Opere di misericordia o grazie ricevute?
Don Vito Vacca, fidei donum della diocesi di Roma, che ha trascorso tanti anni in missione, si interroga sulle opere di misericordia (prima parte)
Le opere di misericordia? Se le fai, sono grazie ricevute:
- Abramo, senza saperlo, ha ospitato tre angeli: “Non dimenticate l’ospitalità, perché per essa alcuni, senza saperlo, hanno accolto degli angeli” (Ebrei 13, 2).
- Gesù è il buon Samaritano, modello di chiunque “si fa prossimo”. In quali situazioni ti sembra che sei chiamato ad essere il buon samaritano?
- C’è ancora chi accoglie un discepolo di Gesù pensando di accogliere lui stesso? “In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa … Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno …: Si è avvicinato a voi il regno di Dio”.
Ma se non le fai sono peccati di omissione:
- Giuseppe e Maria a Betlemme non hanno trovato posto, e il Figlio di Dio nacque in una grotta!
- Il ricco epulone neppure vedeva quel povero Lazzaro alla sua porta, e precipitò nell’inferno!
Ti chiedo: “dove puoi trovare Cristo oggi?”, dove puoi avere la grazia di servirlo? Forse nella messa, davanti al tabernacolo, nei Sacramenti? E se tu avessi dei dubbi o ti reputassi indegno di incontrare Gesù nei sacramenti?
Di certo lo trovi in chi è nel bisogno! “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
San Giacomo incoraggia a vivere la fede in questi termini: “Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?” (Gc 2, 15-16).
Giuseppe d’Arimatea ebbe il coraggio di presentarsi a Pilato e di chiedergli il corpo di Gesù, e gli cedette la sua tomba!
Tra le opere di misericordia non posso dimenticare il perdono delle offese. Giuseppe in Egitto seppe non solo perdonare ma vedere in quell’offesa ricevuta la mano di Dio che trasforma il male in bene: “Ma ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita”. Giuseppe perdona i fratelli che lo avevano venduto e Gesù perdona noi che lo abbiamo crocifisso.
Sui giornali e nelle aule dei governanti come nelle piazze oggi si parla tanto dei profughi che rischiando la vita giungono in Italia senza essere accolti: “non abbiamo soldi abbastanza per poterli accogliere bene. Ci vogliono i soldi, ma i soldi vanno per gli armamenti, così da poterci difendere da loro!”.