Un ricordo da Puerto Rico su papa Leone XIV
Rita Usai, missionaria della Comunità di Villaregia a Puerto Rico, anni fa è stata in Perù. Un suo ricordo dell’incontro con il Papa, nel 2023
In questi giorni, il mondo cattolico – e non solo – ha vissuto sentimenti contrastanti. Durante il tempo pasquale, particolarmente significativo per tutti noi (come dice il beato portoricano Carlos Manuel Rodríguez Santiago, conosciuto come “Beato Charly”: “Vivimos por esa noche”, “Viviamo per questa notte”), è venuto a mancare Papa Francesco.
Tutti noi siamo stati confortati dal fatto che abbia potuto impartire la benedizione Urbi et Orbi il giorno di Pasqua.
Nei giorni successivi, si è aperta una nuova attesa: chi sarà il nuovo Papa?
Personalmente, non avevo in mente un possibile successore di Pietro; eppure, mi ha accompagnato una pace profonda, nella certezza che lo Spirito Santo sarebbe stato il vero protagonista di questa elezione. Al tempo stesso, ho coltivato nel cuore il desiderio che fosse un Papa capace di dare continuità alle linee tracciate da Papa Francesco.
Papa Francesco ha accompagnato il mio cammino missionario: a livello personale, nelle meditazioni; e a livello pastorale, offrendo contenuti preziosi che ho potuto condividere durante gli incontri di evangelizzazione.
Il giorno della fumata bianca, ho seguito con una certa emozione l’attesa dell’annuncio. Quando è stato pronunciato il nome del nuovo Papa, inizialmente non riuscivo a riconoscerlo: vivendo a Porto Rico, un territorio associato agli Stati Uniti, il suo nome non mi era familiare.
Poi, osservandolo meglio, ho avuto l’impressione di averlo già incontrato. Ed effettivamente ci eravamo conosciuti ad Aguadilla, nella diocesi di Mayagüez, a Porto Rico, nel maggio del 2023, in occasione della 39ª Assemblea Generale Ordinaria del CELAM (Conferenza Episcopale Latinoamericana).
In quell’occasione, mi trovavo presso la sede dell’assemblea con un piccolo espositore, insieme al direttore e al segretario nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, per presentare ai vescovi il VI Congresso Missionario Americano, previsto a Ponce, Porto Rico, nel novembre del 2024.
Durante una pausa dei lavori, abbiamo avuto modo di dialogare, raccontandoci le rispettive esperienze missionarie in Perù, in luoghi diversi ma in tempi simili. Abbiamo condiviso ricordi legati a quel popolo e, in particolare, agli anni difficili segnati dalla violenza del movimento terroristico Sendero Luminoso.
Entrambi, in quei tempi duri, eravamo presenti in mezzo a quel popolo sofferente.
Sto seguendo con particolare interesse e coinvolgimento i primi giorni del pontificato di Papa Robert. Sono particolarmente felice che sia un Papa che porta con sé l’essenza missionaria, come vocazione e come eredità. Sono convinta che questa dimensione darà colore – come già si intravede – al suo pontificato.
Mi rallegra profondamente, come missionaria, sentirmi accomunata a lui dall’aver condiviso un tratto di vita con l’amato popolo peruviano. Un popolo capace di donare qualità come: l’ascolto, la pazienza, la resistenza non violenta. Doni che restano nel cuore e che plasmano, nel tempo, uno spirito davvero missionario.
Desidero fare mio l’invito rivolto da Papa Robert: “Pertanto, senza paura, uniti, mano nella mano con Dio e tra di noi, andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede.”