UISG | Intervista alla Madre Generale Celestine (Repubblica democratica del Congo)
Intervista a suor Celestine, Madre Generale della Congregazione “Figlie di Santa Caterina da Siena” – Repubblica democratica del Congo
*In occasione dell’Assemblea plenaria UISG delle Superiore Generali, che si tiene a Roma dal 5 al 9 maggio, spazio + spadoni intervista alcune Madri Generali delle Congregazioni religiose
1. Madre Celestine , la scomparsa di Papa Francesco ha profondamente segnato la Chiesa. Come avete vissuto questo momento nella vostra comunità?
Con grande commozione e una preghiera silenziosa, ma carica di riconoscenza. Papa Francesco ha parlato spesso alle religiose con parole semplici ma forti, che hanno toccato anche noi, qui in Congo. La sua attenzione ai poveri, alle periferie e alla vita consacrata femminile ci ha sempre incoraggiate. Alla notizia della sua morte, le sorelle si sono riunite spontaneamente per l’adorazione eucaristica. Abbiamo ricordato le sue parole e i suoi gesti, e lo abbiamo affidato con amore al Padre.
2. Avete mai avuto occasione di incontrarlo o di vederlo di persona?
Personalmente, ho potuto partecipare a un’udienza generale a Roma alcuni anni fa. È stato un momento molto forte. La sua presenza trasmetteva pace, forza e una semplicità disarmante. Inoltre, molte delle nostre sorelle hanno partecipato alla sua visita a Kinshasa nel 2023. È stato un evento storico per la nostra nazione. Ancora oggi, la gente ne parla con emozione.
3. Aveva già partecipato ad altre Plenarie UISG? Che impatto hanno avuto sulla vostra Congregazione?
Sì, avevo già partecipato all’ultima Plenaria e posso dire che ha segnato un passaggio importante nel nostro cammino. È stato un tempo di ascolto profondo e di confronto sincero con altre realtà, provenienti da tutto il mondo. Tornata in comunità, ho portato nuovi strumenti, nuove domande, ma anche nuove convinzioni. È stata una spinta a uscire da certe abitudini e ad aprirci a percorsi di formazione e rinnovamento.
4. Con le altre Superiore Generali del Congo riuscite a portare avanti gli obiettivi che avete formulato durante la precedente Plenaria UISG?
Sì, anche se non è sempre facile, stiamo cercando di mantenere viva la comunione e l’impegno. Dopo la Plenaria, abbiamo creato una rete tra le congregazioni presenti nella RDC per continuare il cammino insieme. Ci incontriamo periodicamente, anche online, per condividere esperienze, sostenere le iniziative locali e sviluppare progetti comuni, soprattutto in ambito formativo e sociale. C’è ancora molto da fare, ma il desiderio di camminare unite è forte. Abbiamo capito che la voce della vita consacrata in Congo può diventare profetica solo se è corale.
5. Quanto le opere di misericordia guidano il vostro agire quotidiano? E quanto sono conosciute nella RdC?
Le opere di misericordia sono per noi come una bussola. In un contesto segnato dalla povertà e dalla sofferenza, sono azioni concrete che danno senso alla nostra presenza: visitare gli ammalati, accogliere i bambini, consolare chi è solo… In Congo, molte persone vivono la misericordia con naturalezza, ma non sempre la riconoscono come parte della fede cristiana. Il nostro compito è proprio questo: far emergere il Vangelo nascosto nei gesti quotidiani.
6. Suor Perpétue ha vissuto un’esperienza a Orta Nova, presso la Misericordia. Cosa ha condiviso al suo ritorno?
Ha raccontato di aver trovato una comunità accogliente, profondamente umana e spiritualmente viva. A Orta Nova, ha sperimentato una misericordia concreta, fatta di ascolto, lavoro, preghiera e fraternità. È tornata trasformata: più matura, più consapevole della propria vocazione, e con il desiderio di aiutare le giovani sorelle a vivere la missione con lo stesso spirito.
7. Quanto il contributo della riEvoluzione e la collaborazione con spazio + spadoni hanno rinnovato il vostro carisma?
La riEvoluzione è entrata come un vento nuovo nella nostra Congregazione. Ci ha fatto riscoprire che la misericordia non è solo un’azione da compiere, ma uno stile da incarnare. Con spazio + spadoni abbiamo trovato un alleato prezioso, non solo per realizzare progetti, ma per pensare insieme, per rileggere il carisma alla luce dei segni dei tempi. La formazione ricevuta, i materiali condivisi, gli incontri… sono stati fondamentali.
8. Il progetto Hic Sum, in collaborazione con spazio + spadoni, può rendere autonoma la vostra comunità?
Sì, lo crediamo fermamente. Hic Sum non è solo un progetto economico, è una visione che tiene insieme spiritualità, formazione, sviluppo. La nostra comunità di Kisangani è pronta a partire con un laboratorio di trasformazione agroalimentare che coinvolgerà anche giovani e donne del quartiere. È un modo concreto per generare autonomia, dignità e missione.
9. Pensate di coinvolgere anche i laici e i giovani in questo cammino?
Sì, è indispensabile. I giovani sono protagonisti della Chiesa di oggi, non solo di domani. Con Hic Sum stiamo creando uno spazio di formazione, servizio e corresponsabilità. I laici, in particolare, ci aiutano a tradurre la misericordia in linguaggi nuovi, vicini alla vita quotidiana delle famiglie e delle comunità.
10. L’Assemblea UISG sarà anche l’occasione per raccontare la vostra relazione con spazio + spadoni?
Sì, ne sono felice. Porterò questa esperienza come testimonianza di una collaborazione possibile tra carismi religiosi e visioni laicali, tra Africa ed Europa, tra ascolto e azione. È una relazione che ci ha arricchite e che può ispirare molte altre congregazioni. La misericordia, quando è condivisa, diventa generativa.