorale a lungo termine basata su 12 pilastri fondamentali
Durante la 20ª Assemblea plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar, tenutosi al Centro Congressi di Kigali dal 30 luglio al 4 agosto, i responsabili della Chiesa cattolica hanno lanciato un’ambiziosa visione pastorale per guidare la missione della Chiesa in Africa dal 2025 al 2050.
Presentata con il tema “Una Chiesa sinodale al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace in Africa”, questa visione si basa su dodici pilastri, frutto di un ampio processo di consultazione.
Un approccio sinodale e inclusivo
Il processo di elaborazione di questa visione pastorale ha mobilitato vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, nonché fedeli laici in tutto il continente africano. Essa traduce il rinnovato impegno della Chiesa verso la giustizia, la dignità umana e l’evangelizzazione, nel contesto delle società africane in piena trasformazione.
Prima della presentazione dei pilastri, curata dai padri Rafael Simbine e Vitalis Anaehobi del team pastorale, mons. José Moko Ekenga ha pronunciato una toccante riflessione. Ha esortato la Chiesa ad essere coraggiosa nella sua risposta ai bisogni spirituali e sociali del suo popolo: «Dobbiamo essere una Chiesa che ascolta, che cammina con fede e speranza», ha dichiarato.
I 12 pilastri della missione pastorale (2025-2050)
1. Evangelizzazione: proclamare il Vangelo in modo contestualizzato, in dialogo con le culture africane.
2. Autosufficienza: rafforzare le risorse locali per ridurre la dipendenza dagli aiuti esterni.
3. Formazione permanente e responsabilità condivisa: promuovere la crescita nella fede e il coinvolgimento attivo dei fedeli nella missione ecclesiale.
4. Giustizia, pace e sviluppo integrale: favorire la guarigione delle ferite, l’equità e la dignità di ogni persona.
5. Protezione dell’ambiente: incoraggiare una conversione ecologica e stili di vita sostenibili.
6. Dialogo ecumenico e interreligioso: promuovere la coesistenza pacifica e la comprensione reciproca.
7. Evangelizzazione digitale: utilizzare le tecnologie digitali per diffondere il messaggio di Cristo.
8. Giovani e rinnovamento della Chiesa: accompagnare i giovani affinché diventino attori chiave del rinnovamento ecclesiale.
9. Donne, famiglie e dono della vita: valorizzare la donna, la famiglia e il carattere sacro della vita.
10. Buona governance e responsabilità civica: incoraggiare una leadership etica e la partecipazione dei cittadini.
11. Liturgia e vita di preghiera: sviluppare una liturgia che unisca la fede cristiana e la cultura africana.
12. Chiesa missionaria, famiglia di Dio: promuovere l’unità, l’inclusione e la corresponsabilità missionaria.
Una visione accolta con entusiasmo
I partecipanti all’assemblea hanno espresso grande entusiasmo per questa visione a lungo termine. Molti la percepiscono come una tabella di marcia concreta e stimolante per le chiese locali. Sono emerse proposte per l’elaborazione di piani d’azione nazionali e diocesani, che consentano di attuare questi pilastri a livello locale.
Nel suo discorso di chiusura, Mons. Moko Ekenga ha incoraggiato i partecipanti a non perdere mai la speranza: «La Chiesa in Africa è chiamata ad essere un segno di speranza, radicata nella fede, vissuta nell’unità ed espressa nell’azione».
Questo quadro strategico venticinquennale riflette la volontà di costruire una Chiesa in Africa forte, fedele, unita e attenta alle sfide contemporanee. Segna una tappa importante nella maturazione ecclesiale del continente, che adotta una visione comune della fede, del servizio e del rinnovamento.
Una coincidenza significativa: l’anno giubilare
Questa assemblea si è tenuta durante l’anno giubilare il cui tema è: «Cristo, fonte di speranza». In questa occasione, il cardinale Fridolin Ambongo è stato rieletto presidente delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar. Nel suo discorso, ha esortato i vescovi a diventare pastori credibili portatori di speranza per il popolo del continente.
Ha anche sottolineato le sfide attuali del continente, dove la Chiesa è chiamata a seminare speranza: insicurezza, conflitti armati, terrorismo, tensioni politiche, come quelli che vivono il Sahel, il Sud Sudan o la parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. «C’è un urgente bisogno di pace, giustizia e benessere per gli africani», ha affermato.
Pellegrinaggio a Kibeho
Dopo l’assemblea, i vescovi si sono recati in pellegrinaggio al santuario mariano di Kibeho, nella regione di Huye, nel sud del Paese. Lì sono stati accolti dai giovani provenienti da tutto il Rwanda per concludere il loro giubileo. Il momento è stato caratterizzato da preghiere e celebrazioni nella Cappella di Nostra Signora dei Dolori.
Ricordiamo che Kibeho è un luogo mariano riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa dal 2001, in seguito alle apparizioni della Vergine Maria a tre ragazze tra il 1981 e il 1989. Diventato centro di pellegrinaggio, Kibeho simboleggia per molti un appello alla pace e alla conversione.
Fonte e immagini
- Rodrigue Bidubula
Dal nostro inviato Bidubula. A Kigali, la Chiesa in Africa adotta una visione pastorale a lungo termine basata su 12 pilastri fondamentali
Durante la 20ª Assemblea plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar, tenutosi al Centro Congressi di Kigali dal 30 luglio al 4 agosto, i responsabili della Chiesa cattolica hanno lanciato un’ambiziosa visione pastorale per guidare la missione della Chiesa in Africa dal 2025 al 2050.
Presentata con il tema “Una Chiesa sinodale al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace in Africa”, questa visione si basa su dodici pilastri, frutto di un ampio processo di consultazione.
Un approccio sinodale e inclusivo
Il processo di elaborazione di questa visione pastorale ha mobilitato vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, nonché fedeli laici in tutto il continente africano. Essa traduce il rinnovato impegno della Chiesa verso la giustizia, la dignità umana e l’evangelizzazione, nel contesto delle società africane in piena trasformazione.
Prima della presentazione dei pilastri, curata dai padri Rafael Simbine e Vitalis Anaehobi del team pastorale, mons. José Moko Ekenga ha pronunciato una toccante riflessione. Ha esortato la Chiesa ad essere coraggiosa nella sua risposta ai bisogni spirituali e sociali del suo popolo: «Dobbiamo essere una Chiesa che ascolta, che cammina con fede e speranza», ha dichiarato.
I 12 pilastri della missione pastorale (2025-2050)
1. Evangelizzazione: proclamare il Vangelo in modo contestualizzato, in dialogo con le culture africane.
2. Autosufficienza: rafforzare le risorse locali per ridurre la dipendenza dagli aiuti esterni.
3. Formazione permanente e responsabilità condivisa: promuovere la crescita nella fede e il coinvolgimento attivo dei fedeli nella missione ecclesiale.
4. Giustizia, pace e sviluppo integrale: favorire la guarigione delle ferite, l’equità e la dignità di ogni persona.
5. Protezione dell’ambiente: incoraggiare una conversione ecologica e stili di vita sostenibili.
6. Dialogo ecumenico e interreligioso: promuovere la coesistenza pacifica e la comprensione reciproca.
7. Evangelizzazione digitale: utilizzare le tecnologie digitali per diffondere il messaggio di Cristo.
8. Giovani e rinnovamento della Chiesa: accompagnare i giovani affinché diventino attori chiave del rinnovamento ecclesiale.
9. Donne, famiglie e dono della vita: valorizzare la donna, la famiglia e il carattere sacro della vita.
10. Buona governance e responsabilità civica: incoraggiare una leadership etica e la partecipazione dei cittadini.
11. Liturgia e vita di preghiera: sviluppare una liturgia che unisca la fede cristiana e la cultura africana.
12. Chiesa missionaria, famiglia di Dio: promuovere l’unità, l’inclusione e la corresponsabilità missionaria.
Una visione accolta con entusiasmo
I partecipanti all’assemblea hanno espresso grande entusiasmo per questa visione a lungo termine. Molti la percepiscono come una tabella di marcia concreta e stimolante per le chiese locali. Sono emerse proposte per l’elaborazione di piani d’azione nazionali e diocesani, che consentano di attuare questi pilastri a livello locale.
Nel suo discorso di chiusura, Mons. Moko Ekenga ha incoraggiato i partecipanti a non perdere mai la speranza: «La Chiesa in Africa è chiamata ad essere un segno di speranza, radicata nella fede, vissuta nell’unità ed espressa nell’azione».
Questo quadro strategico venticinquennale riflette la volontà di costruire una Chiesa in Africa forte, fedele, unita e attenta alle sfide contemporanee. Segna una tappa importante nella maturazione ecclesiale del continente, che adotta una visione comune della fede, del servizio e del rinnovamento.
Una coincidenza significativa: l’anno giubilare
Questa assemblea si è tenuta durante l’anno giubilare il cui tema è: «Cristo, fonte di speranza». In questa occasione, il cardinale Fridolin Ambongo è stato rieletto presidente delle Conferenze Episcopali dell’Africa e del Madagascar. Nel suo discorso, ha esortato i vescovi a diventare pastori credibili portatori di speranza per il popolo del continente.
Ha anche sottolineato le sfide attuali del continente, dove la Chiesa è chiamata a seminare speranza: insicurezza, conflitti armati, terrorismo, tensioni politiche, come quelli che vivono il Sahel, il Sud Sudan o la parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. «C’è un urgente bisogno di pace, giustizia e benessere per gli africani», ha affermato.
Pellegrinaggio a Kibeho
Dopo l’assemblea, i vescovi si sono recati in pellegrinaggio al santuario mariano di Kibeho, nella regione di Huye, nel sud del Paese. Lì sono stati accolti dai giovani provenienti da tutto il Rwanda per concludere il loro giubileo. Il momento è stato caratterizzato da preghiere e celebrazioni nella Cappella di Nostra Signora dei Dolori.
Ricordiamo che Kibeho è un luogo mariano riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa dal 2001, in seguito alle apparizioni della Vergine Maria a tre ragazze tra il 1981 e il 1989. Diventato centro di pellegrinaggio, Kibeho simboleggia per molti un appello alla pace e alla conversione.
Fonte e immagini
- Rodrigue Bidubula
