La terra degli opposti
Anche fare un viaggio missionario è accostarsi al mondo con misericordia. Farsi prossimo di altre persone che non conoscevi
Fare esperienza di fraternità, di amicizia, di scoperta. Guardare con occhi nuovi quello che succede, imparare ad ascoltare la vita che scorre…
Dal sito dei Saveriani, il racconto di Milly (Laicato Saveriano) dopo il rientro da una breve esperienza missionaria in Bangladesh
Queste tre settimane in Bangladesh sono state intense e corpose, ma allo stesso tempo velocissime. Mi sembra la terra degli opposti. La capitale, Dhaka, con il suo caos continuo fatto di traffico infernale e tanta polvere, si oppone ai villaggi rurali, più tranquilli e verdeggianti. Entrambe hanno zone molto povere, ma la campagna conserva una povertà meno sfacciatamente desolante rispetto agli slum delle città.
Bellissimi fiori e frutti esotici sono dappertutto e i loro profumi si mescolano all’odore della sporcizia e dei rifiuti sparsi ovunque. La bellezza degli shari è dei three piece che adornano le donne stridono con la vita estremamente semplice e spesso limitata che conducono.
Gli sguardi spesso troppo invadenti dei bengalesi, non abituati a facce straniere, nascondono una capacità di accogliere e di saper condividere anche quel poco che possiedono, tanto da sorprenderti.
Ma ancora più sorprendente è il rispetto che c’è (e speriamo resista) tra le varie confessioni religiose, musulmani, cristiani ed hindu, che convivono pacificamente nella stessa società.
Il tutto è accompagnato e sostenuto, dove possibile senza troppe interferenze, dai missionari, consacrati e laici, che camminano insieme, condividendo e scambiando esperienze, vissuti e sfide comuni.
È un’esperienza che rifarei anche domani ed è un Paese che spero di visitare presto.