On line il memoriale digitale di Carlo Acutis
Dal sito del Festival della Missione, la notizia del memoriale digitale in cui si può ascoltare la voce di Carlo Acutis che legge i suoi pensieri spirituali
(Redazione Festival della Missione)
«È il tempo che dedichiamo agli amici che li rende unici e speciali». Basta una frase, e la voce di Carlo Acutis — ricostruita digitalmente a partire da registrazioni originali — torna a parlare. È online il memoriale digitale dedicato al primo beato millennial, realizzato dall’artista Riccardo Benassi e promosso dal Comune di Milano, in accordo con la famiglia Acutis.
Un sito web semplice, essenziale, tradotto in 27 lingue: se ne seleziona una, si preme un tasto rosso, e si ascoltano diciannove pensieri spirituali del giovane Carlo, scomparso nel 2006 a soli 15 anni. Una voce lieve, con la “erre” un po’ moscia, come ricordano in tanti, e capace ancora oggi di farsi ascoltare nel cuore di chi cerca.
«Carlo ha fatto una mostra sui miracoli eucaristici che oggi sta girando tutto il mondo — ha raccontato la madre, Antonia Salzano, alla presentazione del progetto —. Aveva avuto intuizioni forti, e ha scelto di usare internet per il bene. Purtroppo sappiamo che c’è anche un dark side: cyberbullismo, pornografia, dipendenze. Ricordo che quando Carlo aveva 8 anni, gli fu regalato una PlayStation. Aveva letto che negli Stati Uniti ci sono le cliniche per disintossicazione da eccesso di utilizzo di videogiochi, e disse: “Io giocherò con questa Playstation massimo un’ora a settimana” e lui ha mantenuto questo punto. Ecco che ha saputo utilizzare la tecnologia ma non essere sopraffatto, non diventarne schiavo».
Il memoriale digitale è solo una delle forme in cui oggi la figura di Carlo continua a farsi presente. Avvenire, ha lanciato il podcast “Carlo. Sui passi di Acutis”: quattro puntate che raccontano la sua vita, raccogliendo le testimonianze di chi lo ha conosciuto, per provare a rispondere alla domanda “Chi era davvero Carlo Acutis?”
«A nove anni aveva già cominciato ad aiutare i senzatetto», ha ricordato ancora la madre. «Diceva: “Io ho tutto e loro non hanno niente. Come posso stare in pace?”. Usava i suoi risparmi per comprare coperte, sacchi a pelo, portava da mangiare, spiegava dove andare per chiedere una casa popolare o trovare una mensa. Era una specie di Caritas domestica. Cose che sembrano scontate, ma tanti non sanno dove andare, soprattutto se vengono da altri Paesi».
Il memoriale, oltre alla versione online, sarà presto accessibile anche in forma fisica: postazioni di ascolto — forse con l’aspetto di vecchi telefoni — verranno installate in luoghi significativi di Milano, tra cui l’Istituto Leone XIII, la scuola che Carlo frequentava. «Ricordo bene la sua voce», ha detto la sua professoressa di matematica Maria Alessandra Capello. «Era un ragazzo apparentemente come tanti, ma ci ha lasciato qualcosa che cresce ogni giorno. Aveva una curiosità contagiosa».
«Carlo era un cattolico — ha detto Antonia Salzano — ma i valori che ha vissuto parlano anche a chi non crede: l’amore per il prossimo, l’aiuto agli altri, l’essere essenziali. In una società dove spesso ci si dimentica dell’altro, lui non è mai rimasto indifferente».
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- Vatican News