Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, domenica santi

Domenica 7 settembre, la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e di Carlo Acutis: due modelli di misericordia per giovani e adulti
«Di lui si parlerà molto in avvenire». Parlando di Pier Giorgio Frassati fu buon profeta il cardinale Agostino Richelmy, arcivescovo di Torino (1897-1923) e lo fu anche il suo successore Giuseppe Gamba (1923-1929).
«Chi non porta e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo»: la frase di Gesù nel Vangelo di Luca (14, 25-33) del 7 settembre 2025, XXIII domenica del tempo ordinario, si adatta benissimo alla canonizzazione del giovane torinese Pier Giorgio Frassati, conosciuto per la sua fede e il suo impegno socio-politico, e dell’adolescente milanese Carlo Acutis, «patrono di Internet», due modelli per giovani e adulti che hanno preso la loro croce e hanno seguito il Signore, dopo una vita passata con lui.
Pier Giorgio muore cento anni fa (4 luglio 1925) per una poliomielite contratta forse in una stamberga di poveri che assisteva; il quindicenne Carlo spira il 12 ottobre 2006 a Monza per una leucemia fulminante.
Sabato 6 settembre alle 10 l’udienza giubilare dal Papa e domenica 7 alle 10 la celebrazione presieduta da Leone XIV in piazza San Pietro, concelebranti gli arcivescovi di Torino Roberto Repole e di Milano Mario Delpini che presenteranno i candidati. Sono i primi santi proclamati da Leone XIV, eletto quattro mesi fa (8 maggio). L’evento, inserito nel calendario del Giubileo della speranza, richiama migliaia di fedeli da tutto il mondo. Anche le Poste vaticane li celebrano con due francobolli.
«Dopo un’istruzione densa e impegnativa del card. Richelmy a Villa Santa Croce di San Mauro negli esercizi spirituali agli universitari cattolici, l’arcivescovo si trattenne a colloquio con ognuno di loro, con uno in particolare si fermò a lungo». Lo racconta mons. Giuseppe Garneri – poi parroco del Duomo e vescovo di Susa – nel libro di memorie «Alcuni episodi ammirando la Divina Provvidenza». Poi in macchina al ritorno «mi disse “Hai notato che ho salutato a uno a uno gli universitari e mi sono fermato più a lungo con uno di loro?”. “Sì, eminenza, con Pier Giorgio Frassati”. “Lo conosci?”. “Solo di vista ma l’ho già visto parecchie volte”. “Di lui si parlerà molto in avvenire”». Era il 10 giugno 1923, due mesi prima della morte del pastore e due anni prima della morte del giovane.
Più numerosi i contatti con il cardinale Giuseppe Gamba. In una lettera Pier Giorgio scrive: «Sono stato a Novara (dove Gamba era vescovo prima di Torino, n. d. r.) a inaugurare il Segretariato femminile universitario cattolico; dopo la Messa di mons. Gamba, abbiamo fatto colazione insieme e parlato a lungo. Sembra molto simpatico e sembra che abbia una predilezione speciale per i “Giovani cattolici”. Speriamo che possa fare un lavoro molto proficuo a Torino». E la sorella Luciana commenta: «Da quel giorno il card. Gamba gli fu accanto spiritualmente fino agli ultimi istanti di vita, ammirato com’era dalla tempra morale e dall’entusiasmo cattolico di Pier Giorgio. Nel suo cuore e nel suo pensiero ne faceva una delle fiaccole più luminose della gioventù di quel tempo. Anche Pier Giorgio professava per il cardinale un’ammirazione e un rispetto infiniti».
Il 4 maggio 1924, «animato da spirito di fede e da vivo entusiasmo, insieme ad altri amici fucini Pier Giorgio con in testa il suo bel cappello universitario, scortò per le vie di Torino mons. Gamba che faceva il suo ingresso solenne», scrive Carla Casalegno nella sua documentatissima biografia. Sotto il baldacchino retto dai fucini, accanto al neo-arcivescovo procedevano mons. Giovanni Battista Pinardi vescovo ausiliare e parroco di San Secondo, venerabile dal 2019, e il canonico Giuseppe Allamano rettore del Santuario e del Convitto della Consolata e fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, santo dal 2024. Il 23 gennaio 1925 in Municipio a Torino e il 24 nella chiesa esterna dell’Arcivescovado – il matrimonio concordatario arriverà con i Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929 – Luciana sposa il diplomatico Jan Gawronski, primo segretario dell’ambasciata polacca a L’Aja. Le nozze sono benedette da Gamba nella chiesa dedicata all’Immacolata Concezione.
L’affetto di Gamba si manifesta nell’improvvisa e letale malattia. Il 3 luglio 1925, diffusa la notizia della gravità, il cardinale vuole di recarsi al capezzale del morente ma – scrive Luciana – «un eccessivo ossequio al riposo e al silenzio imposti dal dottore, fecero sì che mancasse a mio fratello il conforto della visita consolatrice del presule». Gamba scrive ai genitori una lettera toccante: «Pier Giorgio era un angelo e ora è glorioso in Cielo. Anziché piangerne la perdita dovremmo godere di aver acquistato in lui un protettore celeste. Si confortino col pensiero che Pier Giorgio pensa e ama i suoi genitori ben più di quanto li amasse sulla terra, li protegge dal Cielo, ove li aspetta per congiungersi con loro e non separarsene più».
Non solo, ma scrive all’educatore salesiano don Antonio Cojazzi, che aveva aiutato molto Pier Giorgio e Luciana nello studio: «Stanotte pensavo al nostro Giorgio, che assorbe tutti i nostri pensieri in questi giorni e dicevo tra me: bisogna scriverne la vita; sarà un gran modello per i nostri giovani e un protettore giacché egli è in Cielo. È è un modello a tutti, avendo negli anni giovanili attraversato i pericoli del mondo, senza che nuocessero alla purezza dell’anima sua, facendone anzi un eroe cristiano». Don Cojazzi scrive la prima biografia «Pier Giorgio Frassati» pubblicata dalla SEI nel 1928, diffusa in migliaia e migliaia di copie.
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Domenica 7 settembre, la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e di Carlo Acutis: due modelli di misericordia per giovani e adulti
«Di lui si parlerà molto in avvenire». Parlando di Pier Giorgio Frassati fu buon profeta il cardinale Agostino Richelmy, arcivescovo di Torino (1897-1923) e lo fu anche il suo successore Giuseppe Gamba (1923-1929).
«Chi non porta e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo»: la frase di Gesù nel Vangelo di Luca (14, 25-33) del 7 settembre 2025, XXIII domenica del tempo ordinario, si adatta benissimo alla canonizzazione del giovane torinese Pier Giorgio Frassati, conosciuto per la sua fede e il suo impegno socio-politico, e dell’adolescente milanese Carlo Acutis, «patrono di Internet», due modelli per giovani e adulti che hanno preso la loro croce e hanno seguito il Signore, dopo una vita passata con lui.
Pier Giorgio muore cento anni fa (4 luglio 1925) per una poliomielite contratta forse in una stamberga di poveri che assisteva; il quindicenne Carlo spira il 12 ottobre 2006 a Monza per una leucemia fulminante.
Sabato 6 settembre alle 10 l’udienza giubilare dal Papa e domenica 7 alle 10 la celebrazione presieduta da Leone XIV in piazza San Pietro, concelebranti gli arcivescovi di Torino Roberto Repole e di Milano Mario Delpini che presenteranno i candidati. Sono i primi santi proclamati da Leone XIV, eletto quattro mesi fa (8 maggio). L’evento, inserito nel calendario del Giubileo della speranza, richiama migliaia di fedeli da tutto il mondo. Anche le Poste vaticane li celebrano con due francobolli.
«Dopo un’istruzione densa e impegnativa del card. Richelmy a Villa Santa Croce di San Mauro negli esercizi spirituali agli universitari cattolici, l’arcivescovo si trattenne a colloquio con ognuno di loro, con uno in particolare si fermò a lungo». Lo racconta mons. Giuseppe Garneri – poi parroco del Duomo e vescovo di Susa – nel libro di memorie «Alcuni episodi ammirando la Divina Provvidenza». Poi in macchina al ritorno «mi disse “Hai notato che ho salutato a uno a uno gli universitari e mi sono fermato più a lungo con uno di loro?”. “Sì, eminenza, con Pier Giorgio Frassati”. “Lo conosci?”. “Solo di vista ma l’ho già visto parecchie volte”. “Di lui si parlerà molto in avvenire”». Era il 10 giugno 1923, due mesi prima della morte del pastore e due anni prima della morte del giovane.
Più numerosi i contatti con il cardinale Giuseppe Gamba. In una lettera Pier Giorgio scrive: «Sono stato a Novara (dove Gamba era vescovo prima di Torino, n. d. r.) a inaugurare il Segretariato femminile universitario cattolico; dopo la Messa di mons. Gamba, abbiamo fatto colazione insieme e parlato a lungo. Sembra molto simpatico e sembra che abbia una predilezione speciale per i “Giovani cattolici”. Speriamo che possa fare un lavoro molto proficuo a Torino». E la sorella Luciana commenta: «Da quel giorno il card. Gamba gli fu accanto spiritualmente fino agli ultimi istanti di vita, ammirato com’era dalla tempra morale e dall’entusiasmo cattolico di Pier Giorgio. Nel suo cuore e nel suo pensiero ne faceva una delle fiaccole più luminose della gioventù di quel tempo. Anche Pier Giorgio professava per il cardinale un’ammirazione e un rispetto infiniti».
Il 4 maggio 1924, «animato da spirito di fede e da vivo entusiasmo, insieme ad altri amici fucini Pier Giorgio con in testa il suo bel cappello universitario, scortò per le vie di Torino mons. Gamba che faceva il suo ingresso solenne», scrive Carla Casalegno nella sua documentatissima biografia. Sotto il baldacchino retto dai fucini, accanto al neo-arcivescovo procedevano mons. Giovanni Battista Pinardi vescovo ausiliare e parroco di San Secondo, venerabile dal 2019, e il canonico Giuseppe Allamano rettore del Santuario e del Convitto della Consolata e fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata, santo dal 2024. Il 23 gennaio 1925 in Municipio a Torino e il 24 nella chiesa esterna dell’Arcivescovado – il matrimonio concordatario arriverà con i Patti Lateranensi dell’11 febbraio 1929 – Luciana sposa il diplomatico Jan Gawronski, primo segretario dell’ambasciata polacca a L’Aja. Le nozze sono benedette da Gamba nella chiesa dedicata all’Immacolata Concezione.
L’affetto di Gamba si manifesta nell’improvvisa e letale malattia. Il 3 luglio 1925, diffusa la notizia della gravità, il cardinale vuole di recarsi al capezzale del morente ma – scrive Luciana – «un eccessivo ossequio al riposo e al silenzio imposti dal dottore, fecero sì che mancasse a mio fratello il conforto della visita consolatrice del presule». Gamba scrive ai genitori una lettera toccante: «Pier Giorgio era un angelo e ora è glorioso in Cielo. Anziché piangerne la perdita dovremmo godere di aver acquistato in lui un protettore celeste. Si confortino col pensiero che Pier Giorgio pensa e ama i suoi genitori ben più di quanto li amasse sulla terra, li protegge dal Cielo, ove li aspetta per congiungersi con loro e non separarsene più».
Non solo, ma scrive all’educatore salesiano don Antonio Cojazzi, che aveva aiutato molto Pier Giorgio e Luciana nello studio: «Stanotte pensavo al nostro Giorgio, che assorbe tutti i nostri pensieri in questi giorni e dicevo tra me: bisogna scriverne la vita; sarà un gran modello per i nostri giovani e un protettore giacché egli è in Cielo. È è un modello a tutti, avendo negli anni giovanili attraversato i pericoli del mondo, senza che nuocessero alla purezza dell’anima sua, facendone anzi un eroe cristiano». Don Cojazzi scrive la prima biografia «Pier Giorgio Frassati» pubblicata dalla SEI nel 1928, diffusa in migliaia e migliaia di copie.
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