Un Ufficio diocesano per la pastorale ecologica nella RdC
Pastorale ecologica a Kisangani. A dieci anni dalla Laudato Si’, il vescovo Léonard Ndjadi Njate promuove una pastorale ecologica attiva
Dieci anni fa, Papa Francesco scriveva l’enciclica Laudato Si’ sulla salvaguardia della casa comune, invitando l’umanità ad una “conversione ecologica” in risposta alla crisi ambientale globale. Questo documento, profondamente radicato nell’insegnamento sociale della Chiesa, invita i credenti ad “annunciare il Vangelo della creazione” e a prendersi cura della casa comune. In questo contesto, molte diocesi in tutto il mondo si sono impegnate a integrare l’ecologia nel loro lavoro pastorale.
Anche la diocesi di Kisangani, sotto l’impulso di mons. Marcel Utembi Tapa e recentemente rafforzata dalle iniziative di mons. Leonard, si è orientata con decisione verso questa dinamica, istituendo un ufficio diocesano per la pastorale ecologica.
Una risposta a un bisogno urgente
La città di Kisangani, con una popolazione di oltre tre milioni di abitanti, sta affrontando una grave crisi ambientale. La mancanza di strutture igienico-sanitarie, l’inadeguatezza delle attrezzature per i servizi igienici e l’assenza di sistemi efficaci di gestione dei rifiuti solidi e liquidi sono i principali fattori che vi contribuiscono.
I rifiuti di plastica, che rappresentano quasi il 30% dei rifiuti domestici, sono un problema importante. Non biodegradabile, si accumula nelle grondaie, nei fiumi e nelle strade, favorendo la diffusione di malattie, inondazioni e inquinamento ambientale. L’appello di Papa Francesco è particolarmente pertinente a questa preoccupante situazione. La Laudato Si’ sottolinea con forza che “questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello spreco, frutto del modello consumistico” (LS 22).
Una missione chiara e ambiziosa
Intraprendendo un programma di pastorale ecologica, la diocesi di Kisangani vuole offrire una risposta concreta ispirata al Vangelo.
All’ufficio diocesano per la pastorale ecologica è stata affidata una triplice missione: formare, sensibilizzare e mobilitare. In primo luogo, formare i membri e i responsabili delle parrocchie sull’enciclica Laudato Si’.
L’obiettivo di questa formazione non è solo quello di trasmettere contenuti intellettuali, ma di incoraggiare un’autentica conversione ecologica, come chiede Papa Francesco ; al fine di sviluppare una nuova generazione di leader in grado di intraprendere azioni locali nelle loro comunità per realizzare un cambiamento sostenibile.
In secondo luogo, l’ufficio intende sensibilizzare gli alunni e gli studenti delle scuole cattoliche sulla gestione dei rifiuti. Secondo la Laudato Si’, l’educazione ambientale dovrebbe promuovere non solo la comprensione delle questioni ecologiche, ma anche nuovi comportamenti.
“L’educazione ambientale deve prepararci a fare quel salto verso il Mistero, da cui un’etica ecologica acquista il suo significato più profondo” (LS 210). I giovani saranno quindi chiamati ad adottare azioni concrete e a diventare agenti di cambiamento nei loro ambienti scolastici e familiari.
Infine, sono previste campagne di sensibilizzazione per i volontari per promuovere le attività di raccolta, selezione e stoccaggio dei rifiuti. Questa mobilitazione dei cittadini incarna il messaggio della Laudato Si’, che chiede un’ecologia integrale, cioè un’ecologia che unisca la cura dell’ambiente, la giustizia sociale e la spiritualità cristiana.
Una testimonianza, più che un discorso
Nel lanciare questa iniziativa, il vescovo Leonard segue la tradizione profetica della Chiesa. Gli piace ricordare le parole di Paolo VI: “Il mondo ha bisogno di testimoni più che di insegnanti”. Lui stesso ha dato l’esempio scendendo in strada in più di un’occasione con i volontari per i progetti di risanamento. Questo gesto, semplice e simbolico, ci ricorda che la pastorale ecologica non può ridursi a discorsi o seminari: richiede un coinvolgimento concreto, visibile e spesso umile.
In questo modo, l’azione della diocesi di Kisangani diventa un segno profetico per l’Africa e non solo. Testimonia che, anche di fronte a sfide immense, una Chiesa locale può incarnare l’appello del Papa a un’ecologia integrale, radicata nella fede e rivolta al bene comune, chiamando tutti a una conversione personale e comunitaria.
Un’ecologia delle relazioni
Uno dei maggiori contributi della Laudato Si’ è quello di aver mostrato che la crisi ecologica è anche una crisi spirituale e sociale. Non è solo la natura ad essere in pericolo, ma anche la relazione tra l’uomo, il suo ambiente, gli altri e Dio.
La pastorale ecologica è pienamente in linea con questa prospettiva: cerca di promuovere la cittadinanza ecologica, come ci ricorda l’Enciclica (n. 211). Lungi dall’essere una moda o un semplice adattamento alle sfide del nostro tempo, questa pastorale diventa un luogo di missione.
L’annuncio del Vangelo avviene attraverso azioni concrete: differenziare i rifiuti, tenere puliti i quartieri, piantare alberi, ridurre l’uso della plastica, unitamente ad una rinnovata preghiera e ad una spiritualità di semplicità e gratitudine.
La creazione di un ufficio diocesano per la pastorale ecologica a Kisangani, dieci anni dopo la Laudato Si’, rappresenta una svolta importante. Dimostra che la Chiesa, anche in contesti segnati da difficoltà materiali, può diventare una forza trainante del cambiamento.
Educando, sensibilizzando e mobilitando le persone, questo ufficio sta intraprendendo un cammino di speranza e di testimonianza, fedele all’appello di Papa Francesco: “vivere la vocazione di protettori dell’opera di Dio è parte essenziale di un’esperienza virtuosa, non qualcosa di opzionale o un aspetto secondario dell’esperienza cristiana” (LS 217).