Opere di misericordia tra gli anziani abbandonati

In Kenya, nella diocesi di Bungoma, l’opera di misericordia delle suore benedettine per accudire e sostenere gli anziani
Dal 1990, nella diocesi di Bungoma (Kenya), le suore benedettine di Nostra Signora della Grazia e della Compassione operano instancabilmente per prendersi cura degli anziani bisognosi. Inizialmente fornivano assistenza a domicilio, ma con il tempo, e soprattutto con l’aumento delle necessità, nel 2020 hanno inaugurato una casa residenziale, la St. Catherine Home, integrata poi con una nuova struttura nel complesso conventuale.
La casa ospita oggi 23 anziani (17 donne e 6 uomini) e si propone come santuario di speranza, pace e conforto. L’impegno delle suore è profondamente radicato nel carisma della loro congregazione: servire con compassione gli anziani indigenti e abbandonati. Come racconta suor Beatrice Odinyu, superiora regionale, l’opera è un prolungamento dello spirito della fondatrice, volto a ridare dignità a chi è spesso dimenticato.
Un programma di sensibilizzazione nella comunità
Oltre alla struttura residenziale, le suore hanno avviato un programma di sensibilizzazione che raggiunge circa 60 anziani nei villaggi. Collaborano con i motociclisti boda boda, che trasportano gli anziani alla vecchia residenza dove ricevono pasti e cure mediche. Questi motociclisti fungono anche da “sentinelle”, segnalando situazioni di bisogno e facilitando l’accesso alle cure.
Assistenza sanitaria e collaborazione medica
In sinergia con il Busia Referral Hospital, le suore garantiscono anche assistenza medica di base. La responsabile clinica, Risper Onyango, visita regolarmente la casa per eseguire controlli e gestire i pazienti. Tuttavia, esistono limiti, come l’assenza di un laboratorio in loco e la scarsità di personale per offrire supporto psicosociale.
Le suore non forniscono solo beni materiali, ma anche ascolto, presenza e conforto, fondamentali per chi si sente abbandonato o invisibile.
Progetti di autosostentamento
Per mantenere attiva la missione, le religiose hanno avviato attività economiche locali: panetteria, produzione di candele, sartoria, vendita di beni di prima necessità e agricoltura. Ogni guadagno è reinvestito per nutrire e curare gli anziani, nella casa e nei villaggi. Una difficoltà ricorrente è la carenza d’acqua: pur avendo un pozzo, le suore chiedono una pompa solare e un serbatoio per rendere l’irrigazione più efficiente.
Una missione radicata nella fede
Ogni giorno, le suore si rialzano con la ferma volontà di non lasciare nessun anziano solo, affamato o senza cure. Con mani stanche ma cuori pieni di fede, restituiscono dignità e amore a chi è stato dimenticato dalla società, diventando così segno tangibile di carità evangelica.
Fonte e immagine
- Vatican News (30 luglio 2025)
In Kenya, nella diocesi di Bungoma, l’opera di misericordia delle suore benedettine per accudire e sostenere gli anziani
Dal 1990, nella diocesi di Bungoma (Kenya), le suore benedettine di Nostra Signora della Grazia e della Compassione operano instancabilmente per prendersi cura degli anziani bisognosi. Inizialmente fornivano assistenza a domicilio, ma con il tempo, e soprattutto con l’aumento delle necessità, nel 2020 hanno inaugurato una casa residenziale, la St. Catherine Home, integrata poi con una nuova struttura nel complesso conventuale.
La casa ospita oggi 23 anziani (17 donne e 6 uomini) e si propone come santuario di speranza, pace e conforto. L’impegno delle suore è profondamente radicato nel carisma della loro congregazione: servire con compassione gli anziani indigenti e abbandonati. Come racconta suor Beatrice Odinyu, superiora regionale, l’opera è un prolungamento dello spirito della fondatrice, volto a ridare dignità a chi è spesso dimenticato.
Un programma di sensibilizzazione nella comunità
Oltre alla struttura residenziale, le suore hanno avviato un programma di sensibilizzazione che raggiunge circa 60 anziani nei villaggi. Collaborano con i motociclisti boda boda, che trasportano gli anziani alla vecchia residenza dove ricevono pasti e cure mediche. Questi motociclisti fungono anche da “sentinelle”, segnalando situazioni di bisogno e facilitando l’accesso alle cure.
Assistenza sanitaria e collaborazione medica
In sinergia con il Busia Referral Hospital, le suore garantiscono anche assistenza medica di base. La responsabile clinica, Risper Onyango, visita regolarmente la casa per eseguire controlli e gestire i pazienti. Tuttavia, esistono limiti, come l’assenza di un laboratorio in loco e la scarsità di personale per offrire supporto psicosociale.
Le suore non forniscono solo beni materiali, ma anche ascolto, presenza e conforto, fondamentali per chi si sente abbandonato o invisibile.
Progetti di autosostentamento
Per mantenere attiva la missione, le religiose hanno avviato attività economiche locali: panetteria, produzione di candele, sartoria, vendita di beni di prima necessità e agricoltura. Ogni guadagno è reinvestito per nutrire e curare gli anziani, nella casa e nei villaggi. Una difficoltà ricorrente è la carenza d’acqua: pur avendo un pozzo, le suore chiedono una pompa solare e un serbatoio per rendere l’irrigazione più efficiente.
Una missione radicata nella fede
Ogni giorno, le suore si rialzano con la ferma volontà di non lasciare nessun anziano solo, affamato o senza cure. Con mani stanche ma cuori pieni di fede, restituiscono dignità e amore a chi è stato dimenticato dalla società, diventando così segno tangibile di carità evangelica.
Fonte e immagine
- Vatican News (30 luglio 2025)
