In missione, ero io il forestiero e mi hanno accolto

Don Vito Vacca, fidei donum (rientrato) della diocesi di Roma, riflette sulle opere di misericordia e sull’essere misericordiati
Il più delle volte sono stato io, nei miei viaggi missionari, ad essere invitato e ospitato. Io ero il forestiero, il bisognoso di tutto. Allora era impensabile andare in hotel. Meno male! Quante grazie mi sarei perso!
In Egitto, un sacerdote armeno mi accoglieva in canonica: cedeva a me la sua camera e solo in seguito scoprii che lui se ne andava a dormire in un bugigattolo. Divenne poi vescovo e patriarca.
Tante volte ebbi esperienze che oggi mi appaiono come grazie impagabili.
Ricordo di essere arrivato di notte, per la prima volta, nell’aeroporto di Erbil, città curda dove al tempo dell’ISIS venivano accolti i profughi dell’Iraq. Alle 3 di notte siamo arrivati in una casa e la stanza era piena di persone che dormivano sui tappeti; per potermi coricare mi hanno fatto posto sul pavimento tra due altri uomini. Fui colpito da quante case, in quel Paese come altrove, erano state aperte ai profughi bisognosi!
In pochi mesi nacque una cittadina di cristiani sfollati dall’Iraq: la condivisione tra poveri è sorprendente!
La Provvidenza è sempre stata generosa con me, e quando ho avuto delle scomodità ho sempre ricevuto ancora di più.
È vero che ho passato notti dormendo all’aperto, ma allora fui felice di fare l’esperienza di barboni e senzatetto, e trovarmi nelle condizioni di Gesù che “non aveva dove posare il capo”.
Quanti esempi di generosità verso di me ho avuto! Esempi commoventi di accoglienza evangelica fraterna.
A Roma alcune famiglie si sono accordate per preparare un pasto per i due sacerdoti della parrocchia tre volte a settimana: con Lidia, Angela, Elena condivido questo bel ricordo di fraternità! Ma altri volontari della parrocchia preparavano 200 pasti due volte la settimana per i senza fissa dimora della stazione Tuscolana. So che, vent’anni dopo, continuano a farlo coordinati da una famiglia del movimento Papa Giovanni XXIII.
Quanti altri esempi potrei fare per testimoniare la Provvidenza e la bellezza delle opere di misericordia! Potrei citarne parecchi, ma mi limito a qualche accenno:
– famiglie disponibili a ospitare cristiani di paesi poveri che venivano a Roma in pellegrinaggio o per degli incontri di fede. Le famiglie ospitate ricordano ancora oggi con gioia l’accoglienza avuta dalle famiglie cristiane di Roma. Anticamente, dare ospitalità ai viaggiatori era una questione di vita o di morte, dati i disagi e i rischi dei viaggi. Oggi può essere anche segno di fraternità e accoglienza cristiana;
– potrei parlare di Enzo e Rita che accolgono i numerosi ospiti trasmettendo una gioia contagiosa: entrare da loro è sempre una festa. La morte della loro figlia appena sposata è stata dura, ma anche sorgente di fede e dedizione. Hanno accolto per anni dei sacerdoti venuti a studiare a Roma, e tuttora continuano ad accogliere chiunque si presenta!
Tutto ciò è un piccolo spicchio delle opere di misericordia praticate nella storia della Chiesa. Tanti santi hanno intrapreso opere sociali e l’azione politica necessarie per risolvere problemi di fondo, senza per questo trascurare la disponibilità nei casi di emergenza. Tutti conoscono i santi della Provvidenza: don Orione, S. Vincenzo De’ Paoli, il Cottolengo, don Guanella, San Filippo Neri e tanti altri che partendo da piccoli gesti di fraternità arrivarono a fare grandi opere.
Con la misericordia cammina anche la provvidenza, che oggi non è di casa perché siamo assicurati su tutto. Ma esiste ancora. Il Signore sa veramente intrecciare tutto per il nostro bene!
Come direbbe spazio + spadoni, “la misericordia di Dio è all’opera sempre!”
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Don Vito Vacca, fidei donum (rientrato) della diocesi di Roma, riflette sulle opere di misericordia e sull’essere misericordiati
Il più delle volte sono stato io, nei miei viaggi missionari, ad essere invitato e ospitato. Io ero il forestiero, il bisognoso di tutto. Allora era impensabile andare in hotel. Meno male! Quante grazie mi sarei perso!
In Egitto, un sacerdote armeno mi accoglieva in canonica: cedeva a me la sua camera e solo in seguito scoprii che lui se ne andava a dormire in un bugigattolo. Divenne poi vescovo e patriarca.
Tante volte ebbi esperienze che oggi mi appaiono come grazie impagabili.
Ricordo di essere arrivato di notte, per la prima volta, nell’aeroporto di Erbil, città curda dove al tempo dell’ISIS venivano accolti i profughi dell’Iraq. Alle 3 di notte siamo arrivati in una casa e la stanza era piena di persone che dormivano sui tappeti; per potermi coricare mi hanno fatto posto sul pavimento tra due altri uomini. Fui colpito da quante case, in quel Paese come altrove, erano state aperte ai profughi bisognosi!
In pochi mesi nacque una cittadina di cristiani sfollati dall’Iraq: la condivisione tra poveri è sorprendente!
La Provvidenza è sempre stata generosa con me, e quando ho avuto delle scomodità ho sempre ricevuto ancora di più.
È vero che ho passato notti dormendo all’aperto, ma allora fui felice di fare l’esperienza di barboni e senzatetto, e trovarmi nelle condizioni di Gesù che “non aveva dove posare il capo”.
Quanti esempi di generosità verso di me ho avuto! Esempi commoventi di accoglienza evangelica fraterna.
A Roma alcune famiglie si sono accordate per preparare un pasto per i due sacerdoti della parrocchia tre volte a settimana: con Lidia, Angela, Elena condivido questo bel ricordo di fraternità! Ma altri volontari della parrocchia preparavano 200 pasti due volte la settimana per i senza fissa dimora della stazione Tuscolana. So che, vent’anni dopo, continuano a farlo coordinati da una famiglia del movimento Papa Giovanni XXIII.
Quanti altri esempi potrei fare per testimoniare la Provvidenza e la bellezza delle opere di misericordia! Potrei citarne parecchi, ma mi limito a qualche accenno:
– famiglie disponibili a ospitare cristiani di paesi poveri che venivano a Roma in pellegrinaggio o per degli incontri di fede. Le famiglie ospitate ricordano ancora oggi con gioia l’accoglienza avuta dalle famiglie cristiane di Roma. Anticamente, dare ospitalità ai viaggiatori era una questione di vita o di morte, dati i disagi e i rischi dei viaggi. Oggi può essere anche segno di fraternità e accoglienza cristiana;
– potrei parlare di Enzo e Rita che accolgono i numerosi ospiti trasmettendo una gioia contagiosa: entrare da loro è sempre una festa. La morte della loro figlia appena sposata è stata dura, ma anche sorgente di fede e dedizione. Hanno accolto per anni dei sacerdoti venuti a studiare a Roma, e tuttora continuano ad accogliere chiunque si presenta!
Tutto ciò è un piccolo spicchio delle opere di misericordia praticate nella storia della Chiesa. Tanti santi hanno intrapreso opere sociali e l’azione politica necessarie per risolvere problemi di fondo, senza per questo trascurare la disponibilità nei casi di emergenza. Tutti conoscono i santi della Provvidenza: don Orione, S. Vincenzo De’ Paoli, il Cottolengo, don Guanella, San Filippo Neri e tanti altri che partendo da piccoli gesti di fraternità arrivarono a fare grandi opere.
Con la misericordia cammina anche la provvidenza, che oggi non è di casa perché siamo assicurati su tutto. Ma esiste ancora. Il Signore sa veramente intrecciare tutto per il nostro bene!
Come direbbe spazio + spadoni, “la misericordia di Dio è all’opera sempre!”
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