UISG | Intervista alla Madre Generale Auxilia Hokororo (Tanzania)
Intervista a suor Auxilia Hokororo, Madre Generale delle Suore Benedettine (Tanzania)
*In attesa dell’Assemblea plenaria UISG delle Superiore Generali, che si terrà a Roma dal 5 al 9 maggio, spazio + spadoni intervista alcune Madri Generali delle Congregazioni religiose
1. Madre, grazie per essere qui con noi. La Chiesa è in lutto per la morte del Santo Padre. Come vive la sua comunità questo momento?
Con profondo dolore e senso di perdita abbiamo ricevuto la notizia della scomparsa del Santo Padre. Tra le sorelle, ci sono state lacrime, silenzio e preghiere spontanee. Papa Francesco non era solo il capo della Chiesa, ma un vero padre per noi, soprattutto per le religiose. Le sue parole hanno raggiunto i nostri cuori nelle missioni più remote e la sua testimonianza di umiltà, misericordia e coraggio ci ha dato forza nei momenti più fragili. In questi giorni abbiamo dedicato tempi speciali di adorazione e di preghiera comunitaria. Ci sentiamo unite a tutta la Chiesa nel dolore, ma anche nella speranza, sapendo che la sua eredità è un seme gettato in tutti i continenti e che porterà frutto.
2. Con queste premesse, come vi state preparando alla prossima Assemblea dell’UISG?
Con ancora maggiore consapevolezza e responsabilità. Ci sentiamo chiamate a riflettere insieme come religiose su come continuare la nostra missione in una Chiesa che sta entrando in un tempo di discernimento e di transizione. Sarà un momento di ascolto reciproco e dello Spirito Santo.
3. Quanto sono centrali le Opere di Misericordia nella vostra missione quotidiana? E quanto sono conosciute in Tanzania?
Sono al centro di ciò che facciamo. Nella tradizione benedettina, l’ospitalità e la cura dei vulnerabili sono doveri sacri.
In Tanzania, le Opere di Misericordia sono spesso praticate spontaneamente, anche se non sempre nominate come tali. Uno dei nostri compiti è aiutare le persone, soprattutto i giovani, a riconoscerne il significato e il potere.
4. In che modo la riEvoluzione delle Opere di Misericordia e la collaborazione con spazio + spadoni hanno contribuito a rinnovare il vostro carisma?
È stata una benedizione. La riEvoluzione ci ha aiutato a vedere la misericordia non solo come carità, ma come forza di trasformazione sociale, spirituale e relazionale. Grazie alla collaborazione con spazio + spadoni, abbiamo riscoperto il nostro carisma come qualcosa di generativo, attivo e profondamente radicato nel Vangelo.
5. Una delle vostre sorelle ha ricevuto una formazione in Italia. Questa esperienza ha portato nuova vita alla vostra comunità?
Assolutamente sì. È tornata con nuove intuizioni, strumenti e una visione più ampia. Ma soprattutto è tornata con un cuore rinnovato, pronta a condividere, formare e ispirare. Il periodo trascorso vicino alla Misericordia di Rosolini l’ha segnata profondamente e la sua crescita ha toccato tutti noi.
6. Come procede il progetto Hic Sum nella sua comunità?
È in costante crescita. Abbiamo lanciato una piccola iniziativa di trasformazione agricola, che ora coinvolge alcune delle nostre sorelle e diverse donne del villaggio. Non è solo un progetto: è una presenza, un segno che siamo parte della vita e del futuro della comunità.
7. Credete che questo progetto porterà a una reale autosufficienza per le vostre sorelle?
Sì, crediamo di sì. Non solo perché genera reddito, ma perché forma la nostra mentalità. Stiamo imparando a pianificare, a valutare e a pensare a lungo termine. La vera sostenibilità non è solo una questione di soldi, ma di formazione, responsabilità e visione.
8. Hic Sum è stato importante anche per coinvolgere i giovani della comunità parrocchiale?
Sì, e questo è stato uno dei frutti più felici. I giovani si sono uniti alle attività con entusiasmo. Alcuni aiutano, imparano e sognano persino di avviare piccole iniziative proprie. È un seme di speranza che non ci aspettavamo crescesse così rapidamente.
9. In questo momento di lutto, ci sono parole particolari di San Benedetto che trova particolarmente significative?
“Cerca la pace e perseguila”. In questo tempo di silenzio e di preghiera per la Chiesa, sentiamo la chiamata alla quiete interiore e alla stabilità. San Benedetto ci insegna ad affrontare ogni stagione con equilibrio, radicati nella fede, nella preghiera e nella presenza.
10. Cosa può offrire la vita religiosa benedettina alla Chiesa in questo momento di transizione?
Possiamo offrire ascolto, contemplazione e una fiamma costante. Non siamo fatte per essere rumorose, ma per essere fedeli: alla preghiera, alla comunità, al servizio. Ora più che mai, la Chiesa ha bisogno di spazi di quieta misericordia, di discernimento fondato e di speranza che duri nel tempo.